Che la drammatica vicenda di Ama potesse avere ripercussioni pesantissime sulla tenuta del centrodestra al Comune dell'Aquila l'avevamo scritto nei mesi scorsi; ora, i nodi stanno venendo al pettine.
Con l'azienda sull'orlo del baratro, e l'urgenza della ricapitalizzazione, sono esplose le tensioni, finora sottaciute, tra l'assessore delegata Carla Mannetti e l'amministratore unico di Ama, Gianmarco Berardi, nominato in quota Lega; tant'è vero che tra i corridoi di Palazzo Fibbioni si parla, addirittura, di una possibile mozione di sfiducia all'assessore da Lega e Forza Italia.
Dovesse andare a finire così, sarebbe difficile per il sindaco Pierluigi Biondi tenere insieme i pezzi, considerato che Carla Mannetti è tra gli assessori più vicini al primo cittadino.
Stamane, in azienda sono stati convocati i sindacati per ridiscutere la contrattazione di secondo livello disdetta dall'azienda. Ebbene, le Segreterie Provinciali Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa-Cisal, Ugl hanno raccontato della "situazione farsesca" che si è venuta a creare. "Sin da subito era parsa sospetta l’assenza dell’Amministratore Unico. Con fatica, in presenza del Direttore e dell’apparato tecnico aziendale, abbiamo presidiato il tavolo con senso di responsabilità", spiegano; "dopo l’introduzione dell’esperto Asstra, assoldato come consulente aziendale, provando a capire quali fossero le necessità di efficientemento da chiedere ai lavoratori abbiamo ricevuto solo risposte evasive. Improvvisamente, al tavolo è intervenuta l’Assessore alla Mobilità del Comune dell’Aquila, ritrattando sostanzialmente quanto sino a quel momento affermato dall’azienda e denunciando atteggiamenti e comportamenti poco chiari da parte del vertice aziendale".
Si parla di denunce gravissime di manomissione di dati e conti. Insomma. "la proprietà che smentisce chi dalla stessa proprietà è stato indicato al vertice dell’azienda" l'affondo dei sindacati. "Un atteggiamento gravissimo rispetto al destino di 140 lavoratrici e lavoratori che sono quasi certamente destinati a perdere il salario per pagare inefficienze altrui. Una situazione ridicola, inaccettabile e poco dignitosa".
I sindacati non hanno potuto far altro che lasciare il tavolo. "Non vogliamo fare da testimoni alle beghe che stanno caratterizzando l’azione politica dell’attuale maggioranza; mentre loro si contendono pezzi di potere, però, i lavoratori sono giustamente preoccupati per il loro destino e per il loro posto di lavoro. Non vogliamo essere testimoni di tanto fallimento. Noi avevamo immaginato un percorso diverso, un percorso che abbracciasse il destino di tutto il trasporto pubblico abruzzese. Se si vuole portare avanti un confronto, a questo punto, è necessaria chiarezza. Chi ha portato all’attuale condizione farebbe il bene dell’azienda e della città se rimettesse il mandato. Noi abbiamo bisogno di un solo interlocutore, credibile e trasparente".
Nei prossimi giorni, le segreterie provinciali ascolteranno i dipendenti in assemblea: "da li, e con il loro mandato, determineremo le azioni da intraprendere. Nel frattempo annunciamo l’attivazione dello stato di agitazione di tutto il personale".
Della vicenda ci siamo occupati diffusamente.
Ama chiuderà il bilancio 2019 con una perdita stimata di 728mila euro. La situazione finanziaria della municipalizzata è drammatica: l'azienda aveva già chiuso in rosso gli ultimi tre esercizi – 2016, 2017 e 2018 – accumulando perdite per 2 milioni di euro e ha eroso praticamente tutto il proprio capitale sociale.
Ad ottobre scorso, il Comune dell’Aquila aveva messo una prima pezza, trasferendo 900mila euro a valere sul bilancio 2018 dell'azienda, con una procedura ‘forzata’. Non è bastato, anzi. E' stato approvato, dunque, un addendum al contratto di servizio: di fatto, con la predisposizione del costo standard di servizio – fissato in 2,17 euro a chilometro – e del Piano economico finanziario, è stato integrato per 1 milione e 200 mila euro l’anno, di qui alla scadenza fissata nel 2027, passando da 6.5 milioni a 7.7 milioni (iva compresa). Per il 2019, il milione e 200 mila euro era stato già riconosciuto con una variazione al bilancio: tuttavia, non è stato sufficiente per riportare i conti in ordine.
