Non sarà una vittoria definitiva, ma l'accoglimento al Tar del ricorso contro il nulla osta ministeriale al passaggio dei filobus sulla strada parco rappresenta per i residenti del comitato Strada Parco Bene Comune un importante riconoscimento delle proprie ragioni e della legittimità a presentare il ricorso stesso, fatto impugnato dai legali avversi. Per le controparti, leggi il Ministero alle Infrastrutture e Trasporti, la Regione Abruzzo, la società Tua e i Comuni di Pescara e Montesilvano - con intervento ad opponendum della Colas Rail Italia Spa - è un'occasione per riflettere su quanto fatto o non fatto finora e correggere gli errori per rendere realizzabile il progetto della filovia: progetto che in vent'anni si è caratterizzato per le ingentissime spese (oltre 12 milioni) a fronte di nessun risultato concreto per la trasportistica pubblica tra Montesilvano e Pescara.
LA MOBILITAZIONE Il ricorso accolto è quello inoltrato al Tar dal suddetto comitato, rappresentato dagli avvocati Claudio e Matteo Di Tonno, dopo aver cercato invano nell'aprile scorso di ottenere un tavolo di confronto con Tua e gli altri enti coinvolti. Coordinato da Antonella De Cecco, Maurizio Biondi e Ivano Angiolelli, il comitato si era quindi mobilitato in primavera con la raccolta di centinaia di firme per bloccare il nulla osta concesso dal ministero dei Trasporti all'introduzione del filobus elettrico. «Un nonsenso giuridico perché condizionato da 10 prescrizioni», così Angiolelli ha definito in quei giorni il nulla osta del ministero. «Lo è perché in esso si chiede di rimuovere le barriere architettoniche, cosa che a noi appare impossibile». Tutela ambientale e sicurezza stradale sono i presupposti su cui si fondano gli interventi da realizzare sulla strada parco, con prescrizioni riassunte nel pronunciamento del Tar. «C'è un problema di attraversamenti e noi ci opporremo a un nuovo cappio, cioè a una nuova sorta di ferrovia con i disagi che essa comporta, e difenderemo il verde che si vorrebbe eliminare» ha detto ieri Angiolelli. Nel mirino del comitato Strada parco bene comune anche il vettore elettrico scelto - il Van Hool Exquicity - con batterie non sufficienti a coprire i percorsi. «Una volta abbassate le bretelle del filobus, le batterie hanno una capacità per 4 chilometri, mentre la distanza sarebbe di 4.8 chilometri. Il filobus si fermerebbe su viale Marconi» ha osservato Angiolelli. Criticità, queste, evidenziate anche dalla Colas Rail.
DELIBERA FANTASMA La notizia del ricorso accolto dal Tar, pubblicata sulla bacheca Facebook del comitato, ha raccolto reazioni entusiastiche. Ad esultare, anche il consigliere Mirko Frattarelli. Di tutt'altro tenore l'atmosfera in Comune dove si sta già pensando a come rimettere il filobus in carreggiata, in senso letterale. Intanto ieri mattina in consiglio comunale la consigliera Pd Stefania Catalano ha incalzato la maggioranza con una interrogazione urgente in merito alla delibera fantasma, cioè l'atto che giustifica i lavori per la realizzazione di quattro corsie su viale Marconi, cioè lungo il percorso della filovia stessa. Il Tar rimanda a una rinnovata valutazione ambientale che includa aspetti legati alla sicurezza e accoglie il ricorso, «salvi gli ulteriori provvedimenti che l'amministrazione potrà adottare nel rispetto di quanto indicato in motivazione».
«Il provvedimento dei giudici è inspiegabile con gli argomenti del diritto e da impugnare immediatamente al Consiglio di Stato». Così il sindaco Carlo Masci commenta l’ordinanza del Tar che ferma la filovia. «Pescara ha necessità di un trasporto pubblico su percorso dedicato per portare avanti quella transizione ecologica oggetto degli impegni governativi con l’Europa e diminuire le immissioni di CO2 da mobilità privata inquinante, per abbattere il numero di 100mila autovetture che entrano in città ogni giorno - dice il sindaco -. Questo non può succedere passando da centomila auto a zero, come qualcuno pretenderebbe: la strada parco è nata per questo, altrimenti la mobilità tra Montesilvano e Pescara e dentro la nostra città continuerà a essere un concentrato di smog». Masci ricorda che la stazione appaltante è Tua.