Data: 25/05/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Abruzzo, oltre 15mila gli incidenti sul lavoro In regione più di 50 infortuni al giorno. La Cgil: «Sono dati allarmanti»
PESCARA Più di 15mila infortuni in un anno significa che ogni giorno in Abruzzo oltre 50 lavoratori si fanno male. I dati Inail e Inps per il 2022 sono allarmanti. È vero che il numero dei morti è sceso da 41 a 21, rispetto al 2021, ma i controlli sono il tallone d'Achille del sistema prevenzione: una sola verifica ogni 14 infortuni. Lo denunciano attraverso il Centro, Carmine Ranieri, segretario generale Cgil Abruzzo Molise e Mirco D'Ignazio, coordinatore regionale dell'Inca Cgil.
IL CONFRONTO Gli infortuni nel 2022 sono stati 15.686. I numeri per provincia: L'Aquila 2.949, Teramo 4.541 Teramo, Chieti 3.283, Pescara 4.913. Per settore: 944 in agricoltura, 12.786 industria/servizi/costruzioni, 1.956 dipendenti pubblici.Nel 2021 invece si registrarono 11.413 infortuni; per provincia: L'Aquila 2.397, Teramo 2.988, Chieti 3.586, Pescara 2.442. Per settore: in agricoltura 1.005, industria/servizi/costruzioni 9.047, dipendenti pubblici 1.361.I morti nel 2022 sono stati 21. Per provincia: L'Aquila 6, Teramo 5, Chieti 3, Pescara 7. E per settore: 2 in agricoltura, 15 industria/servizi/costruzioni, 4 dipendenti pubblici. Nel 2021 invece si verificarono 41 incidenti mortali sul lavoro. Per provincia: L'Aquila 10, Teramo 8, Chieti 11, Pescara 12. Per settore: 5 in agricoltura, 33 industria/servizi/costruzioni, 3 dipendenti pubblici.
I CONTROLLI. Dal Rapporto 2022 di Ispettorato del Lavoro, Inail e Inps sulle attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale emerge un quadro, per l'Abruzzo, caratterizzato da grosse criticità: «Pochi controlli», dice la Cgil, «numerose irregolarità e un'insufficiente attenzione alla sicurezza».Le ispezioni effettuate nel corso dell'anno evidenziano un tasso di irregolarità del 70,3%: un dato più alto di tre punti percentuali rispetto alla media nazionale. «Non stupisce che il settore "alloggio e ristorazione" sia, con ben l'84% delle irregolarità riscontrate, quello in cui siano emerse maggiori criticità. Da anni, infatti, Cgil e Filcams regionali denunciano, purtroppo inascoltate, condizioni di lavoro spesso al limite della legalità», è il commento di Ranieri e D'Ignazio, «non è un caso, quindi, che il dato delle irregolarità sia di gran lunga superiore alla media nazionale (+7%)».Più alte della media regionale anche le infrazioni riscontrate (76%) nel settore del commercio all'ingrosso ed al dettaglio. In controtendenza, invece, il dato dell'agricoltura dove "solo" nel 53% delle verifiche sono emerse problematiche.Complessivamente 3.135 i lavoratori per i quali è stato accertato il mancato rispetto di leggi o contratti da parte delle aziende ispezionate. Situazione migliore rispetto alla media nazionale quella del mondo delle cooperative. Se in tutto il territorio italiano, infatti, nel 71% dei casi i controlli hanno portato alla emissione di sanzioni, in Abruzzo la percentuale scende al 64%.«A destare preoccupazione, invece, è l'esiguo numero di ispezioni materialmente effettuate nel corso del 2022, la loro natura e la distribuzione per settori», sottolinea la Cgil.
IL PUNTO DEBOLE«La cronica mancanza di personale degli istituti preposti al controllo sui luoghi di lavoro», denuncia il sindacato, «continua a non consentire la garanzia del rispetto dei diritti di lavoratrici e lavoratori».Sono state 2.858 le ispezioni complessive dello scorso anno, di cui 1.736 in materia di lavoro e legislazione sociale e soltanto 1.122 su salute e sicurezza. «Un dato ancor più allarmante se confrontato con i 15.686 (di cui 21 mortali) incidenti sul lavoro registrati dall'Inail in Abruzzo nel 2022. La media è quella di una sola verifica ogni 14 infortuni a conferma del fatto che quella che manca è la prevenzione».
I SETTORI Per la Cgil la preoccupazione cresce se il dato lo si analizza dal punto di vista dei settori controllati. Le verifiche in materia di sicurezza, infatti, sono state 862 (il 77% del totale) nel settore delle costruzioni, 207 nel terziario, solo 38 in quello dell'industria e 15 in agricoltura. «Numeri praticamente nulli considerate le centinaia di aziende presenti in regione nei singoli settori. Numeri che», conclude il segretario generale Ranieri, «impongono una immediata inversione di tendenza. Le politiche del Governo, fatte di aumento della precarietà e assenza di fondi per la sicurezza e le mancate scelte della giunta regionale, confermano la necessità della prosecuzione della mobilitazione, come quella di sabato scorso della Cgil Abruzzo Molise, con Cisl e Uil, in piazza a Napoli, per una nuova stagione del lavoro e dei diritti».
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