Tutti sul bus, rigorosamente senza pagare, come la canzone di Fedez e J-Ax. Dopo il lockdown e l'iniziale diffidenza verso i mezzi pubblici, considerati pericolosi per i possibili assembramenti, i passeggeri stanno via via tornando a bordo. Ma gli incassi dell'Atac non stanno riprendendo quota allo stesso ritmo. Nel quartier generale della partecipata c'è preoccupazione. Secondo alcune stime interne, tenendo conto del flusso dei viaggiatori, valutabile anche con i conta-persone montati su centinaia di autobus, e facendo un raffronto con i ticket effettivamente venduti, gli evasori sarebbero triplicati. Passando dal 10% al 30% dei passeggeri del servizio di superficie (bus, filobus e tram). E potrebbe andare peggio, dato che nessuno controlla. I verificatori non possono salire a bordo. Così dicono le linee guida del Ministero dei Trasporti. Da marzo, quindi, tutti a terra. Da maggio Atac ha spedito gli ispettori ai cancelli delle principali stazioni della metro, per contingentare gli ingressi. Lì ovviamente il problema dell'evasione non si pone, dato che per accedere bisogna superare i tornelli. Invece dagli autobus si sale e si scende senza nemmeno la possibilità che qualcuno chieda conto del titolo di viaggio.
LA PIAGARischia così di deflagrare una vecchia piaga dei trasporti pubblici romani. Secondo un rapporto del 2018 stilato dall'Agenzia di controllo sulla qualità dei servizi, l'evasione tariffaria divorava ogni anno 90 milioni di euro di incassi per l'Atac. La partecipata, va detto, negli ultimi due anni ha rafforzato le verifiche: la direzione del Personale ha raddoppiato i controllori (ora sono oltre 250) e anche il numero delle sanzioni è cresciuto in modo esponenziale. Solo a gennaio, per dire, erano state staccate 19 mila multe, il 14% in più rispetto a gennaio 2019. Oltre 620 evasori multati al giorno. Anche gli incassi erano in crescita: a gennaio 2020 i ricavi da titoli di viaggio avevano sfiorato i 22 milioni di euro, +2,3% rispetto al gennaio 2019. Questo appunto prima della crisi Covid e del lockdown. L'emergenza che ha riavvicinato l'Atac al baratro finanziario. Col rischio di perdite per 200 milioni nel 2020. Ora la nuova missione di salvataggio è tutta sulle spalle del presidente e ad, Giovanni Mottura, appena nominato da Raggi. Servirà una revisione delle scadenze del concordato fallimentare, un'iniezione di fondi del governo, ma anche una ripresa dei ricavi dalla bigliettazione.
I TEMPIPer questo la municipalizzata attende segnali dalla Regione Lazio e dal Ministero dei Trasporti. Secondo i tecnici della Mobilità della Pisana, però, è difficile ipotizzare il ritorno dei controllori a bordo prima dell'autunno. Insomma, la situazione di oggi potrebbe proseguire per tutta l'estate e oltre. Col rischio di perdere incassi preziosi, a maggior ragione in una fase delicata come questa. Oltre 3 milioni di euro al mese, se il trend di evasione dovesse confermarsi anche nelle prossime settimane.
GLI UTENTII passeggeri, intanto, stanno crescendo giorno dopo giorno. Lo conferma anche l'ultimo rapporto di Google sugli spostamenti: è tornato a frequentare le fermate del trasporto pubblico (metro, bus, stazioni delle ferrovie urbane) il 62% degli utenti rispetto al periodo pre-Covid. Molti però viaggiano gratis.