ROMA Gomito a gomito sui treni regionali ma posti distanziati sull'Alta Velocità. L'ennesimo paradosso nella gestione dell'emergenza Covid19 viaggia sui binari della Penisola e, come al solito, penalizza i cittadini. La confusione regna sovrana e se oggi per spostarsi in treno tra Firenze e Roma bisogna rispettare il distanziamento tra i posti a sedere, per farlo tra Milano e Verona invece non ce n'è bisogno. Una contraddizione evidente che preoccupa gli esperti. Tanto quelli del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) nazionale che, come anticipato dal Messaggero si riunirà il 5 agosto per uniformare le regole anche a bordo degli aerei («Il Cts è a lavoro su questo» ha dichiarato ieri il ministro della Salute Roberto Speranza), quanto i tecnici nominati dalle Regioni. «In questo momento c'è caos sui treni regionali ed è pericoloso» dice Fabrizio Pregliasco, tra gli esperti selezionati in Lombardia da Attilio Fontana per gestire l'emergenza. «Ma lo è anche causare una diminuzione del numero di corse - aggiunge - Se i treni sono pochi la gente si accalca».
LA POLEMICA In pratica dopo il caos sui convogli dell'alta velocità e l'ordinanza-dietrofront di Speranza che domenica ha reintrodotto l'obbligo di distanziamento a bordo dopo il via libera del Mit finendo con il lasciare a piedi almeno 8mila passeggeri da un giorno all'altro, ora impazza la polemica sui mezzi pubblici locali.
A fare fronte comune ieri, sono stati in particolare i governatori di centrodestra di Lombardia, Liguria e Veneto. Nonostante le perplessità sanitarie il Pirellone e il governatore Toti non hanno revocato le ordinanze regionali che avevano approvato venerdì scorso, prima delle nuove indicazioni, mantenendosi in scia di quanto fatto da molti altri colleghi.
Ad oggi, con deroghe differenti, anche Emilia, Toscana, Friuli, Piemonte, Campania, Puglia, e Sicilia consentono di riempire a pieno i sedili a bordo dei vagoni regionali proprio mentre sui treni di Italo e Trenitalia, si viaggia al 50%. Sulle tratte dell'alta velocità infatti il distanziamento tra i passeggeri è obbligatorio come il dimezzamento dei posti a bordo. Una riduzione che rischia di esplodere il prossimo fine settimana dato che i convogli disponibili che viaggiano da Nord verso Sud sono praticamente già pieni. Il tutto con biglietti elettronici per tenere sott'occhio gli accessi e misure precauzionali applicate alla lettera (tra le altre mascherine, termo-scanner, sanificazioni continue, gel disinfettante obbligatorio e auto-dichiarazioni). Controlli serrati in pratica, in netto contrasto con quanto avviene proprio sui regionali su cui invece sono de facto consentiti gli assembramenti.
SPALLA A SPALLA Tant'è che come testimoniano anche decine di foto circolate sui social nelle passate settimane, nei convogli locali si viaggia spalla a spalla. Una scelta che però, secondo il governatore veneto Luca Zaia, «Non è un atto di irresponsabilità». «Se si tratta di svuotare del 40% i bus e del 50% i treni - ha dichiarato ieri in conferenza stampa - si dica ai cittadini che non ci sono alternative per il trasporto pubblico». Per l'ennesima volta si invoca chiarezza anche se, come sottolineato dall'assessore ai Trasporti del Piemonte Marco Gabusi, «a questo punto sembra evidente la direzione da prendere. Non siamo nelle condizioni di eliminare il distanziamento a bordo».
Una rinuncia che però non sgombrerà il campo dalle polemiche fino a quando non verrà sistematizzata da delle nuove linee guida uniformi. Non resta che sperare che l'incontro del 5 agosto sia risolutivo quindi, soprattutto in vista della riapertura delle scuole a Settembre. La possibilità di far chiarezza c'è, ma è un treno che passa una volta sola.