L'AQUILA L'Abruzzo è tra le undici regioni italiane classificate a rischio elevato di una trasmissione non controllata del coronavirus. Lo hanno annunciato ieri gli esperti di Istituto superiore di sanità e Ministero della Salute, nell'analisi del monitoraggio settimanale di Covid-19 in Italia. La regione, con un indice di trasmissione che è arrivato a 1.4, ben al di sopra della soglia di sicurezza (1), è tra quelle in cui la velocità di trasmissione del virus è già compatibile con uno scenario di tipo 4, ovvero il peggiore, quello che preconizza rischi a breve termine per la tenuta dei servizi sanitari. Un quadro da possibile lockdown, dunque, anche se l'assessore regionale alla Salute, Nicoletta Verì, ridimensiona l'allerta: «Non siamo in una fase allarmante, né in una situazione critica, ma il numero dei contagi continua a crescere. Siamo ancora in grado di gestire sia i positivi a livello territoriale che in ospedale».
Ieri, nel giorno in cui è stata superata la soglia dei 10 mila casi totali, è tornato al lavoro anche il governatore Marco Marsilio: tampone negativo al termine dei canonici dieci giorni di isolamento per la positività del suo capo segreteria, Massimo Verrecchia. Il bollettino giornaliero ha fatto registrare ancora numeri pesanti. Sono 428 i nuovi casi di coronavirus accertati nelle ultime ore, emersi dall'analisi di 3.303 tamponi: è risultato positivo il 12,96% dei campioni. In linea con la percentuale, in rialzo, degli ultimi giorni. Si registrano anche due decessi recenti: un 71enne di Atri e una 83enne di Pizzoli, nell'Aquilano. Trentanove le vittime solo negli ultimi sette giorni, con il bilancio delle vittime sale a 542. Aumenta rapidamente il numero degli attualmente positivi al virus e, di conseguenza, quello dei pazienti ricoverati in ospedale. Dei nuovi casi, 183, cioè il 42,7%, sono riferiti a tracciamenti di focolai già noti. Il paziente più giovane è una bimba di un anno della provincia di Teramo; il più anziano, 96 anni, della provincia di Pescara. I positivi con età inferiore ai 19 anni sono 70: 30 in provincia dell'Aquila, quattro in provincia di Pescara, nove in provincia di Chieti e 27 in provincia di Teramo.
SORPASSO La provincia dell'Aquila, solo lambita dall'emergenza nella prima fase dell'epidemia e a lungo rimasta all'ultimo posto in Abruzzo, con i 189 casi di ieri è arrivata a un totale di 2.811 contagi, superando il Pescarese (2.703) e diventando quella più falcidiata dall'epidemia. Nell'Aquilano si registra una brusca impennata di contagi: il totale era di circa 400 casi due mesi fa, il 30 agosto, e di 631 il 30 settembre. Nell'ultimo mese si sono registrati 2.180 casi in più, con un incremento del +345%. Tra le località più colpite ieri ci sono appunto L'Aquila, con il nuovo record di casi (73), Teramo (23), Avezzano (21), Montesilvano (15), Pescara (14), Ortona (13), Tortoreto e Montorio (12), Chieti (9). Aumentano rapidamente gli attualmente positivi: sono 352 in più nelle ultime ore e arrivano a quota 5.796. Del totale delle persone al momento malate, sono 382 (+25 rispetto all'altro ieri) quelle ricoverate in ospedale. Una settimana fa erano 246. In particolare, 355 pazienti (+24) sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva e 27 (+1) in terapia intensiva. In rianimazione, nel giro di una settimana, ci sono nove persone in più. Gli altri 5.414 (+327 rispetto a ieri) sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl. I guariti o dimessi, 74 in più, sono 3.764.
LE DIFFICOLTA' Il mondo della scuola, intanto, resta in subbuglio. «Qualcuno (il Miur o il Mef) ha sbagliato a fare i conti: pare manchino in media circa 200 euro al mese per ogni contratto di supplenza, per cui dei circa 13 milioni di euro previsti per tutto il 2020 ne sono già stati impegnati il 76% (e siamo ancora ad ottobre), mentre per il 2021 la situazione è ancora più preoccupante, considerato che dei circa 20 milioni di euro stanziati ne sono stati impegnati già circa 19 (pari al 91%): urge un intervento politico per dare copertura integrale ai contratti dell'organico d'emergenza» hanno denunciato i rappresentanti sindacati della scuola Giuseppe La Fratta (Flc Cgil Abruzzo Molise), Davide Desiati (Cisl), Antonio Di Zazzo (Uil Scuola), Carlo Frascari (Snals Confsal) e Piera Di Cicco (Fgu Gilda Unams). «In caso di assenze hanno detto i sindacati - ci si troverebbe nell'impossibilità di sostituire i docenti nominati per garantire lo sdoppiamento delle e i collaboratori scolastici necessari per garantire i protocolli di pulizia necessari in materia anti Covid».