Data: 25/09/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Autorità portuale Sospiri: «Nessuno scontro con Ancona» Il presidente del Consiglio regionale: se alla guida sarà scelto un abruzzese sarà per capacità, professionalità, competenza L'ente gestisce beni e servizi
PESCARA «La portualità abruzzese ha un peso specifico all'interno dell'Autorità portuale che va rispettato e che non permetteremo venga sacrificato in virtù di un triste tentativo di strumentalizzazione messo in atto nel bacino marchigiano». Il presidente del Consiglio della Regione Abruzzo, Lorenzo Sospiri, interviene nella querelle scoppiata nelle ultime ore nel territorio marchigiano in riferimento alla composizione delle nuove figure verticistiche dell'Autorità Portuale. «Dunque», osserva Sospiri, «se la guida dell'Organismo verrà affidata a un abruzzese sulla base di capacità, professionalità e competenza, è inconcepibile innescare una polemica tentando di far passare tale scelta come un tentativo del Governatore Acquaroli di compiacere il partito di Fratelli d'Italia ai danni delle Marche, non lo permetteremo e siamo pronti a salire sulle barricate. Sulle cronache marchigiane è apparso un aut aut dal tono "Ora Acquaroli deve dimostrare se vuole bene a FdI o alle Marche", che apre la strada solo alla triste strumentalizzazione di un tema, l'assegnazione di cariche in seno all'Autorità portuale che vede unite Marche e Abruzzo sotto un'unica sigla, con lo scopo evidente di ripiombare i nostri territori in una becera guerra di campanile o, in alternativa, a una pseudo-battaglia politica in seno al centrodestra».Sospiri dichiara di prendere spunto dall'occasione «per proporre una riflessione critica sul futuro della nostra costa e, inevitabilmente, sul ruolo delle nostre portualità, quella marchigiana e quella abruzzese. La costituzione dell'Autorità Portuale e la decisione di unire le forze del corridoio adriatico in un'unica entità, aveva e ha un unico obiettivo: sfruttare al meglio le potenzialità complementari dei nostri scali, renderli "gemelli" a distanza, magari eterozigoti, ma comunque capaci di dialogare, di progettare, di programmare, e soprattutto di divenire importanti competitor rispetto all'altro versante per sviluppare una poderosa portualità commerciale, peschereccia e un traffico passeggeri che avesse e abbia una effettiva capacità attrattiva rispetto alle grandi compagnie che, normalmente, non guardano al versante adriatico con grande interesse, nonostante la straordinarietà del nostro orizzonte».L'unione con le Marche è stata contrastata da chi, in Abruzzo, avrebbe preferito essere collegato al versante laziale sfruttando delle connessioni che sono evidenti da decenni: un ottimo collegamento autostradale che permette di raggiungere la capitale in due ore appena; uno straordinario aeroporto che a tutti gli effetti è considerato il terzo scalo aereo del Lazio; una storia di marketing territoriale e turistico che da sempre rende l'Abruzzo, le sue montagne, il suo mare, e lo stesso porto come meta privilegiata dei laziali. «Requisiti, tradizione», precisa Sospiri, «che non hanno però inciso sulle scelte portuali e hanno fatto sì, piuttosto, che l'Abruzzo venisse posto sotto l'egida dell'Autorità Portuale marchigiana. Che non significa però rendere l'Abruzzo sottomesso alle Marche, e chi lo ha pensato, ha evidentemente equivocato. Unire Abruzzo e Marche sotto la stessa Autorità portuale significa aprire la strada alla complementarietà, alla collaborazione, al confronto, alla capacità di individuare i reciproci punti di forza, ruoli, competenze, professionalità e metterli l'uno al servizio dell'altro, con un unico obiettivo: lo sviluppo economico della costa del medio Adriatico. Che, a questo punto, non può ridursi a una provinciale guerra di campanile su cariche e nomine, né tantomeno a un tentativo di tirare per la giacchetta questo o quel governatore di Regione, tentativo che si ravvisa chiaramente nel suddetto articolo. L'Abruzzo ha un potenziale, una storia, e una tradizione portuale enormi che non possono essere né sviliti, né ignorati da chicchessia».
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