Data: 15/08/2020
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Addio Ennio Balducci con la sua telecamera ha raccontato l'Abruzzo A 58 anni lascia la moglie e due figli, domani il funerale È stato giocatore di basket con la Max Meyer Pescara
PESCARA Erano sue le prime immagini del terremoto dell'Aquila, e alle prime luci del 6 aprile 2009 venivano trasmesse in tutto il mondo. Ennio Balducci, giornalista e regista morto ieri a 58 anni nella sua abitazione di via De Cecco, dove è stata allestita la camera ardente, non era "solo" un operatore. «Lui trasformava le immagini in arte, un uomo straordinario, volitivo che si è inventato una vita e che amava profondamente la sua famiglia», ricorda l'amico documentarista Antonio Di Loreto, compare di battesimo del figlio Guglielmo, 14 anni. Guglielmo come padre Alimonti, il figlio spirituale di San Pio che ogni mattina all'alba celebra messa alla Madonna dei Sette Dolori, ai Colli. Con padre Guglielmo, Balducci, ex giocatore di basket della Max Meyer, aveva avviato un «cammino spirituale profondo» rivela la moglie Gabriella De Novellis, madre anche di Maria Luisa, 16 anni. Con la società Video4, aperta negli anni Novanta, curava la rubrica Emmaus del frate cappuccino, in onda ogni mattina su Rete8. Da due anni, il cameraman esterno della Tgr Abruzzo, promotore di docufilm come quello sulla Coppa Acerbo che ha vinto un prestigioso premio internazionale, combatteva contro un male che gli rubava la vita ogni giorno. Ieri alle 12,30 la resa, circondato dall'affetto della famiglia. Sui social lo sconcerto e il dolore di quanti hanno conosciuto e apprezzato le sue doti umane e professionali. I funerali si terranno domani alle 11,30 nella chiesa Immacolata Concezione di via Vespucci. Lascia le sorelle, Monica e Antonella e la madre Maria Luciani.Ennio Balducci se ne è andato con discrezione, ma la potenza della sua «arte» riflessa nelle immagini che registrava sulla telecamera che portava sempre in spalla, rimarranno inchiostro indelebile nella storia della tv abruzzese. «Non era necessario che firmasse i suoi servizi, si riconoscevano dalla cura maniacale con cui li realizzava», ricorda il collega Enzo Primante, operatore Rai che ha condiviso i primi anni di televisione con «un giovanissimo Balducci a Telemare e io ad Antenna 10, una concorrenza che si è trasformata in una amicizia trentennale».«Aveva una voglia di vivere immensa» rivela la moglie Gabriella che affronta la perdita sostenuta da una fede fortissima, «i suoi sogni li ha realizzati tutti. Ennio era un uomo arguto e intelligente. Avete solo un rammarico: avrebbe desiderato concludere quel cammino di conversione avviato con padre Guglielmo, avrebbe voluto amare di più il Signore».Il nipote, Gianmarco Girolami, 23 anni, non cancellerà mai dal cellulare quel messaggino che lo zio gli ha inviato due giorni fa: «È una frase di Enzo Biagi che riassume quell'etica giornalistica che gli apparteneva: sii perbene. Ci vedevamo ogni mattina per commentare le notizie del giorno, mio zio viveva immerso nei libri, adorava i fumetti di Tex Willer e i film che gli hanno ispirato la professione». Il farmacista Giuseppe Vizioli ha condiviso con lui la passione per il basket: «Giocavamo con la Max Meyer insieme a Peppino Terenzio, Oreste Pieramico, Vincenzo Gallo, Fabrizio Di Santo. Erano gli anni '75-'78, ci allenavamo al capannone delle pecore in viale Pindaro. Lui era il condottiero, ma un infortunio al ginocchio gli precluse la carriera. A distanza di 40 anni, durante una rimpatriata, disse: «Quando avrò tempo voglio raccontare in documentario le nostre imprese sportive».Il cordoglio del sindaco Carlo Masci e del presidente del consiglio comunale Marcello Antonelli: «Era una persona squisita, educatissima, mai sopra le righe, sempre disponibile, gran lavoratore, ha continuato con la sua macchina da presa fino alla fine. Una presenza costante della cronaca cittadina e abruzzese».
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