PESCARA Toni entusiastici, nelle ultime ore, hanno salutato l'annuncio di Conte sul rilancio delle opere infrastrutturali che interessano lo scalo ferroviario pescarese. Parlando di «alta velocità», il presidente del consiglio ha inserito nel pacchetto di interventi finalizzato a rimettere in moto il Paese «il doppio binario da Pescara a Lecce» e «l'alta velocità da Roma a Pescara». Tanto è bastato per generare un tripudio di consensi. La senatrice abruzzese Gabriella Di Girolamo, capogruppo del M5S in commissione Trasporti, si dichiara «particolarmente soddisfatta» e sottolinea che «l'Abruzzo vedrà un collegamento essenziale anche in un quadro di rete europea tra Adriatico e Tirreno». Confindustria, sindacati e associazioni di categoria, attraverso un comunicato congiunto, esprimono apprezzamento per le parole del premier, che «rappresentano un riconoscimento delle istanze di crescita territoriale che portiamo avanti da tempo». Unica voce fuori dal coro quella di Federconsumatori, che si dice «pronta a chiedere scusa se l'alta velocità si farà», ma rimarca che sulle ferrovie abruzzesi «da anni si fa campagna elettorale, tutti promettono tutto e la situazione dei pendolari peggiora sempre più». In realtà l'annuncio di Conte è importante perché certifica la volontà del governo di compiere interventi attesi da anni, la cui carica innovativa risulta però meno dirompente di quanto si tenda ad immaginare. Innanzitutto occorre chiarire che quando si parla di alta velocità, sia sulla dorsale adriatica che verso la capitale, non si fa riferimento al sistema di tecnologie che permette a specifici treni di sfrecciare alla velocità di circa 300 chilometri orari. Il premier, quando si sofferma sulla Pescara-Roma, ha infatti in mente l'alta velocità di rete, che è altra cosa e riguarda essenzialmente una serie di interventi di upgrade tecnologico e di velocizzazione delle linee esistenti. Insomma, tutto ciò che è previsto dal protocollo d'intesa firmato a marzo da governatori di Abruzzo e Lazio, amministratore di Rfi e ministro De Micheli: l'obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza, da 3 ore e 22 minuti a 2 ore e mezza, tra Pescara e la Capitale. I firmatari hanno anche dato vita ad un tavolo tecnico che nelle prossime settimane elaborerà una proposta progettuale condivisa. Dopo l'annuncio di Conte, però, il governatore Marsilio prova ad alzare la posta. «Saremmo pronti a rilanciare e trasformare questo tavolo, con un mandato preciso e un budget adeguato scrive Marsilio in una lettera indirizzata al premier , per mettere una progettazione finalizzata a realizzare una vera linea di Alta Velocità, senza limitarsi ad un mero potenziamento dell'esistente». A seguire una richiesta di confronto che in realtà ha il sapore della sfida. «Le manifestiamo la nostra immediata disponibilità ad incontrarla per offrirle le nostre competenze - prosegue il governatore - e soprattutto quella collaborazione istituzionale che ci permetterà di passare il più rapidamente possibile dai proclami ai fatti». xxxx Sull'altro fronte, quello della Pescara-Lecce, il raddoppio della linea interessa una porzione di territorio assai circoscritta e più precisamente i 34 chilometri che separano Termoli da Lesina. Realizzare la seconda linea anche su questa tratta, l'unica dell'intera dorsale adriatica ancora ad un solo binario, garantirebbe maggiore capacità e regolarità per i treni, contribuendo a ridurre i tempi di percorrenza grazie ad una serie di interventi di velocizzazione. Nessuno stravolgimento della mobilità ferroviaria, dunque, ma un'opera di adeguamento, urgente e necessaria, soprattutto perché se ne parla da anni senza riuscire a far partire i lavori. Sul tavolo c'è già un progetto di Rfi, ma finora egoismi territoriali e lungaggini burocratiche hanno avuto la meglio.
«L'Aquila non resti fuori», si rianima il fronte bipartisan contro l'isolamento
L'AQUILA La questione si era posta, più o meno negli stessi termini, già lo scorso 3 marzo, prima che il coronavirus cambiasse per sempre il corso della storia. Allora il presidente della regione, Marco Marsilio, annunciò la sottoscrizione di un protocollo d'intesa con il ministero delle Infrastrutture, Rete ferroviaria italiana e Regione Lazio con cui avviare un progetto per accorciare i tempi di percorrenza ferroviaria da Roma a Pescara, da Avezzano a Roma e da Sulmona Pescara. Già in quell'occasione il fronte aquilano, rappresentato in particolare dal sindaco Pierluigi Biondi e dall'assessore regionale alle Aree interne Guido Liris, fu costretto a intervenire per ribadire il programma di investimenti già formalizzato per l'elettrificazione della tratta Terni-L'Aquila-Sulmona e il potenziamento del collegamento verso l'Adriatico con la bretella di Pratola Peligna. Le dichiarazioni dell'altro giorno del presidente del consiglio Giuseppe Conte, sul potenziamento della Roma-Pescara e della dorsale adriatica, hanno riacceso il dibattito. A tal punto che lo stesso fronte aquilano (non solo: da Teramo arrivano reazioni identiche) già scalpita per scongiurare il rischio che il capoluogo di regione venga bypassato dalla modernizzazione dei trasporti. Anche dal centrosinistra, che pure è al governo nazionale, arrivano i primi avvertimenti: «Non posso che esprimere la mia felicità e la mia più profonda soddisfazione - dice la deputata pd Stefania Pezzopane -. Lavorerò affinché il governo affronti presto il tema del collegamento ferroviario tra L'Aquila e Roma, attualmente possibile solo tramite autostrada». Sempre dal Pd, il capogruppo comunale Stefano Palumbo si chiede «come questo intervento si coniughi con le esigenze a una mobilità moderna delle altre città abruzzesi e soprattutto con quelle dell'Aquila, assente dalle principali direttrici del trasporto su ferro. Rimanere fuori da questo progetto significa sancire il definitivo isolamento della nostra città». Di tutt'altro tenore le dichiarazioni del coordinatore regionale della Lega, Luigi D'Eramo: «L'annuncio del presidente del Consiglio Giuseppe Conte è solo l'ennesimo di una serie lunghissima. E così mentre gli abruzzesi sono ancora alle prese con i ritardi nelle erogazioni dei sostegni nazionali, le imprese boccheggiano o addirittura chiudono, il sistema economico ha già perso oltre dieci miliardi di fatturato, il governo continua con la politica delle mirabolanti promesse». «Stavolta, però, il presidente Conte è riuscito a fare di più - prosegue D'Eramo -, è riuscito a illudere gli abruzzesi con un annuncio confuso, privo di riscontri concreti e persino dannoso. Se da un lato, infatti, è auspicabile che finalmente l'alta velocità sbarchi anche sulla dorsale adriatica e nei collegamenti con la Capitale, le aree interne rischiano, per l'ennesima volta, di restare emarginate dai grandi flussi di trasporto. È per questa ragione che la Lega chiederà immediatamente, nei tavoli tecnici già avviati e in quelli che, auspichiamo, saranno aperti, che l'alta velocità Roma-Pescara non escluda L'Aquila e, più in generale, il sistema delle aree interne».