ROMA Si avvicina il giro di vite. In un vertice d'emergenza, una sorta di gabinetto di guerra contro la seconda ondata dell'epidemia che ieri ha fatto schizzare i nuovi contagi a quota 5.724 (352 più di venerdì, con 29 morti) Giuseppe Conte e i capidelegazione rosso-gialli Dario Franceschini, Roberto Speranza, Alfonso Bonafede e Teresa Bellanova hanno cominciato ad analizzare, assieme al ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, le nuove misure per tentare di contrastare la diffusione del virus.
Ad aprire l'incontro durato oltre tre ore, mentre su palazzo Chigi piovevano i dati drammatici dell'epidemia, è stato il ministro della Salute Speranza - da sempre alfiere della linea della «massima cautela» - che ha illustrato l'andamento dei contagi, il livello cui è giunto l'indice di trasmissibilità Rt (1,06), la tenuta del sistema sanitario: per ora buona. Ed è stato affrontato il nodo (spinoso) del tracciamento dei positivi
RISCHIO TRACCIAMENTO Sopra quota 3.500 contagi al giorno è ormai difficile, vista la mole di lavoro che si abbatte sugli uffici territoriali, individuare e fare il tampone a tutte le persone entrate in contatto con le persone risultate positive. Tanto più che l'app Immuni non è ancora «sufficientemente diffusa» (nonostante l'impennata degli ultimi giorni). Da qui il rischio che l'epidemia possa sfuggire di mano. E da qui anche una lunga discussione su come affidare a medici e pediatri di base l'effettuazione dei tamponi e dei test rapidi. «Gli uffici territoriali sono ormai al collasso», è stato osservato.
Nel vertice sono state esaminate soprattutto le nuove misure restrittive. L'estensione dell'obbligo della mascherina all'aperto e negli uffici non sembra bastare, infatti, a contenere la diffusione del virus: per l'Istituto superiore della Sanità e il ministero della Salute ci sono «segnali significativi di forte criticità».
CONTAGI IN FAMIGLIA Le ipotesi di intervento analizzate a palazzo Chigi, con Franceschini e Speranza alfieri della «massima cautela», riguardano anche le famiglie. Durante il vertice, infatti, il ministro della Salute ha ricordato che il 75% dei contagi avviene dentro le mura domestiche. Dovrebbe perciò essere fissato il divieto di svolgere feste private e verrà introdotto un limite massimo di 20-30 invitati (ma non è deciso) per matrimoni, battesimi, comunioni, cresime.
NO EVENTI PUBBLICI Sulla linea assembramenti vietati, il governo dovrebbe proibire eventi pubblici come manifestazioni, fiere, mercatini e assembramenti nei parchi e davanti a scuole, uffici e luoghi pubblici. Prevista anche «la limitazione di partecipazione del pubblico agli eventi sportivi nonché agli spettacoli aperti al pubblico» con il dimezzamento degli attuali limiti di 1000 partecipanti all'aperto e dei 200 al chiuso. Si va inoltre verso una riduzione anche degli spettatori in cinema, teatri, sale da concerto con «la massima cura per i distanziamenti».
TAVOLI DA 6 MASSIMO Il governo è anche orientato a stabilire un limite di 6 persone sedute allo stesso tavolo nei ristoranti e a introdurre l'obbligo di consumare cibi e bevande esclusivamente seduti. Per fermare la movida si va inoltre verso il divieto (dalle 21 in poi) di bere e restare in piedi fuori da bar, pub e ristoranti, che verranno chiusi anticipatamente: alle 24, invece delle 22 o 23 come inizialmente previsto. Durante la riunione si è discusso a lungo su questo punto: Conte e la Bellanova, preoccupati per le ricadute economiche su un settore già duramente colpito dal Covid, avrebbero voluto evitare le chiusure anticipate, stabilendo solo il divieto di sostare in piedi davanti ai locali. Ma Speranza e Franceschini hanno tenuto il punto.
SMART WORKING Altre strette riguarderanno il lavoro in ufficio: per ridurre le occasioni di contagio e l'affollamento su bus e metro verrà «fortemente raccomandato» lo smart-working.
