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Data: 13/04/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO

«Autostrade, non solo pedaggi necessario il potenziamento». La Cna: «Senza nuove infrastrutture la regione è destinata presto a morire». I sindaci sono ancora in attesa della convocazione del ministero

L'AQUILA Non solo caro pedaggi e sicurezza delle autostrade: il nodo che riguarda le infrastrutture abruzzesi è sempre più difficile da sciogliere. Le criticità sono molte e riguardano diversi settori, per cui per riuscire a trovare il bandolo della matassa bisognerebbe allargare lo sguardo e considerare la rete infrastrutturale nel suo complesso: porti, autostrade e ferrovie. Ne è convinta Luciana Ferrone, presidente regionale di Cna Fita Abruzzo: «Quando una regione non ha le infrastrutture necessarie a sostenerla, quella regione muore - spiega - Non si va avanti economicamente e tutto questo si traduce in un disastro».
DOSSIER
I "dossier" ancora aperti in termini di infrastrutture infatti sono ancora molti in Abruzzo e tutti vengono affrontati singolarmente, per cui secondo Ferrone è evidente che «manca una visione di insieme». La regione dunque dovrebbe puntare a una maggiore competitività secondo la presidente regionale di Cna Fita: «Si può pensare a una rete ferroviaria che funziona, a qualcosa che possa incrementare il trasporto marittimo, ma troviamo una soluzione - aggiunge Ferrone - gli effetti si fanno sentire anche a livello imprenditoriale, perché la capacità e la serenità di raggiungere una località fa sì che quella località possa crescere da un punto di vista culturale, lavorativo, commerciale, economico, ma anche turistico. Il discorso portuale in Abruzzo si sta affrontando, penso per esempio al porto di Vasto, ma quando arriveranno le merci dovranno essere consegnate e come si farà? Senza infrastrutture ferroviarie, portuali e stradali non possiamo andare da nessuna parte. Non possiamo pensare di far crescere il Paese e le regioni, o addirittura di istituire Zes, senza una rete infrastrutturale funzionale. Il discorso deve essere quindi affrontato nella sua globalità».
C'è poi la questione della terza corsia sulla A14, altro tema di cui si parla ormai da diverso tempo. «Quella abruzzese è un'autostrada insufficiente a supportare il carico che abbiamo, del resto risale a più di cinquant'anni fa, quando il traffico era sicuramente diverso rispetto a quello odierno - prosegue Ferrone - Sulla terza corsia non c'è ancora una progettazione eppure i lavori ci sono e creano disagi, il traffico è aumentato e di conseguenza si vengono a creare veri "imbuti". Si parla di un tratto molto particolare, per cui anche quando verranno chiusi questi cantieri non ci sarà una soluzione, ma ci sarà sempre qualche opera manutentiva da portare avanti». La presidente di Cna Fita Abruzzo punta poi il dito contro la gestione di queste criticità: «Sono tutti sordi ormai, siamo di fronte a una politica che non riesce a rispondere alle esigenze del territorio - spiega - L'auspicio è che il governo centrale si decida a portare avanti un progetto serio sulla terza corsia. Anche la nostra Regione deve fare la sua parte: bisogna programmare questa opera che è diventata una chimera. Come si intende risolvere? È arrivato il momento dei fatti - conclude - Non c'è tempo per idee, ma servono fatti concreti».
IL FRONTE
Sul fronte delle autostrade A24 e A25 tutto tace, i sindaci del Comitato per la lotta al caro pedaggi non hanno ricevuto ancora una risposta dal ministero alle Infrastrutture e ai Trasporti (Mit). I primi cittadini avevano richiesto la convocazione del tavolo tecnico per discutere sul futuro delle due arterie, ma le due possibili date proposte dai rappresentati del disastro di Porta Pia, il 5 o il 12 aprile, sono cadute nel vuoto e dunque si resta in attesa di sviluppi. «La situazione è apparentemente in stallo: da un lato non aumenta il costo dei pedaggi ma dall'altro non si hanno certezze in termini di riduzione e lavori - dichiara William Facchinetti, coordinatore di Cna Fita Abruzzo - Siamo ancora con autostrade piene di cantieri, che vanno molto a rilento, abbiamo il traforo del Gran Sasso a un'unica corsia con limiti di velocità molto bassi e questo per esempio per le imprese si traduce in una riduzione della velocità commerciale. Come Cna siamo impegnati sia per il blocco degli aumenti, sia per la riduzione di tariffe, ma vogliamo anche che le arterie autostradali siano sicure per chi quotidianamente le percorre con mezzi pesanti. Siamo accanto alla battaglia dei sindaci e speriamo in una loro audizione al Mit. L'auspicio è che il ministro possa dare loro delle buone notizie». Facchinetti sottolinea poi che al momento non ci sono in previsione manifestazioni da parte del comparto, ma aggiunge: «Seguiremo con interesse tutto quello che avverrà nei prossimi giorni. Cosa ne sarà della A24 e della A25? Ricordiamo che sono strategiche anche in caso di terremoto perché sono le uniche a garantire l'arrivo dei soccorsi - conclude - L'autostrada è ad oggi in Abruzzo l'unica infrastruttura che collega il versante adriatico a quello tirrenico, speriamo in interventi immediati».

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