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Data: 21/01/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Assegno unico a 203mila figli Pescara e Chieti ai primi posti

Sono poco più di 203mila i figli percettori dell'assegno unico universale in Abruzzo per il 2023. Due anni fa erano 197mila. Dal primo marzo 2022, l'Auu costituisce una misura di sostegno alle famiglie che razionalizza e semplifica le misure previste per le famiglie con figli. I beneficiari sono i nuclei familiari con figli minorenni a carico, ovvero figli maggiorenni ma che non hanno ancora compiuto i 21 anni di età se studenti o disoccupati, oltre che figli disabili senza limiti di età, mentre, per i nuovi nati l'assegno decorre dal settimo mese di gravidanza. L'assegno viene corrisposto dall'Inps a domanda, tranne per i nuclei percettori il reddito di cittadinanza, per i quali il pagamento dell'assegno è avvenuto automaticamente. L'importo è stato adeguato del 5,4% (nel 2023 il rialzo era stato dell'8,1%). i numeriNel 2023 (gennaio-novembre), l'importo del flusso finanziario erogato è poco oltre i 345 milioni, con un importo medio mensile di 164 euro, e un tasso di copertura della popolazione residente tra 0 e 20 anni del 92%. Il flusso è così ripartito tra le province: Chieti 99.813.376, Pescara 86.720.222, Teramo 84.878.019 e L'Aquila 74.299.826. Questi i numeri dei figli interessati: Chieti 58.880, Pescara 51.653, Teramo 48.292 e L'Aquila 44.374. In Abruzzo, nel 2022, i nuclei familiari richiedenti sono stati 123.102: l'importo medio mensile per richiedente è stato di 239 euro, mentre l'importo medio per figlio è stato di 150 euro, con una media di 9,3 mensilità per figlio. Nel 2022 i nuclei richiedenti sono stati 127.951, con 203.199 figli: l'importo medio mensile per richiedente è stato di 260 euro, mentre l'importo medio per figlio è stato di 164 euro (media di 10,4 mensilità per figlio).le date dei pagamentiPer quanto riguarda le rate dell'assegno, l'Inps ha spiegato che i pagamenti, in assenza di variazioni, «verranno effettuati nel periodo gennaio-giugno 2024 nelle seguenti date: 17, 18, 19 gennaio; 16, 19, 20 febbraio; 18, 19, 20 marzo; 17, 18, 19 aprile; 15, 16, 17 maggio; 17, 18, 19 giugno». Il pagamento della prima rata avverrà, di norma, nell'ultima settimana del mese successivo alla domanda, con l'accredito dell'importo delle rate spettanti in caso di conguaglio, sia a credito sia a debito. La domande per l'Assegno unico già presentate valgono anche per le annualità successive, fatto salvo l'onere per gli utenti di comunicare eventuali variazioni, ad esempio per la nascita di un nuovo figlio. Per ottenere il beneficio per i figli a carico nel 2024 non servirà una nuova domanda, ma sarà valida quella già presentata negli anni scorsi. Sarà necessaria, invece, la Dichiarazione sostitutiva unica aggiornata (Dsu): in assenza del documento i beneficiari riceveranno, da marzo, solo l'importo minimo previsto. Gli utenti, chiarisce l'Inps, «dovranno comunicare eventuali variazioni da inserire nella domanda, ma non è necessario presentare una nuova richiesta per il 2024, sempre che la domanda già trasmessa non sia nello stato di decaduta, revocata, rinunciata o respinta». i requisiti richiestiL'Assegno unico e universale è un sostegno economico per le famiglie con figli a carico attribuito per ogni figlio fino al compimento dei 21 anni e senza limiti di età per i figli disabili. Spetta anche per i nuovi nati a decorrere dal settimo mese di gravidanza e per ciascun figlio maggiorenne a carico, fino al compimento dei 21 anni, a patto che frequenti un corso di formazione scolastica o professionale o un corso di laurea; svolga un tirocinio o un'attività lavorativa e possieda un reddito complessivo inferiore a 8mila euro annui; sia registrato come disoccupato e in cerca di un lavoro nei servizi pubblici per l'impiego o svolga il servizio civile universale. Riguarda tutte le categorie di lavoratori: dipendenti sia pubblici sia privati, autonomi, pensionati, disoccupati e inoccupati. errore nella domandaL'Inps ha emanato una circolare per chiarire l'iter da seguire per ottenere l'assegno unico, in caso di un errore nella domanda. In caso di richiesta errata o non conforme l'utente può regolarizzare la situazione presentando una nuova dichiarazione sostitutiva unica o chiedendo al Caf intermediario la rettifica della domanda trasmessa in precedenza, con effetto retroattivo. La seconda opzione è valida solo se il Caf ha commesso un errore materiale nella compilazione. L'alternativa è presentare agli uffici Inps territorialmente competenti la documentazione per dimostrare la completezza e la veridicità dell'Isee, in relazione ai componenti del nucleo familiare a cui sono riferite le omissioni o le difformità. I documenti necessari sono estratti conto che provino la correttezza dei saldi e delle giacenze dei rapporti finanziari indicati nella Dsu; la denuncia presentata all'Autorità competente in cui si evince che il rapporto finanziario omesso nella dichiarazione unica è stato aperto all'insaputa del titolare del rapporto; la documentazione rilasciata dall'intermediario finanziario che attesta la chiusura del rapporto finanziario omesso in dichiarazione negli anni precedenti a quello di riferimento dei dati patrimoniali esposti nella Dsu con eventuali omissioni e difformità; la documentazione rilasciata dall'intermediario finanziario che attesta l'effettiva assenza del rapporto finanziario omesso, che risulta negli archivi dell'Agenzia delle entrate per un errore dell'intermediario stesso. Infine, la documentazione rilasciata sia dall'istituto di credito sia dalla società di gestione del risparmio, dalla quale risulti sostanzialmente la consistenza del medesimo patrimonio mobiliare. Con riferimento al reddito omesso o difforme, va presentata la documentazione rilasciata dall'Agenzia delle entrate che attesti la difformità segnalata nell'attestazione Isee non è più valida. A partire dalla competenza di settembre 2023, la presenza di difformità nell'attestazione Isee comporterà l'attribuzione degli importi minimi. 


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