Fermi tutti. Così anche uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione, quello che attraverso l’articolo 16 garantisce la libera circolazione dei cittadini sul territorio nazionale, è divorato dal virus. L’ultima brutta notizia arriva dalla soppressione dell’85% del traffico ferroviario, misura disposta con decreto urgente firmato 24 ore fa dal Ministro dei Trasporti e che fa seguito allo stop dei treni notturni stabilito nel precedente dispositivo della Presidenza del Consiglio. Per l’Abruzzo un doppio colpo, perché il nuovo provvedimento taglierà praticamente fuori l’intera fascia adriatica dai collegamenti assicurati fino a ieri dalle Frecce (bianche, rosse e argento) di Trenitalia e persino dagli Intercity. Le 14 coppie di treni garantiti riguardano infatti solo la linea tirrenica e il nord: Roma-Reggio Calabria, Roma-Lecce, Milano-Venezia, Napoli-Milano, Ancona- Roma, Roma-Taranto, Roma Palermo, Napoli-Torino, per segnalarne alcuni. Non c’è invece traccia di convogli del Frecciarossa, Frecciabianca e Frecciargento sulla tratta adriatica. Così come di Intercity in grado di assicurare il collegamento diretto Lecce- Milano o Pescara-Milano, come avveniva prima dell’emergenza. Il decreto ministeriale del 13 marzo scorso garantiva invece il servizio di almeno una coppia dei treni a lunga percorrenza su ogni linea della rete nazionale. La Regione fa sapere di avere già protestato. In difficoltà anche Tua, la società del trasporto pubblico locale che garantisce i collegamenti interregionali in bus con le Marche e il Molise attraverso i propri treni, da Termoli a San Benedetto del Tronto con fermate nelle principali stazioni della costa, oltre a quelle di Lanciano, Teramo e Sulmona. Le corse scolastiche sono già state tagliate. Sui bus di Tua i pendolari si contano sulle dita di una mano (3-4 per ogni mezzo), idem sui treni (7-8 nella media giornaliera). Intanto la società sta per lanciare una importante campagna di sensibilizzazione concentrata in uno slogan: «Per starvi vicino vi teniamo più lontani».
Come già attuato da Trenitalia, i posti su bus e convogli ferroviari della società saranno distanziati per ottemperare alle disposizioni del governo. Inoltre tutti mezzi saranno regolarmente sanificati per ridurre al minimo i rischi per la salute. Ma anche la nuova campagna di sensibilizzazione di Tua non dimentica la raccomandazione più importante da rivolgere ai cittadini: «Restate a casa e uscite solo se indispensabile».
Più in generale, Tua informa di avere ridotto il servizio di circa il 50% e di avere messo in campo una iniziativa di solidarietà: la distribuzione delle proprie scorte di candeggina igienizzante alle istituzioni o enti che ne faranno richiesta. Intanto, l'intero settore del trasporto pubblico e privato non nasconde le preoccupazioni per le pesanti ricadute economiche causate dal blocco. In un documento unitario firmato da Tua, Confindustria e Anav si paventa il rischio di una crisi di liquidità che a lungo andare investirà tutte le aziende. Alcuni effetti negativi dell'emergenza sarebbero già tangibili secondo le tre sigle di categoria, a partire dal calo vertiginoso dei passeggeri che avrebbe comportato riduzioni nei ricavi fino al 90% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Uno scenario cupo, a cui si chiede di rispondere con ulteriori risorse a carico del bilancio regionale. Tra i rischi segnalati per il Tpl c'è anche quello di non poter raggiungere, stante la gravità della situazione, il rapporto costi-ricavi fissato al 35%, teoricamente necessario per garantire l'equilibrio economico. Equilibrio - ricordano Tua, Confindustria e Anav - per altro mai raggiunto fino a oggi. La richiesta di misure immediate a sostegno dell'economia, indirizzata anche qui alla giunta regionale, è formulata in un altro documento da tutte le rappresentanze delle categoria produttive: Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Coldiretti, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop, Cgil, Cisl e Uil Abruzzo. Tutti chiedono l'istituzione immediata di una cabina di regia per gestire le emergenze economiche legate alla paralisi delle attività.
Anche qui la prima richiesta è quella di integrare le misure decise dal governo nazionale, partendo dalle scelte sul credito. L'emergenza sanitaria ha infatti colpito al cuore anche le imprese, costrette alla chiusura forzata non dalla caduta della domanda del mercato ma per salvaguardare la salute pubblica. Misure, quelle a tutela della salute pubblica, ritenute sacrosante dalle varie rappresentanze di categoria ma che ora si chiede di accompagnare con gli adeguati ammortizzatori sociali per tutti i lavori che hanno subito la serrata delle proprie attività d'impresa. Altrettanto decisivo è considerato il tempo d'azione, che anche nelle emergenze (vedi terremoto dell'Aquila o la tempesta perfetta del 2017) si è spesso scontrato con quelli della burocrazia: «Ed è per questo che non condividiamo osservano le varie sigle l'istituzione di un organismo, il Comitato tecnico-scientifico, dalle funzioni meramente consultive, che contribuirebbe solo ad appesantire modi e tempi delle decisioni». La richiesta inoltrata alla Regione è invece quella di procedere direttamente, con delibere di Giunta o attraverso ordinanze del presidente, utilizzando strumenti di consultazione permanenti sul territorio.