ROMA Su Alitalia l'emergenza sanitaria ha avuto «un impatto devastante». Il commissario Giuseppe Leogrande durante l'audizione di fronte alle Commissioni riunite Affari costituzionali e Bilancio della Camera ieri ha scattato questa fotografia impietosa. Leogrande ha snocciolato i numeri principali della debacle della compagnia in amministrazione straordinaria. In dodici mesi il numero dei passeggeri è crollato del 70% passando dai 21,293 milioni del 2019 ai 6,314 milioni del 2020. Di questi però, ha spiegato Leogrande «ben 2,8 milioni hanno volato a gennaio e febbraio 2020, cioè prima dello scoppio della pandemia». Leogrande ha ricordato che «ci sono stati mesi, come aprile e maggio, in cui il numero dei passeggeri è crollato del 95% e perfino del 97%». Anche durante la seconda ondata i crolli sono stati drammatici, «dell'80-90% a novembre-dicembre 2020».
Uno scenario che si è naturalmente riflesso sui ricavi. «Dagli oltre 2,7 miliardi realizzati nel 2019 - ha ricordato il commissario - Alitalia è scesa a 591 milioni nel 2020». Di questi, ancora una volta «320 milioni devono essere ricondotti ai due mesi di gennaio e febbraio 2020, cioè prima della pandemia». I primi mesi del 2021 non lasciano presagire alcuna ripresa. Anzi. «Il 2021 si presenta con le stesse complessità del 2020», ha sottolineato Leogrande che si aspetta «un'accelerazione degli interventi necessari a garantire una piena continuità dell'attività di Alitalià e di considerare scontato uno slittamento dei termini di rimborso del finanziamento di 400 milioni». Difficile anche il rapporto con le istituzioni europee che, secondo il commissario «ha richiesto tempi difficilmente compatibilità».
SCONTRO SULL'ASTA In audizione è intervenuto anche il direttore generale di Alitalia, Giancarlo Zeni, sottolineando che la compagnia ha ricevuto «il minor aiuto finanziario rispetto ai concorrenti e che l'eventuale inazione nelle prossime settimane porterà inesorabilmente a un esito insuperabile». Sui sostegni Zeni ha precisato che «Alitalia ha ricevuto aiuti per 9 euro a passeggero, rispetto agli 88 del gruppo Air France-Klm». Per Zeni, in base ai parametri della compagnia, Alitalia avrebbe dovuto ricevere «1,5-1,7 miliardi di aiuti rispetto ai 270 milioni messi a disposizione dal governo italiano». Il 2020 «è stato un anno molto complesso e il 2021 si presenta con le stesse complessità per lo meno nel primo semestre, poi dovremo vedere l'effetto del vaccino e se potranno cambiare le condizioni del mercato. «Un anno complesso anche dal punto di vista gestionale, ciò nonostante Alitalia è risultata la compagnia più puntale in Europa e la terza più puntuale al mondo», ha argomentato il commissario.
L'irritazione nei confronti di Bruxelles manifestata da Leogrande, trova in un certo senso sponda nell'atteggiamento del ministro Stefano Patuanelli in relazione ai criteri con i quali dovrà prendere avvio l'asta per la cessione dei cespiti, brand compreso, di Alitalia. Mentre infatti la Commissione reclama un'asta competitiva europea, il governo propende per una procedura che favorisca la newco Ita, onde evitare di svendere alla concorrenza pezzi pregiati che renderebbero meno agevole il decollo della compagnia guidata da Francesco Caio e Fabio Lazzerini. Il tempo dirà.