ROMA L'asse diretto fra Alitalia e Delta sulla ripartizione dei voli fra l'Italia e gli Usa (coordination agreement), all'interno di Blue Skies, ha dato uno spinta alla volontà di chiudere l'accordo senza ricorrere a un'altra proroga lunga come si temeva. I nuovi accordi potrebbero avere un beneficio ulteriore di 100 milioni sui ricavi del Nord America. Ieri pomeriggio presso la sede di Atlantia, Giovanni Castellucci, ad della holding autostradale e Gianfranco Battisti, ad di Fs, incontrando i commissari di Alitalia Enrico Laghi, Stefano Paleari, Daniele Discepolo avrebbero dipinto, a sorpresa, un quadro più roseo del negoziato in corso: martedì 10 il cda di Ferrovie dovrebbe deliberare la richiesta di una settimana di proroga per presentare l'offerta definitiva assieme ad Atlantia e Delta rispetto all'attuale scadenza di domenica 15. E questi sette giorni in più serviranno per limare i punti ancora aperti, per avere un confronto con il nuovo ministro del Mise Stefano Patuanelli e, probabilmente blindare l'accordo anche con Ed Bastian, ceo di Delta, volando in Georgia, dopo che il summit dello scorso week end era saltato. Il vertice fra Castellucci, Battisti e Bastian potrebbe tenersi attorno al 16-17 settembre (data da concordare), dopo che venerdì 13 è fissato il cda di Atlantia che, quasi certamente, esaminerà l'operazione. Sempre ieri pomeriggio, presso la sede di Adr, ci sarebbe stato un incontro tecnico fra i manager alla presenza dei consulenti che è servito a far avanzare la definizione del piano industriale, con riguardo i servizi di terra e l'handling, che sono le attività che il gruppo dei Benetton seguono da vicino perché governa l'aeroporto romano.
I NUOVI VOLI Ma come e quando si è sbloccato lo stallo negoziale fra Atlantia e Delta sul network che rischiava di impantanare il decollo della nuova Alitalia? Dopo la due giorni di riunioni tecniche del 22 e 23 agosto fra i tre principali azionisti (per Delta c'era Perry Cantarutti, top manager del network), lunedì 2 ci sarebbe stata una call di circa tre ore fra i manager del gruppo dei Benetton e la compagnia americana sui punti controversi. In particolare la crescita del traffico aereo verso l'America settentrionale che il piano industriale 2020-2024 disegnato da Fs e Delta era molto vantaggioso per gli americani. Questo traffico viene regolato da Blue Skies che è la joint venture di cui fanno parte Delta, Air France, Virgin Atlantic e non più Alitalia. Che adesso in qualche modo rientra ma attraverso un canale diretto con il vettore Usa. Nella video conferenza dell'altro giorno, sarebbero state puntualizzate le modifiche quasi definitive. Saranno previsti nuovi voli verso Washington e San Francisco con frequenza giornaliera per 6-7 giorni settimanali: i voli verso la capitale Usa dovrebbero estendersi per tutto l'anno, mentre quelli verso la quarta città della California concentrarsi nel periodo estivo (giugno-settembre). Altri aggiustamenti riguardano maggiori frequenze dei voli verso New York, Boston, Miami che genereranno maggiore fatturato in quanto dipenderanno dal coordination agreement fra Alitalia e Delta che aggirerà il potere di veto attuale di Air France sui voli fra Europa e Nord America. C'è da dire che mediamente la crescita dei ricavi è del 3% circa per compagnia. Con il nuovo accordo, ci sarà un aumento dei ricavi Alitalia di 100 milioni solo sul Nord America (da 500 a 600 milioni), pari a un più 20 per cento.
Dal vertice di ieri in Atlantia sarebbe emerso che il nuovo piano potrebbe generare circa 2 mila esuberi. Di questi, circa 1.000 dovrebbero essere assorbiti da Fs che dovrebbe procedere a una riqualificazione, mentre un altro migliaio saranno da sistemare attraverso Quota 100, cig, prepensionamenti e altri strumenti.
La nuova Alitalia prende forma e quasi sicuramente entro fine mese ci sarà l'offerta vincolante. Buio pesto sul nuovo ceo: Castellucci e Battisti non avrebbero ancora individuato la figura giusta per competenze ed esperienze così l'head hunter Egon Zehnder dovrebbe avviare un nuovo giro di tavolo.