Data: 11/07/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Binari della metro mai ultimata: parte la rimozione in via da Vinci Lavori da oggi per cancellare la contestata opera voluta circa vent'anni fa dalla giunta Tempesta
Si temono disagi per la circolazione. Gli uffici tecnici comunali: «Chiediamo scusa alla cittadinanza» L'AQUILA Tranvia di superficie, partono i lavori per la rimozione dei binari in via Leonardo da Vinci. L'assessore comunale alle Opere pubbliche Vito Colonna ha, infatti, annunciato che a partire da questa mattina inizieranno i lavori per la rimozione dei binari della metropolitana di superficie su via Leonardo da Vinci e il rifacimento del manto stradale. «Chiediamo scusa» dichiarano gli uffici tecnici «per il disagio procurato alla cittadinanza».Sulla rimozione dei binari era intervenuto, il 19 dicembre scorso, nell'ultimo consiglio del 2022, anche il consigliere comunale Lorenzo Rotellini (L'Aquila coraggiosa) che, in una interrogazione, chiedeva di conoscere la situazione riguardante la rimozione delle rotaie su via Leonardo Da Vinci. Con la rimozione di un altro tratto di binari si avvia a conclusione una delle vicende più sofferte degli ultimi decenni della storia dell'Aquila, ovvero la metropolitana di superficie, portata in città agli inizi degli anni 2000 da Sergio De Paulis, assessore alla viabilità della giunta dell'allora sindaco Biagio Tempesta.All'epoca, il Comune dell'Aquila aveva infatti risposto a un bando dell'Unione europea per il cofinanziamento di un sistema di trasporto con una capacità di quasi 2000 persone l'ora, che collegasse due punti importanti della città, nel caso specifico il centro con l'ospedale San Salvatore, e che entrasse in centro storico "a punta di lancia". Il sistema prevedeva l'utilizzo di 7 veicoli STE3 da 25 metri a guida vincolata su gomma prodotti dalla Translhor, con corse distanziate 7 minuti l'una dall'altra. Immediatamente i gruppi di minoranza e alcuni comitati cittadini si opposero all'opera (da svariati milioni di euro) facendo notare che il progetto era troppo costoso e che il sistema scelto non era usato in altri luoghi. Tra contenziosi civili, penali e amministrativi, l'unica cosa certa è che l'opera non è stata mai completata. Nel 2009, anno del sisma, il Comune dell'Aquila ha imboccato senza tentennamenti la strada della revoca del contratto con la Cgrt, il raggruppamento temporaneo di imprese che aveva ricevuto l'incarico, attraverso il ricorso a un project financing, di realizzare e poi gestire la tranvia. Un'opera rimasta incompiuta e che ha lasciato in eredità alla città, oltre all'enorme esborso di denaro, anche i contestati e pericolosi binari.Nel frattempo, dopo il fallimento, Translhor è stata trasformata in Ntl NewTranslhor, e di recente è stata acquisita da Alstom, il colosso dei treni ad alta velocità. Nel resto del mondo, il sistema è attualmente utilizzato in sei città, e in teoria aveva alcuni vantaggio rispetto ai tram tradizionali su ferro. Un sistema che sulla carta avrebbe dovuto essere più silenzioso, in grado di superare grosse pendenze, ed anche più economico. In realtà, parte dei vantaggi economici - strada facendo - si sono rivelati piuttosto effimeri.
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