Cts, 3 scenari di contagio così scatteranno i blocchi fino al lockdown totale
ROMA Non è ancora la Bibbia con le regole con cui tentare di combattere l'epidemia: prima, probabilmente tra oggi e domani, deve arrivare il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Ma il Comitato tecnico scientifico (Cts) ha elaborato un documento, una sorta di cassetta degli attrezzi, con tre scenari di diffusione del virus per ognuno dei quali vengono indicate le misure da adottare per fronteggiare in modo adeguato il Covid-19. E anche di questo parlerà oggi con il Cts il ministro della Salute, Roberto Speranza, in una riunione «urgente» per valutare l'impennata dei contagi. E stabilire le regole per i lockdown comunali e provinciali.
IL PRIMO SCENARIO E' quello attuale ed è denominato «scenario giallo». La trasmissibilità del virus è sostenuta e diffusa su tutto il territorio nazionale, ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo: l'indice Rt di trasmissibilità è tra 1 e 1,25. L'obiettivo è il contenimento e la repressione dei focolai epidemici e il Cts suggerisce il rafforzamento del distanziamento sociale, l'istituzione di zone rosse locali, la spinta verso lo smart working al fine di ridurre i rischi di contagio negli uffici e di limitare l'affollamento nei trasporti pubblici. Prevista a questo stadio anche «l'interruzione delle attività sociali, culturali e sportive maggiormente a rischio», come discoteche (già chiuse), palestre e bar, anche solo su base oraria. Ad esempio chiusura anticipata alle 23. Il Cts per questo scenario introduce anche la possibilità di limitare la mobilità della popolazione «in aree geografiche sub-regionali». Vale a dire Comuni e Province, come potrebbe accadere a Napoli o a Milano dove i contagi sono a livelli allarmanti. Per la scuola suggerito lo scaglionamento a rotazione delle lezioni tra mattina e pomeriggio, didattica a distanza negli istituti superiori, chiusura temporanea di scuole e università in ragione del numero dei casi sospetti. Prevista anche la sospensione di «alcuni insegnamenti che presentano condizioni di rischio elevato», come la ginnastica.
IL SECONDO SCENARIO E' lo scenario «arancione» in cui potrebbero precipitare alcune Regioni come Lombardia, Campania, Basilicata. La trasmissibilità è sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo: Rt tra 1.25 e 1,5. L'obiettivo: «Mitigazione della diffusione del virus». Il Cts raccomanda in questo caso «interventi straordinari estesi, con lockdown temporanei (2-3 settimane) in Comuni e Province». Le misure suggerite vanno da un inasprimento del distanziamento sociale, all'interruzione delle attività sociali, culturali, sportive a maggior rischio di assembramento. Confini sbarrati e mobilità «ristretta» tra Regioni e dentro le Regioni. Non è esclusa l'interruzione di alcune attività produttive «con situazioni di rischio». Per il settore scolastico le misure sono simili, anche se più stringenti, a quelle previste per il lo scenario giallo.
IL TERZO SCENARIO E' quello più grave ed è il «rosso». Quello che il governo non vorrebbe mai dover affrontare: il virus ormai si diffonde in modo incontrollato (indice Rt oltre 1,5), con criticità per la tenuta del sistema sanitario nel breve periodo. Insomma, gli ospedali e in particolare le terapie intensive sono vicini al collasso. In questo caso il Cts indica come obiettivo la «mitigazione della diffusione del virus, ponendo fine alla trasmissione comunitaria diffusa». Il primo step sarebbero «restrizioni» della circolazione tra Regioni e/o Province. Il lockdown sarebbe generalizzato, come tra marzo e inizio maggio. Per le scuole il Cts, in questo scenario, propone la chiusura degli istituti scolastici e delle università con didattica a distanza «ove possibile». Di questo, ma anche dei test rapidi da far effettuare a medici e pediatri di base per evitare il collasso dei drive-in e degli ospedali, parlerà oggi Speranza con gli esperti del Cts. Verrà inoltre valutata la tenuta del sistema di contact tracing, indispensabile per individuare e rintracciare chi è stato in contatto con chi è risultato positivo al virus.