Data: 30/12/2022
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO |
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Autonomia, il blitz di Calderoli. Le opposizioni: daremo battaglia
ROMA Altro che pandemia, guerra e bollette. Autonomia: questa sì che è emergenza. Ne è convinta la Lega che ha deciso di spingere sull'acceleratore. Parola di Roberto Calderoli, ministro alle Autonomie arrivato a Palazzo Chigi con una missione: mandare in porto al più presto la legge autonomista cara a Matteo Salvini e ai governatori del Nord.
LA NUOVA BOZZA - È di ieri l'annuncio: il nuovo testo del Ddl è stato spedito a Palazzo Chigi. La bozza definitiva conferma l'impianto sostanziale della legge. Cambia la roadmap: sparisce infatti l'ultimatum di un anno per determinare i Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), cioè i servizi fondamentali per i cittadini, dai trasporti alla Sanità. Non c'è più dunque la tagliola della vecchia bozza, che dopo dodici mesi prevedeva l'intervento del governo con un atto avente forza di legge (Decreto legge o ddl). Qua e là non mancano accortezze dopo le polemiche scoppiate sulla prima bozza.
Così è previsto un maggiore coinvolgimento della Conferenza Stato-Regioni e viene a più riprese specificato che per determinare i Lep dovranno essere «individuate le risorse necessarie». Ma i fondi in questione saranno indicati «in base al criterio della spesa destinata a carattere permanente, fissa e ricorrente, a legislazione vigente, sostenuta dallo Stato nella Regione». Tradotto: rimane il criticatissimo criterio della spesa storica, che rischia di replicare le diseguaglianze in essere tra regioni del Nord e Sud. E il Parlamento? Sarà coinvolto alla fine, con un'approvazione (non più mera, come nella prima versione) dell'intesa tra governo e Regione a maggioranza assoluta. In mezzo, si farà sentire con i pareri della commissione parlamentare per le questioni regionali (entro 30 giorni dalla trasmissione dello schema preliminare). Parere che però resta non vincolante, in assenza di indicazioni contrarie.
La sostanza, in fondo, non cambia. Nel frattempo Calderoli esulta: «La fase dei lavori per l'autonomia differenziata può finalmente entrare nel vivo con l'ok alla manovra di bilancio, c'è il via libera anche per la costituzione della cabina di regia per la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni, su cui stiamo lavorando per renderla operativa già dal mese di gennaio».
Il treno dell'autonomia, dunque, andrà avanti. E correrà, avvisa Calderoli, su due binari paralleli. Da un lato «l'iter parlamentare, con il disegno di legge di iniziativa governativa di attuazione dell'autonomia differenziata, che confido verrà approvato rapidamente dal Consiglio dei ministri per poi approdare in Parlamento». Dall'altra la cabina di regia, costituita con la legge di bilancio per il 2023
La roadmap è serratissima. Tanto che, spiegano fonti leghiste, Calderoli punta a un voto del Cdm sul nuovo testo per metà gennaio, entro il 15. Tempismo non casuale. Vista da via Bellerio, la marcia della riforma autonomista va perfino a rilento. «L'approveremo nel primo Cdm» era del resto la promessa, finora disattesa, pronunciata dal leader Salvini in campagna elettorale.
IL PRESSING DEL NORD - Ora il pressing dei governatori leghisti al Nord si fa sentire. «Arrivano buone notizie», ha gongolato ieri il presidente del Veneto Luca Zaia, entusiasta per lo sprint in Cdm sulla «più grande riforma della storia dopo la Costituzione repubblicana». Gli fa eco dal Pirellone Attilio Fontana: «Calderoli si conferma uomo del fare». La sua ricandidatura alle regionali lombarde del 12 e 13 febbraio pesa non poco nei calcoli leghisti sulla riforma: ottenere un via libera all'autonomia in tempo è considerata una missione chiave ai vertici.
Il blitz di Calderoli ancora una volta ha agitato gli animi in Parlamento. Dice Mara Carfagna, presidente di Azione ed ex ministra del Sud:, si scaglia contro «l'inaccettabile arroganza di un ministro inadeguato e di parte». Il governatore pugliese del Pd Michele Emiliano parla di «un vero e proprio atto ostile», e ancora di «strappi e mancate condivisioni».
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