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Data: 28/12/2019
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Autostrade, banche e fisco Di Maio incalza il premier: «Vertice a inizio gennaio. Primo passo: tagliare le tasse alle imprese «E ora revochiamo la concessione ad Aspi». La società pronta al muro contro muro ma sospende l'aumento dei pedaggi

ROMA Autostrade, banche e taglio delle tasse. Tre mosse per uscire dall'angolo. E rilanciare così l'azione di governo, cercando di tenere lontani i problemi e i travagli del M5S. Luigi Di Maio pensa all'inizio del 2020. Non solo: nei suoi colloqui di queste ore con i ministri pentastellati annuncia che è pronto a chiedere al premier Conte di «spingere sul pedale del gas» per mandare più veloce l'esecutivo giallorosso.
LE MOSSE Dunque, se non siamo al «Fioramonti chi?» poco ci manca. Il leader pentastellato e ministro degli Esteri in queste ore si è dato l'ordine di non parlare dell'ex titolare dell'Istruzione e nemmeno degli effetti (dirompenti o comunque fastidiosi) della scissione dei grillini alla Camera. Il capo politico dei pentastellati vuole chiedere al premier Conte
un vertice subito dopo la Befana già il 7 gennaio - ma anche prima - con i capi delegazione della maggioranza. Obiettivo: «Un nuovo programma di governo», come ripete da giorni. Un'agenda 2020, con lo sguardo alla fine legislatura, che si muova su tre assi importanti. Il primo, quello più importante anche per disinnescare le mosse di Matteo Salvini, riguarda la pressione fiscale. Pensando «alle piccole e medie imprese». Un modo, ragiona Di Maio, per «dare una boccata d'ossigeno al mondo del commercio e soprattutto per far ripartire i consumi», come ha ripetuto nei giorni di Natale durante la visita nell'hinterland Napoletano.
La seconda mossa riguarda le banche: dopo il passo indietro del senatore Elio Lanutti, nei primi giorni di gennaio ci sarà un'altra votazione interna ai 5Stelle per designare il nome del presidente della commissione (che poi sarà messo al vaglio della maggioranza). In pole position rimane Carla Ruocco. Ma l'importante per Di Maio è dare un «segnale» ai risparmiatori. Anche perché la vicenda della Popolare di Bari rimane di stretta attualità, così come le presunte omissioni di Bankitalia. «Servirà fare luce». In maniera solida. E senza fare sconti, è il pensiero del capo politico pentastellato, «anche al mondo della politica». Infine c'è autostrade, un nodo non da poco che ha già mandato in fibrillazione l'esecutivo la vigilia di Natale. Il Milleproroghe sta per essere firmato dal Colle e andrà in Aula senza accordo. «Chi ha sbagliato deve pagare», va ripetendo a ogni diretta Facebook Di Maio, forte dell'inchiesta di Genova sul crollo del Ponte Morandi. «Nel 2020, una delle prime cose da inserire nella nuova agenda di governo dovrà essere la revoca delle concessioni ad Autostrade, con l'affidamento ad Anas e il conseguente abbassamento dei pedaggi autostradali. Le famiglie delle vittime del Ponte Morandi aspettano una risposta. E noi gliela daremo. Non solo a loro, ma a tutto il Paese». Il ministro degli Esteri smentisce «l'indennizzo di 23 miliardi» per la revoca della concessione ad Autostrade. «Lo ha stabilito una relazione della Corte dei Conti approvata già a novembre, ma resa nota solo nelle ultime ore», specifica.
Con queste tre battaglie da intavolare entro i primi dieci giorni di gennaio, il leader M5S punta a riprendere quota con battaglie identitarie. Parola d'ordine: coraggio. Ma senza fuga in avanti, puntando sul «gioco di squadra» con il resto della maggioranza, a partire dal Pd. D'altronde prima di Natale le parole di Beppe Grillo, sceso a Roma per placare gli animi dei parlamentari, sono state incontrovertibili: «Non dobbiamo avere paura di stringere la mano ai dem». Partendo da questo presupposto, al leader del Movimento non rimane che gettare la sua fiche sul governo.

 

La società pronta al muro contro muro ma sospende l'aumento dei pedaggi

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