Data: 16/10/2023
Testata Giornalistica: CORRIERE DELLA SERA |
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Bonus fiscali, l’ipotesi di una sforbiciata a partire dagli 80 mila euro di reddito Il governo lavora al taglio delle detrazioni. La manovra oggi in Consiglio dei ministri
ROMA Troppo complesso il riordino delle oltre 620 detrazioni, deduzioni ed esenzioni fiscali, che custodiscono un tesoretto di 82 miliardi. Per dare progressività all’Irpef del 2024 con tre aliquote, e fare cassa, il governo sembra orientato a seguire la strada più breve: nuovi tetti di spesa ammissibile alle detrazioni e un taglio automatico al loro importo, in base al reddito dei beneficiari. Già dal 2020 il valore delle detrazioni si riduce dai 120 mila euro di reddito fino ad annullarsi a 240 mila. Secondo alcune indiscrezioni queste soglie verrebbero ridotte a 80.000 e 200.000 euro. L’operazione accompagnerebbe il primo modulo della riforma Irpef e la legge di Bilancio 2024, oggi in Consiglio dei ministri, con il taglio del cuneo contributivo per i dipendenti sotto 35 mila euro, una rivalutazione parziale delle pensioni, un piccolo adeguamento per quelle più basse, la conferma di quota 103 e Ape sociale, 5 miliardi per i contratti dei dipendenti pubblici e 3 per la sanità, per un totale di 24 miliardi. La manovra sulle detrazioni punterebbe a garantire una miglior distribuzione della nuova Irpef, ma anche a fare cassa per pagare la riforma. Se il decalage interessa solo i contribuenti più ricchi, un milione, i tetti alla spesa dovrebbero valere per tutti. Secondo alcune anticipazioni le detrazioni del 19% per le spese sanitarie, i mutui prima casa e l’istruzione dei figli non verrebbero toccate, ma per le altre si ipotizza un tetto di mille euro di spesa ammissibile, cioè una detrazione massima di 190 euro. Potrebbe riguardare le spese per lo sport dei ragazzi, quelle funebri, veterinarie, i compensi alle agenzie immobiliari, le assicurazioni contro la morte e l’invalidità, gli affitti per gli universitari. Per il calcolo del reddito ai fini delle detrazioni si dovrebbe tener conto anche di quelli tassati a parte, come le rendite finanziarie. In compenso potrebbero esserci detrazioni nuove o rafforzate per le assicurazioni contro le calamità naturali. La prima manovra sulle «spese fiscali» attutirebbe solo in parte l’effetto positivo dell’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito con l’aliquota al 23% sui i primi 28 mila euro (con un guadagno di 260 euro per tutti i redditi superiori) e della no-tax area a 8.500 euro per tutti. In Consiglio dei ministri è atteso anche il decreto che introduce la Global minimum tax al 15% per le grandi imprese multinazionali e le misure per incentivare il reshoring, il ritorno delle produzioni delocalizzate all’estero. Il governo potrebbe spingersi ad attivare anche la «mini Ires» per le imprese che assumono donne, giovani, ex percettori del Reddito, o che reinvestono in azienda gli utili maturati. Via libera anche al decreto da 3,2 miliardi per l’adeguamento delle pensioni 2023, finora parziale, le retribuzioni dei dipendenti pubblici e alla spesa per coprire i nuovi flussi migratori. Nel pomeriggio il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sarà a Bruxelles per un Ecofin importante sia per la manovra che per la presidenza Bei, cui è candidato Daniele Franco. |
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