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Data: 04/07/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Beffati anche i treni: niente alta velocità sulla Pescara-Roma L'ira di Marsilio contro Pd e M5S: «Hanno smentito Conte» Ma i parlamentari abruzzesi replicano: «Fa propaganda»

PESCARA Doccia fredda per l'Abruzzo: si rischia lo stop all'alta velocità. Bocciato, infatti, il relativo emendamento al decreto Rilancio. Furibondo il governatore Marco Marsilio, secondo cui «la maggioranza giallorossa ha clamorosamente smentito Conte». I parlamentari abruzzesi di maggioranza, però, tranquillizzano i cittadini: «la tratta Pescara Roma è una priorità su cui stiamo lavorando», ma bisogna «evitare che emendamenti strumentali che sanciscono l'ovvio siano utilizzati per fini propagandistici dal presidente di Regione».Ad annunciare l'avvio dell'alta velocità sulla tratta ferroviaria era stato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a inizio giugno, nel corso della conferenza stampa sulla Fase 3, nel giorno delle riaperture e parlando del futuro dell'Italia, per poi ripeterlo in altre occasioni.
DIETROFRONT. «La commissione Bilancio della Camera ha bocciato l'emendamento di Mauro Rotelli (Fdi) che inseriva la Roma-Pescara nell'elenco delle opere ferroviarie per lo sviluppo del Mezzogiorno», afferma il governatore Marsilio, che attacca la maggioranza, colpevole di aver «clamorosamente smentito Conte».L'emendamento in questione era stato fortemente voluto proprio dal presidente di Regione, che aveva invitato tutti i parlamentari abruzzesi a sottoscriverlo, per sostenere l'intervento infrastrutturale, anche in considerazione del fatto che nel decreto "Rilancio" all'articolo 208 ("Disposizioni per il rilancio del settore ferroviario"), nel comma 3, tra le direttrici ferroviarie per cui si prevede la realizzazione dei progetti di fattibilità tecnico-economica degli interventi di potenziamento con caratteristiche di alta velocità, non c'era, contrariamente alle parole di Conte, alcun riferimento alla linea Roma-Pescara.«L'emendamento», sottolinea il governatore, «è stato concretamente presentato solo dal gruppo di Fratelli d'Italia e posto in votazione, ma bocciato dalla maggioranza giallorossa. I parlamentari abruzzesi della maggioranza non solo non hanno presentato l'emendamento in una logica di coesione territoriale, ma hanno permesso anche la sua bocciatura». «Tutto potevo pensare tranne che dopo che il presidente Conte in persona aveva annunciato solennemente che l'alta velocità Roma-Pescara entrava tra le priorità delle infrastrutture strategiche da realizzare al più presto, la sua maggioranza lo smentisse in Commissione bocciando un emendamento che non solo avrebbero dovuto votare, ma persino sottoscrivere visto che combaciava perfettamente con i programmi annunciati dal premier». Secondo Marsilio si tratta di «un'altra brutta pagina per l'Abruzzo».
LA REPLICA. I parlamentari abruzzesi giallorossi però respingono ogni accusa attraverso una nota diffusa da Gianluca Vacca (M5s): «La maggioranza non smentisce assolutamente le affermazioni del premier Conte sull'alta velocità Pescara Roma, ma tutela il lavoro delle commissioni che questo Governo svolge con serietà e cura, evitando che emendamenti strumentali che sanciscono l'ovvio siano utilizzati per fini propagandistici dal presidente di Regione Abruzzo. La tratta Pescara-Roma», sottolineano, «è una priorità su cui stiamo lavorando e il presidente Marsilio lo sa bene, avendo firmato lui stesso il protocollo di intesa con Nicola Zingaretti, ministero e Rete ferroviaria italiana. Sono queste le uniche motivazioni per cui l'emendamento di Fratelli D'Italia non è stato votato».
A TEMPO SCADUTO. «Sul piano tecnico, tra l'altro», spiegano i parlamentari, «Marsilio ha inviato la richiesta per presentare questo inutile emendamento il giorno dopo la scadenza dei termini, probabilmente con il solo fine di potersi concedere qualche slogan sui giornali locali. Se il presidente Marsilio vuole lavorare con la maggioranza di Governo siamo disponibili, ma non consentiremo che una seria programmazione dell'opera, già nell'agenda dei lavori e all'attenzione di questo Governo, sia fagocitata dalla smania di propaganda» concludono.

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