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Data: 07/08/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO

«Autostrade, tempi maturi: Sdp può riavere la gestione» Parla il presidente Ramadori: «Per il Ministero è questa l'unica via di uscita» Il Consiglio dei ministri decide oggi Pronto il decreto che chiude il lungo braccio di ferro con Mit e Anas

Strada dei Parchi, un ritorno al futuro. La decisione che il Cdm prenderà oggi riporta indietro di una anno le lancette del tempo. Ridà alla società di Carlo Toto la gestione di A24 e A25. Per il governo è l'unica strada percorribile, come spiega al Centro il presidente di Sdp, Cesare Ramadori.Presidente Ramadori, facciamo il punto. Qual è il costo che Strada dei Parchi ha pagato in questo estenuante braccio di ferro con il Mit e l'Anas?Strada dei Parchi ha pagato un costo molto alto in termini economici, reputazionali e di rallentamento dei propri piani di sviluppo. In termini economici e finanziari, Sdp ha effettuato investimenti, sostenuto maggiori costi e minori introiti per circa 2,3 miliardi di euro, così come certificato dai Commissari nominati dal Tribunale di Roma: si è detto più volte di un indennizzo pari a questo importo, ma la liquidazione dei 2,3 miliardi di euro anticipati da Strada dei Parchi non ha natura risarcitoria perché è il semplice pagamento di crediti che la società vanta nei confronti del Ministero e che si sono generati, ad esempio, per l'investimento nella realizzazione delle complanari per l'ingresso a Roma, il completamento della tratta teramana, il blocco delle tariffe che il Ministero ha disposto, d'intesa con la Concessionaria, a partire dal 2015. In questa situazione di esposizione, l'improvviso venir meno del flusso di ricavi, dopo la revoca della concessione, ha provocato una generale tensione finanziaria che ultimamente si va allentando grazie al riconoscimento di una prima provvisionale disposta dal Tribunale di Roma per 500 milioni di euro, cui auspichiamo segua la liquidazione della restante parte del credito.Inutile specificare il costo sostenuto dalla società in termini economici, provocato dall'esigenza di mantenere comunque efficiente la struttura organizzativa in attesa delle determinazioni del Ministero, per tacere poi del grave danno d'immagine che si è esteso a tutto il Gruppo Toto, costretto a dismissioni e disinvestimenti a valori non congrui per far fronte alle necessità di cassa. In questi termini, il risarcimento contrattualmente previsto per la revoca anticipata pari a circa 300 milioni di euro e il valore stimabile in alcuni miliardi di euro per il danno reputazionale e le perdite sui disinvestimenti cui l'intero Gruppo è stato costretto, rappresentano solo un parziale ristoro del danno subito. E quali sono state le conseguenze sull'intero Abruzzo?L'Abruzzo ha visto rinviato di un ulteriore anno, il decimo purtroppo, l'apertura dei cantieri per la messa in sicurezza sismica dell'Autostrada, già disposta nel lontano 2012 con la legge 228 che ne aveva riaffermato la natura strategica a fini di Protezione civile.Sdp ha da tempo predisposto progetti per svariati miliardi di euro di lavori, in larga parte già finanziati, con i quali una vetusta autostrada progettata secondo gli standard degli anni Sessanta sarà trasformata in una delle più moderne autostrade d'Europa, con riduzione delle emissioni di gas serra, minori consumi e riduzione del tasso di incidentalità e di mortalità. Questo si è tradotto ancora una volta in minori posti di lavoro nell'ordine di grandezza di alcune migliaia fra occupazione diretta e indotto, mentre ha rinviato nel tempo la disponibilità di una infrastruttura più adeguata alle attuali esigenze di sviluppo e di crescita regionale. Lo sviluppo economico regionale è la principale vittima di questo incomprensibile atteggiamento di assoluta inerzia da parte di chi è istituzionalmente chiamato ad assumere decisioni.A questo punto chi rischia di più e perché?Il principale rischio lo corre la nostra Comunità regionale, per svariati motivi. In primo luogo, il protrarsi delle situazioni di incertezza sul destino di Strada dei Parchi non può che ripercuotersi sull'intero Gruppo Toto che, mi fa piacere ricordarlo, dà lavoro direttamente ai suoi 1.700 dipendenti e indirettamente attraverso l'indotto ad circa altri 6.000 lavoratori: stiamo parlando di circa il 2% degli occupati dell'intera regione. Questi lavoratori meritano attenzione e rispetto. In secondo luogo, rischia l'Abruzzo, che vede la sua arteria autostradale strategica di collegamento con la capitale declassata, per usare una espressione molto efficace coniata dalle organizzazioni sindacali, a "Tratturo magno". In terzo luogo, il sistema economico regionale rischia un rallentamento della fase di ripresa che, da troppi anni, segna il passo, a causa del mancato avvio di lavori per svariati miliardi di euro, in gran parte già finanziati. Ma rischia molto anche lo Stato perché tra qualche mese la Corte Costituzionale si pronuncerà sul provvedimento di revoca e, nel caso ne dichiarasse l'incostituzionalità, si aprirebbe uno scenario di risarcimento danni e di danno erariale rilevante, con il coinvolgimento diretto di massimi vertici politici.La via d'uscita esiste: qual è secondo lei?Il rispetto delle regole elementari di uno Stato di diritto: mantenimento degli obblighi contrattuali da parte del Ministero, che nel caso di Strada dei Parchi lo Stato ha assunto per legge; presa d'atto della inesistenza delle ipotesi accusatorie su minori manutenzioni e pericoli per il trasporto così come con esemplare chiarezza affermato dalle sentenza dei Tribunali dell'Aquila e Teramo e, conseguentemente, annullamento della revoca della concessione che su tali ipotesi era stata costruita. Sdp ha fatto tutto quanto era nelle proprie possibilità: ora la responsabilità di chiudere nel migliore dei modi l'intera vicenda, perseguendo l'interesse superiore della comunità abruzzese e nazionale, è di chi è preposto ad assumere le decisioni nel rispetto della legge. Si proceda, dunque, nel chiudere questo annus horribilis e si riattivi la Concessione, alle condizioni già stabilite di riequilibrio che consentiranno di non aumentare le tariffe e avviare subito i cantieri; lo si faccia, da un lato, senza rincorrere irrealistiche ipotesi di ingiuste, illegittime e non sopportabili cancellazioni di crediti pregressi della concessionaria da parte dello Stato; dall'altro, senza illusioni di grandi redditività da parte di Strada dei Parchi che, chiamata a gestire un'autostrada di montagna a traffico limitato e a elevate manutenzioni, a esclusione di un anno, ha sempre chiuso i propri bilanci senza realizzare extra profitti, a differenza di altri concessionari, vere e proprie fabbriche di dividendi, che sono stati premiati con ricche liquidazioni pur essendo a volte responsabili di gravi tragedie.
 

