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Data: 10/05/2023
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Autonomia, 112 miliardi di tasse finirebbero alle regioni del Nord È quanto resterebbe a Lombardia, Veneto ed Emilia se il 90% di Irpef, Ires e Iva non fosse versato allo Stato

ROMA Il modello di autonomia differenziata a cui "ispirarsi", come dicono i documenti elaborati dai tecnici del ministero degli Affari Regionali, è quello spagnolo. Forte decentramento di poteri e, soprattutto, del gettito dei principali tributi statali. Un modello che, in realtà, esiste già anche in Italia, ed è quello delle Regioni a statuto speciale. La Valle D'Aosta trattiene il 100 per cento del gettito Irpef, di quello Iva e dell'Ires, la tassa sulle imprese. Le Province autonome di Trento e Bolzano si tengono il 90 per cento. Ed è quanto vorrebbe, per esempio, il Veneto, che nella sua proposta di legge numero 43 del 2017, presentata dopo l'esito positivo del referendum sull'Autonomia, aveva chiesto di poter ottenere appunto il 90 per cento del gettito di Irpef, Iva e Ires. Quante risorse verrebbero a mancare alle casse dello Stato centrale se questa richiesta fosse accolta e fosse estesa a tutte e tre le Regioni che chiedono l'autonomia? Il Tesoro si troverebbe ad avere 112 miliardi di euro in meno, secondo stime basate sui dati pubblicati dalla stessa Regione Veneto sul sito dedicato all'Autonomia differenziata (ribattezzato l'anti-Svimez) e 190 miliardi, secondo i calcoli elaborati qualche tempo fa dal presidente della stessa Svimez, Adriano Giannola. La differenza sta nel fatto che, nel secondo caso, i conteggi hanno tenuto conto anche dei contributi previdenziali oltre che delle tasse. La sola Lombardia ha un gettito Iva (legato ai consumi del territorio) di oltre 21 miliardi, un gettito Irpef di 36 miliardi e uno Ires di 12 miliardi. Il Veneto ha un gettito complessivo dalle tre aliquote di 30,7 miliardi, l'Emilia Romagna di 32 miliardi. Quanta parte potrà essere devoluta? Secondo i conteggi del portale dell'Autonomia del Veneto, la spesa regionalizzata in Lombardia è di 42 miliardi, nel Veneto di 18 miliardi, in Emilia Romagna di 17 miliardi. Di spazi insomma, ce ne sono. Il punto centrale rimane la dinamica delle entrate. Nell'anno zero si può trasferire una somma pari a quella spesa dallo Stato. Ma che succede poi negli anni successivi se il gettito aumenta? L'extra a chi spetterebbe, allo Stato o alla Regione. Domande per ora senza risposta.
IL PASSAGGIO - Intanto l'iter dell'autonomia va avanti. Ieri si sono riuniti i 61 esperti del Comitato per i Lep nominati dal ministro Roberto Calderoli. La riunione si è tenuta nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi, Era presente anche il Ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta. Gli esperti sono stati divisi in gruppi, in base alle materie che saranno oggetto di trasferimento alle Regioni. Contemporaneamente vanno avanti anche i lavori in Senato sul ddl Calderoli, la legge che fa da "cornice" a tutta la procedura. Entro oggi era previsto che i gruppi parlamentari presentassero un elenco di persone da ascoltare sul tema. Le opposizioni, Pd, Movimento Cinque Stelle, Azione-Italia Viva e Sinistra Italiana, hanno deciso di coordinarsi e di presentare un elenco condiviso. Confindustria, Anci, Ipi, sindacati, Svimez e il presidente della Commissione Lep, Sabino Cassese, saranno ascoltati di comune accordo. La Commissione Affari Costituzionali ha anche deciso che, prima di procedere, sarà necessario scattare una "fotografia" condivisa sullo stato dell'arte. Quali servizi, con quale efficienza e con quali costi, le Regioni erogano.

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