L'AQUILA I sindacati hanno abbandonato il tavolo e proclamato lo stato di agitazione del personale. Ma dietro l'anomala riunione in cui ieri si sarebbe dovuto discutere della contrattazione di secondo livello dei 140 dipendenti dell'Ama, l'Azienda dei trasporti urbani, ci sarebbe un vero e proprio scontro politico, innescato dalle tensioni tra l'assessore alla Mobilità Carla Mannetti e l'amministratore unico dell'azienda Gianmarco Berardi. Prova ne sono l'assenza al tavolo di Berardi e il post pubblicato dalla Mannetti su Facebook: "Non sosterrò mai azioni pesantemente ingiuste ed inique nei confronti dei lavoratori Ama".L'azienda versa in una grave situazione economica, tanto che chiuderà il bilancio 2019 con una perdita stimata di 728mila euro, dopo avere chiuso in rosso anche gli ultimi tre esercizi. Per salvarla, si pensa ad una ricapitalizzazione e il timore dei sindacati è che a pagarne le conseguenze siano i lavoratori. Quella che è andata in scena è stata definita una «situazione farsesca» dai segretari di Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal e Ugl: «Convocati per ridiscutere la contrattazione di secondo livello disdettata dall'azienda», hanno dichiarato i sindacati, «sin da subito era parsa sospetta l'assenza dell'amministratore unico. Con fatica, in presenza del direttore e di tutto l'apparato tecnico aziendale, abbiamo con senso di responsabilità partecipato al tavolo. Dopo l'introduzione dell'esperto Asstra "assoldato" come consulente aziendale e provando a capire quali fossero le necessità di efficientamento da chiedere ai lavoratori, abbiamo ricevuto solo risposte evasive. Improvvisamente», hanno continuato i sindacati, «a quel tavolo è intervenuta l'assessore alla Mobilità, ritrattando sostanzialmente quanto sino a quel momento affermato dall'Azienda e denunciando atteggiamenti e comportamenti poco chiari da parte del vertice aziendale. Denunce gravissime di manomissione di dati e conti. Insomma la proprietà che smentisce chi dalla stessa proprietà è stato indicato al vertice dell'Azienda. Un atteggiamento gravissimo rispetto al destino di 140 lavoratori, che sono quasi certamente destinati a perdere salario per pagare inefficienze altrui».Non si è fatta attendere la replica del sindaco Pierluigi Biondi: «Non c'è stata alcuna manomissione dei conti e non c'è alcuna contraddizione fra quello che dice il Comune, come socio, e quello che sostiene l'amministratore unico quale suo rappresentante: tutti siamo impegnati per proteggere il posto a 140 lavoratori. Sappiamo che la situazione di Ama non è confortante, tanto è vero che abbiamo chiesto sacrifici a 70mila aquilani, attraverso il taglio di alcune voci importanti di spesa del bilancio comunale, proprio per far fronte al salvataggio dell'azienda. Chiediamo a ognuno di fare la propria parte: nessuno perderà il posto di lavoro e l'ultima cosa che vogliamo è di mettere le mani nelle tasche dei dipendenti».