Data: 08/02/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Ama, firmata l'intesa che divide i lavoratori Via libera dopo il referendum, gli assunti prima del 1999 disertano: perdono 300 euro. Ricorsi in vista
L'AQUILA Nella tarda serata di giovedì è stato approvato l'accordo sulla contrattazione di secondo livello per il personale dell'Ama, l'azienda della mobilità urbana. Un accordo sul quale si era registrata una spaccatura tra i lavoratori, e che è passato con 74 voti favorevoli e 2 contrari. Degli aventi diritto, 129, hanno partecipato al referendum interno in 78: assenti i circa 50 dipendenti assunti prima del 1999, che hanno disertato la votazione e sono pronti a ricorrere alle vie legali. In base all'intesa sottoscritta da azienda e sindacati, perdono la cosiddetta quota Edr, l'elemento distinto della retribuzione in busta paga, voce che si somma alla paga e all'indennità di contingenza tra quelle a carattere fisso e continuativo. Si tratta di circa 300 euro lordi in più, "conquistati" nel tempo, che adesso saranno tagliati.Soddisfatto per l'esito del referendum il sindaco Pierluigi Biondi, che è stato il mediatore nella fase di concertazione che ha portato a recuperare la contrattazione di secondo livello, che era stata azzerata contestualmente all'approvazione della ricapitalizzazione da 1,3 milioni, necessaria per fronteggiare la drammatica situazione finanziaria dell'azienda. «L'accordo Ama», ha dichiarato il sindaco Biondi, «è approvato. Dopo anni e anni di annunci falsamente gioiosi, di polvere sotto i tappeti, finalmente l'azienda è sana. È stato un accordo dibattuto, che ha creato dissidi, ha risvegliato antichi dolori. Grazie al sostegno degli aquilani, al sacrificio dei lavoratori, al buon governo. Sì, lo voglio dire. Grazie al buon governo e alla sintesi di azione che ha visto coesi Comune, Regione, azienda e sindacati». Soddisfatti anche i lavoratori assunti dopo il 1999, che avevano invece difeso il risultato ottenuto: «Leggere una minaccia di vertenzialità da parte di chi per 20 anni ha goduto di un salario più alto per svolgere il nostro stesso lavoro», hanno affermato questi lavoratori, «oltre che inaccettabile e non comprensibile per la collettività, è minaccia ancor più insopportabile, perché avulsa dal contesto in cui la nostra vertenza si è materializzata. Una minaccia che pone a rischio la sopravvivenza della stessa azienda e noi tutti, lavoratrici e lavoratori». L'aver disertato la votazione fa comunque pensare che i loro colleghi andranno avanti con i ricorsi. Anche i sindacati hanno spiegato le loro ragioni: «L'accordo ora c'è: chi in queste ore contrasta tale accordo, credendo di mantenere a ogni costo la propria condizione di vantaggio», hanno spiegato, «deve sapere che sta rischiando di vanificare il sacrificio della collettività aquilana e la speciale attenzione riservata alla vertenza dalla politica e dai livelli istituzionali locali». |
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