L'AQUILA Il coordinatore regionale della Lega, Giuseppe Bellachioma, potrebbe presentare, già oggi, le dimissioni, aprendo la strada al commissariamento del partito. La clamorosa indiscrezione è emersa nella giornata di ieri, all'indomani del blindatissimo vertice che si è tenuto la sera prima all'hotel Villa Luigi, tra Alba Adriatica e Villa Rosa. Al momento si tratta solo di un'ipotesi che ha incrinato la cortina di silenzio imposta dallo stesso leader a tutti i partecipanti. Dopo la durissima reprimenda di Salvini, Bellachioma, con responsabilità, si sarebbe caricato l'onere di quanto accaduto finora, rimettendo il mandato nelle mani del Capitano, al termine di una riflessione che potrebbe, appunto, durare fino a oggi. Tra gli iscritti girerebbe anche un Whatsapp a suffragare questo tipo di volontà. Si vedrà. Di certo nel mirino del vertice è finito l'andazzo in Regione, culminato con l'affaire-Fioretti, il caso (comunque non affrontato in riunione con Salvini) relativo alla nomina della moglie dell'assessore, Caterina Longo, in seno alla Commissione adozioni internazionali. Una decisione, che spetta alla Regione, che Marsilio ha sì annunciato tramite nota ufficiale, ma sulla quale non avrebbe dato alcun tipo di placet. Risentendosi, e non poco, quando la storia gli è stata scaricata addosso con la richiesta, formulatagli dallo stesso Bellachioma, di defenestrare l'assessore.
Salvini immediatamente dopo l'incontro di Martinsicuro era stato chiaro: «Non sono qui a parlare di beghe, con Marsilio parlerò io». Aprendo, di fatto, a un commissariamento che potrebbe a breve materializzarsi. Il governatore ieri ha aperto al confronto e anche a un incontro de visu. Il Capitano l'altra sera si è mostrato molto infastidito, imponendo la consegna, rigidissima, del silenzio assoluto, perché la Lega finora è assurta alle cronache soprattutto per cose a impatto negativo. Nel mirino del leader sono finite la questione referendum - le tensioni per approvare l'istanza proposta dal partito -, l'aumento degli stipendi dei manager Asl deciso dall'assessore Nicoletta Verì, i provvedimenti contestati (la legge sui Trabocchi impugnata dal governo e il calendario venatorio bloccato dal Tar), le nomine su cui la Lega non è riuscita a imporsi, in generale i rapporti all'interno del partito e con le sue articolazioni istituzionali sul territorio. E' chiaro che, visti i risultati elettorali, Salvini si aspettava tutt'altro. Soprattutto nei contenuti. Da qui la lavata di capo, durata due ore, anche con toni accesi.
Oggi potrebbe essere una giornata molto importante. Il caso Fioretti, finora non affrontato direttamente da Salvini, ieri ha vissuto un'altra puntata. L'assessore si è regolarmente presentato in giunta, nonostante il clima teso e le voci di una imminente rimozione. Marsilio, senza indicazioni precise dalla Lega, non ha assunto decisioni di sorta. E così i due si sono visti in giunta, alle 17, faccia a faccia. Senza parlarsi, così come raccontano fonti interne. Il governatore si è premunito di stoppare sul nascere l'inserimento fuori sacco, chiesto dallo stesso Fioretti, di una sua delibera. Senza che nessuno, ovviamente, abbia opposto resistenza. Ad eccezione dello stesso assessore nel mirino. A quanto è emerso è fallito anche il tentativo di provare a convincere la Longo a fare un passo indietro e ritirarsi dall'incarico. Così come Fioretti non sembra affatto intenzionato a dimettersi.