ROMA Cdp ha tempo fino al 24 febbraio per presentare un'offerta per l'88% di Autostrade per l'Italia che sia «vincolante e non soggetta a condizioni di sindacazione o finanziamento». Sono queste le tre condizioni poste da Atlantia nel board della holding tenutosi nella mattinata di ieri per rispondere alla quarta richiesta di proroga arrivata lunedì scorso dall'istituto di via Goito.
Il consorzio formato da Cdp, Blackstone e Macquarie aveva infatti evidenziato l'impossibilità di rispettare la scadenza di fine gennaio, vista la grande mole di documentazione ancora da analizzare, e aveva chiesto tempo fino a febbraio per completare il lavoro necessario e formulare una proposta. Atlantia ieri si è detta disponibile a concedere ulteriori tre settimane, mettendo però dei paletti che potrebbero suonare come ultimativi: l'offerta dovrà infatti essere binding, gli accordi di ripartizione delle quote tra fondi diversi dovranno essere già formalizzati e, soprattutto, le linee di finanziamento dovranno essere tutte già autorizzate.
Secondo quanto risulta a Il Messaggero, un nuovo cda della holding infrastrutturale è già stato fissato per il 26 febbraio per valutare l'eventuale offerta vincolante, secondo un percorso già fissato nella relazione della scorsa assemblea della società, quando venne approvato il parallelo percorso di scissione di Aspi da Atlantia. In poche parole, i consiglieri esprimeranno un'opinione sull'offerta e, successivamente, la sottoporranno direttamente alla votazione dei soci, convocando una nuova assemblea entro la fine di marzo. Gli azionisti a quel punto potranno accettare l'offerta di Cdp, revocando la delibera di scissione, oppure rifiutarla, confermando il percorso già intrapreso lo scorso 15 gennaio. Un cda di Cdp è stato fissato per il 26, questo significa che Cassa dovrà riunirne uno straordinario il 23 o il 24.
GLI OSTACOLIDifficile dire, a questo stadio, cosa potrà accadere. C'è da considerare l'incognita del nuovo governo. E' risaputo poi che i soci esteri di Atlantia l'hedge fund Tci, il fondo GIC di Singapore e HSBC hanno finora valutato criticamente il tentativo dell'ormai ex governo Conte di forzare la vendita di Aspi a un solo acquirente, preferendo invece una valorizzazione trasparente e di mercato. Incertezza anche sul nodo, centrale, che è la valutazione di Aspi: il consorzio Cdp finora ha espresso un valore di 8,5-9,5 miliardi per il 100%, mentre il fondo TCI chiede una valorizzazione tra 11 e 12 miliardi. Sullo sfondo restano inoltre la mancata approvazione formale del Pef. Ieri intanto Atlantia ha reso noto i dati consolidati preliminari 2020. Le principali aziende del gruppo (Aspi, Adr, Abertis, Aca) hanno sofferto cali di traffico per la pandemia (-27,3% in autostrada, -76,8% negli aeroporti). Nonostante ciò, il margine operativo lordo è risultato di 3,7 miliardi (-2 miliardi sul 2019), gli investimenti operativi sono confermati a 1,5 miliardi e la liquidità è salita a 8,6 miliardi grazie a emissioni obbligazionarie per 8,2 miliardi.