07 agosto 2023 il centro

 

Il Consiglio dei ministri decide oggi Pronto il decreto che chiude il lungo braccio di ferro con Mit e Anas

Oggi, nell'ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva, verrà approvato il Decreto trasporti che contempla anche la riassegnazione della concessione dell'A24 (Roma-L'Aquila-Teramo) e A25 (Torano-Pescara) alla società Strada dei Parchi del Gruppo Toto, da un anno espropriata dalla gestione con una decisione unilaterale dell'ex governo Draghi e del Ministero delle Infrastrutture. Le due autostrade sono gestite attualmente da Anas. La vicenda, davvero complessa, è scaturita un altro caso, tragicamente noto alle cronache ma che con l'Abruzzo non aveva nulla a che vedere: il crollo del Ponte Morandi, a Genova, in concessione alla famiglia Benetton. Dopo quella tragedia che causò la morte di 43 persone, il governo, all'epoca guidato da Giuseppe Conte, approvò con il decreto Milleproroghe un articolo, il 35, che dettava nuove disposizioni in materia di concessioni autostradali. L'intenzione era quella di semplificare la revoca della concessione ad Aspi e quindi ai Benetton ma non è stata mai attuata in quei termini. Anzi, accade il contrario quando, nel 2022, Autostrade per l'Italia passa a Cassa depositi e prestiti, con un'operazione da 8,2 miliardi che finisce per premiare l'ex concessionario. Ma pochi mesi dopo, il governo guidato da Mario Draghi toglie l'A24 e l'A25 alla famiglia Toto, applicando quell'articolo 35 nonostante che in Abruzzo non fosse mai accaduto alcun incidente per mancate manutenzioni.I fatti hanno poi dato ragione a Strada dei Parchi. Prima le due sentenze dei tribunali dell'Aquila e Teramo, che hanno escluso la mancanza di manutenzione e il rischio per gli automobilisti che percorrono A24 e A25; poi, e di recente, un decreto del Mit e del Mef, che fanno capo al governo Meloni, ha riconosciuto alla società di Toto un anticipo del risarcimento di 1,2 miliardi, su un totale di 2,3 miliardi quantificato dal Tribunale di Roma. E per ultima, un'ordinanza dello stesso tribunale ha imposto al Mit di pagare subito mezzo miliardo a Sdp. Una vicenda assurda per la quale oggi dovrebbe arrivare l'epilogo

 

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