Non finisce qui.
Essendo stato eroso il capitale sociale, entro la fine dell’anno si dovrà procedere alla ricapitalizzazione, e già si è in ritardo di mesi rispetto al dettato normativo. “Inserendo all’interno del programma contabile l’addendum - aveva spiegato a newstown Berardi - ho fatto delle simulazioni prospettiche dal 2019 e per gli anni a venire; ebbene, calcolando la perdita di quest’anno, ho stimato l’importo presumibile della ricapitalizzazione che servirebbe all’azienda per proseguire l’attività: dovrebbero bastare 900mila euro circa. Inutile fare oggi dei passaggi burocratici anche pesanti, per ritrovarci il prossimo anno nella stessa situazione: ho cercato di valutare la ricapitalizzazione in funzione degli anni futuri”. Tuttavia, e Berardi è stato assolutamente onesto nel dirlo così chiaramente, Ama ha urgenza di cambiare passo: “l’azienda deve migliorare la sua immagine, iniziare a garantire un servizio migliore invogliando i cittadini ad usare il mezzo pubblico, così decongestionando il traffico e inquinando di meno, stante la vetustà dei mezzi attualmente circolanti. Per queste ragioni, basare la ricapitalizzazione su un conteggio puramente matematico a mio parere non sarebbe opportuno”. In sostanza, i 900mila euro basterebbero per tenersi in linea di galleggiamento. Niente di più. Se il Comune, nel suo bilancio, avesse una disponibilità superiore ai 900mila euro stimati che ci consentirebbe di approntare ulteriori investimenti, li accetteremmo volentieri. E’ una valutazione, però, che sta in capo alla politica: ripeto, personalmente mi sono limitato ad un calcolo squisitamente matematico”.
E' su questo che si sono incrinati i rapporti tra Berardi e Mannetti, oltre che sulla necessità - ribadita dall'amministratore unico - di una profonda razionalizzazione dei costi che passa, evidentemente, dalla contrattazione di secondo livello, già disdetta, e che stamane si doveva iniziare a ridiscutere. A quanto si è potuto apprendere, l'assessore avrebbe assunto degli impegni con i lavoratori che non vuole disattendere. Di qui, lo strappo con l'amministratore unico.
Ciò che possiamo dire, ad oggi, è che stante i 900 mila euro stanziati nel 2018, l’ulteriore milione e 200 mila euro trasferito nel 2019 (e garantito per gli anni a venire, fino al 2027) e i 900 mila euro almeno che serviranno per la ricapitalizzazione, ci si volesse tenere in linea di galleggiamento, il Comune dell’Aquila, in poco più di un anno, ha ‘assicurato’ all’azienda circa 3 milioni di euro, a fronte di un bilancio che chiuderà in negativo (per il quarto anno consecutivo) di circa 728mila euro e di un servizio assolutamente insoddisfacente.
E’ questa la realtà dei fatti.
Cialente: "Si naviga a vista"
"Si naviga a vista, senza un disegno, un'idea, un progetto. La perdita annua è dovuta al taglio che già nel 2016, all'improvviso, fu compiuto dalla Regione, in seguito ai tagli governativi sul trasporto pubblico. Quindi si sapeva che c'era un problema e che andava affrontato".
Così Massimo Cialente, ex sindaco dell'Aquila.
"La fusione con TUA era la prima scelta, sulla quale noi ci muovemmo con estrema decisione, nonostante l'opposizione dei sindacati di altre città. Scontri duri. La seconda misura era intervenire sul piano della mobilità, con parcheggi a pagamento nei punti di maggior attrazione di traffico, riapertura immediata del megaparcheggio con tapis roulant, isola pedonale, nuovi investimenti. Non si è voluto fare. Si avevano altre idee? Ma quali? Quale disegno? L'AMA, che con i 700 mila euro sarebbe stata quasi in pareggio, oggi è agonizzante. Malata, non ha trovato nessun medico capace di intervenire. Solo stregoni".