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Data: 05/06/2020
Testata Giornalistica: IL MESSAGGERO
    IL MESSAGGERO

Alta velocità, la verità dietro l’annuncio del premier Conte `Per la Pescara-Roma il progetto, previsto dal protocollo tra le Regioni punta solo ad ammodernamento e velocizzazione della linea esistente

«L’Aquila non resti fuori», si rianima il fronte bipartisan contro l’isolamento


PESCARA Toni entusiastici, nelle ultime ore, hanno salutato l'annuncio di Conte sul rilancio delle opere infrastrutturali che interessano lo scalo ferroviario pescarese. Parlando di «alta velocità», il presidente del consiglio ha inserito nel pacchetto di interventi finalizzato a rimettere in moto il Paese «il doppio binario da Pescara a Lecce» e «l'alta velocità da Roma a Pescara». Tanto è bastato per generare un tripudio di consensi. La senatrice abruzzese Gabriella Di Girolamo, capogruppo del M5S in commissione Trasporti, si dichiara «particolarmente soddisfatta» e sottolinea che «l'Abruzzo vedrà un collegamento essenziale anche in un quadro di rete europea tra Adriatico e Tirreno». Confindustria, sindacati e associazioni di categoria, attraverso un comunicato congiunto, esprimono apprezzamento per le parole del premier, che «rappresentano un riconoscimento delle istanze di crescita territoriale che portiamo avanti da tempo». Unica voce fuori dal coro quella di Federconsumatori, che si dice «pronta a chiedere scusa se l'alta velocità si farà», ma rimarca che sulle ferrovie abruzzesi «da anni si fa campagna elettorale, tutti promettono tutto e la situazione dei pendolari peggiora sempre più». In realtà l'annuncio di Conte è importante perché certifica la volontà del governo di compiere interventi attesi da anni, la cui carica innovativa risulta però meno dirompente di quanto si tenda ad immaginare. Innanzitutto occorre chiarire che quando si parla di alta velocità, sia sulla dorsale adriatica che verso la capitale, non si fa riferimento al sistema di tecnologie che permette a specifici treni di sfrecciare alla velocità di circa 300 chilometri orari. Il premier, quando si sofferma sulla Pescara-Roma, ha infatti in mente l'alta velocità di rete, che è altra cosa e riguarda essenzialmente una serie di interventi di upgrade tecnologico e di velocizzazione delle linee esistenti. Insomma, tutto ciò che è previsto dal protocollo d'intesa firmato a marzo da governatori di Abruzzo e Lazio, amministratore di Rfi e ministro De Micheli: l'obiettivo è ridurre i tempi di percorrenza, da 3 ore e 22 minuti a 2 ore e mezza, tra Pescara e la Capitale. I firmatari hanno anche dato vita ad un tavolo tecnico che nelle prossime settimane elaborerà una proposta progettuale condivisa. Dopo l'annuncio di Conte, però, il governatore Marsilio prova ad alzare la posta. «Saremmo pronti a rilanciare e trasformare questo tavolo, con un mandato preciso e un budget adeguato scrive Marsilio in una lettera indirizzata al premier , per mettere una progettazione finalizzata a realizzare una vera linea di Alta Velocità, senza limitarsi ad un mero potenziamento dell'esistente». A seguire una richiesta di confronto che in realtà ha il sapore della sfida. «Le manifestiamo la nostra immediata disponibilità ad incontrarla per offrirle le nostre competenze - prosegue il governatore - e soprattutto quella collaborazione istituzionale che ci permetterà di passare il più rapidamente possibile dai proclami ai fatti». xxxx Sull'altro fronte, quello della Pescara-Lecce, il raddoppio della linea interessa una porzione di territorio assai circoscritta e più precisamente i 34 chilometri che separano Termoli da Lesina. Realizzare la seconda linea anche su questa tratta, l'unica dell'intera dorsale adriatica ancora ad un solo binario, garantirebbe maggiore capacità e regolarità per i treni, contribuendo a ridurre i tempi di percorrenza grazie ad una serie di interventi di velocizzazione. Nessuno stravolgimento della mobilità ferroviaria, dunque, ma un'opera di adeguamento, urgente e necessaria, soprattutto perché se ne parla da anni senza riuscire a far partire i lavori. Sul tavolo c'è già un progetto di Rfi, ma finora egoismi territoriali e lungaggini burocratiche hanno avuto la meglio. 
 
«L'Aquila non resti fuori», si rianima il fronte bipartisan contro l'isolamento

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