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Data: 21/03/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Atac sempre più in crisi «Dipendenti verso la cassa integrazione»

Quattromila dipendenti dell'Atac in solidarietà, cioè in orario ridotto e con paga decurtata, già da lunedì prossimo fino alla fine di maggio. Anche se i sindacati sono convinti che la misura sarà mantenuta fino ad agosto. Ma soprattutto, si profila da parte dell'azienda di via Prenestina l'intenzione di chiedere al Tribunale uno slittamento dei tempi del concordato, con il quale la municipalizzata sta provando a uscire dal giogo del debito monster di 1,4 miliardi, circa un decimale del Pil nazionale. 
CONTO SALATOL'emergenza Covid-19 sta presentando un conto molto salato all'azienda dei trasporti capitolini: c'è già un autista contagiato, mentre le misure di lockdown, che hanno già costretto Atac a interrompere il servizio alle 21, avrebbero fatto crollare del 90 per cento i passeggeri e la bigliettazione, con un danno giornaliero stimato a marzo su questa voce di quasi un milione di euro. Da qui la scelta di chiedere l'attivazione del fondo bilaterale di solidarietà previsto dal contratto nazionale del trasporto pubblico locale per ottenere un'integrazione salariale (fino all'80 per cento) per 4mila dei suoi 11.500 lavoratori. Anche perché i lavoratori del Tpl non sono coperti dagli ammortizzatori ordinari, mentre il settore non ha avuto aiuti dal governo nell'ultimo decreto con le misure economiche per affrontare l'emergenza coronavirus.
Già ieri i vertici dell'azienda si sono sentiti in videoconferenza con i sindacati per avviare tutte le pratiche (essendo un fondo bilaterale, legato ai contratti di categoria, non serve il via libera del ministero) e oggi ci sarà un secondo round tra Atac e sigle dei trasporti. La municipalizzata dovrebbe comunicare a breve come attuare la solidarietà e quali categorie di lavoratori saranno interessati. Sul primo fronte la riduzione dell'orario potrà variare per ogni addetto dalle 7 alle 39 ore, mentre dovrebbero coinvolti verificatori dei biglietti, ausiliari della sosta e amministrativi. Ma potrebbero essere inclusi anche autisti e macchinisti, se il numero delle corse tagliate saranno maggiori di quelle previste negli ultimi giorni.
Da via Prenestina fanno sapere che non si escludono a priori «ulteriori e più stringenti provvedimenti che possano determinare effetti sul servizio pubblico di trasporto». Sempre in azienda c'è molto rammarico perché «la situazione prima dell'emergenza coronavirus stava volgendo al meglio, come dimostra la vendita dei titoli di viaggio in crescita del 2,3 per cento a gennaio 2020 rispetto alla stesso mese dello scorso anno».


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