ROMA Sia pure con notevole ritardo, il governo dà seguito al decreto Rilancio del 19 maggio e firma il decreto attuativo con cui stanzia 1,2 miliardi a favore di Frecciarossa, Italo oltre alle imprese per il traffico merci, da distribuire nell'arco di 15 anni. Il provvedimento non è risolutivo, nel senso che le società ferroviarie - dovendo far fronte a un vistoso calo della domanda, in conseguenza dell'inasprirsi del Covid che rallenta di molto gli spostamenti - ridurranno comunque i servizi. Italo, che attualmente accusa una riduzione della domanda del 75%, da martedì 3 novembre ridurrà le corse a 60 quotidiane e progressivamente caleranno ancora nelle settimane successive.
Nei 10 articoli del decreto firmato dalla ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, di concerto con il ministro del Tesoro, Roberto Gualtieri, si delimitano gli ambiti di applicazione «alle imprese ferroviarie che effettuano servizi di trasporto di passeggeri e merci per ferrovie non soggette a obblighi di servizio pubblico durante il periodo di contribuzione», cioè quelle che lavorano nel libero mercato. Potranno usufruire del beneficio - secondo l'art. 3 - le imprese che «abbiano registrato minori ricavi e maggiori costi direttamente imputabili all'emergenza Covid-19 dal 23 febbraio 2020 al 31 luglio 2020 rispetto al periodo corrispondente dell'anno 2019 relativamente ai servizi offerti non compensati da oneri di servizio pubblico da parte dello Stato relativamente al trasporto ferroviario». Gli oneri e costi si riferiscono alle spese aggiuntive sopportate per combattere il virus, come l'acquisto dei gel, le pulizie supplementari, le sanificazioni e le mascherine.
I DUE PASSAGGI Il provvedimento regola anche un'altra fase di minor giro d'affari e maggiori oneri sopportati a causa della pandemia «nel periodo compreso dall'1 agosto 2020 al 31 dicembre 2020» sempre a fronte dello stesso periodo del 2019 e sempre senza che ci siano sussidi pubblici. Rispetto al primo periodo, le società ferroviarie dovranno fare i calcoli e inviarli agli uffici del ministero dei Trasporti entro il 31 ottobre. Questi entro il 31 dicembre fisserà la quota parte del fondo spettante a Fs, Italo e agli altri aventi diritto. Per quanto riguarda l'eventuale tranche residuale dei 1.200 milioni, le imprese ferroviarie dovranno fare i calcoli dei danni sopportati e inviare il resoconto entro il 31 marzo 2021. Nel primo periodo considerato nel provvedimento, la società ferroviaria privata guidata da Gianbattista La Rocca e di cui sono azionisti il fondo americano Gip affiancato da un pool di imprenditori italiani quali Flavio Cattaneo, Luca Cordero di Montezemolo, Isabella Seragnoli, Gianni Punzo e un partner tedesco (Allianz), avrebbe accusato un calo di 200 milioni di fatturato, mentre secondo stime approssimative i minori ricavi per Fs sarebbero attorno a 500 milioni anche se la società non fornisce cifre. Secondo le prime valutazioni, dell'1,2 miliardi circa il 75% potrebbe essere destinato a supportare Frecciarossa, il 15% a Italo e il 10% alle imprese del mercato merci. Si diceva che i contributi non verranno elargiti in un solo colpo, ma spalmati nell'arco di 15 anni.