Sono in strada da appena un anno e già si rompono e devono fermarsi in deposito i nuovi bus comprati da Atac. A denunciare «la beffa» è il segretario regionale mobilità Fit Cisl, Roberto Ricci: «Su 120 mezzi nuovi a gasolio, quelli prodotti e consegnati da Industria Italiana Autobus nel 2020, almeno una trentina ogni giorno deve tornare in officina, negli stabilimenti di Grottarossa e Magliana, per problemi di manutenzione». In sintesi, uno su quattro va in panne.
Secondo Ricci, in questo modo, è l'intera rete dei trasporti di superficie ad andare in tilt. «Perché - aggiunge - il problema è duplice: così la municipalizzata è costretta a mettere in circolazione le vetture più vecchie, che avrebbero bisogno di messa a punta o di essere rottamate. Parliamo di quelle che molte volte si fermano e sono costrette a far scendere i passeggeri o finiscono in alcuni casi anche per incendiarsi per il surriscaldamento del motore».
La Rsu della Fit Cisl superficie di Atac ha anche inviato una nota ai vertici di via Prenestina e all'assessorato alla mobilità del Comune, evidenziando, «sull'affidabilità dei nuovi bus Citymood a gasolio dell'industria I.I.A.», i problemi che si sono verificati durante il servizio, come «il distacco delle pannellature interne ed esterne; l'infiltrazioni d'acqua; i vetri parabrezza che si scollano/rompono/ e i vetri laterali durante la marcia che si frantumano; le perdite eccessive di olio e lubrificanti; i guasti turbine ed eccessivo consumo olio motore; l'intasamento del Fap (il filtro antiparticolato, ndr) e del circuito Ad Blue (l'impianto del fluido anti-inquinamento)».
APPALTI ESTERNI Secondo Ricci, sono «tutti guasti non gravi che si registrano spesso con le nuove macchine, perché in alcuni casi sono prototipi adattati rispetto alle necessità dei clienti. Problemi risolvibili, se non fosse che Atac non può fare direttamente le riparazioni, perché il Comune e Atac, nei nuovi contratti dei mezzi, hanno dato in affidamento all'esterno la manutenzione».
UN PARCO OBSOLETO Atac non soltanto ha pochi mezzi rispetto la rete di superficie che serve (2.280 chilometri) attraverso 345 linee, ma deve fare i conti con una flotta a dir poco obsoleta: gli autobus hanno in media tra i 12 e i 13 anni in una città come Roma, dove il manto stradale non aiuta certamente al buon mantenimento delle vetture.
Nell'ultimo triennio il Campidoglio, spendendo quasi 350 milioni di euro, ha ordinato circa 750 mezzi, dei quali quasi la metà alla IIA. Uno sforzo che deve ancora portare appieno i suoi frutti se l'amministratore unico dell'azienda, Giovanni Mottura, lo scorso gennaio ha spiegato in commissione capitolina Mobilità: «Nel nostro parco autobus attualmente sono presenti 618 autobus con un'età media tra i 15 e i 17 anni». Non a caso, e nell'ordine di 150 sostituzioni/rottamazioni all'anno, ci vorrà un decennio per ringiovanire la flotta.
Ma come detto, i problemi e gli stop dei nuovi mezzi spingono l'azienda a dover fare ricorso alle vecchie vetture. «I guasti cronici ancora non risolti - scrive sempre la Rsu della Fit Cisl nella sua lettera all'assessorato Trasporti del Comune e all'Atac - nonostante l'intervento della ditta di manutenzione esterna a titolo esemplificativo sopra segnalati, mettono in evidenza l'inaffidabilità», ma finiscono per «creare difficoltà all'intero parco rotabile, in quanto l'acquisto dei nuovi mezzi oltre ad aumentare la qualità del servizio reso, dovrebbero servire ad abbassare l'anzianità di marcia dell'intera flotta, dando cosi respiro ai mezzi più vecchi». Invece «l'eccessivo fermo giornaliero (20-25 per cento) crea congestione e disagio all'autista e ai passeggeri, costretti a fermarsi su strada e richiedere il recupero del mezzo guasto».