Data: 01/02/2021
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Abruzzo in giallo, Parruti: serve prudenza o sono guai Sono 402 i nuovi positivi. Appello dell'esperto: dobbiamo rispettare le regole
Sono 402 i nuovi casi registrati nelle scorse ore. L'Abruzzo ha fatto segnare una nuova crescita dei contagi. Un aumento certificato anche dalla percentuale dei tamponi analizzati e risultati positivi: il 10,72%. Un dato ben più alto rispetto al giorno precedente, quando il rapporto si attestava al 7,29%. E ieri, alla vigilia del ritorno in zona gialla che scatta oggi, l'infettivologo Giustino Parruti ha lanciato un ultimo appello alla popolazione attraverso Il Centro: «Ora serve responsabilità».
I NUMERI. Con il bollettino di ieri sono stati quindi comunicati 402 nuovi positivi. Sono stati eseguiti 3.750 tamponi molecolari e 10.178 test antigenici. È ancora una volta la provincia di Pescara a far segnare il maggior numero di contagi con 145 casi, seguita da quella di Chieti (100), Teramo (86) e L'Aquila (59). Ci sono poi altri dodici casi relativi a residenti fuori regione o con residenza in accertamento. I MORTI. La provincia di Pescara è quella più colpita anche sul fronte dei nuovi decessi. Dei cinque registrati nelle ultime ore, ben quattro sono riferiti proprio al Pescarese. Si tratta di due donne 90enni di Spoltore e Villa Celiera, una 87enne di Città Sant'Angelo. Ci sono poi altri due anziani, uno di 77 anni di Carpineto della Nora - sempre in provincia di Pescara - e un altro di 87 di Sulmona.
LE ZONE PIÙ COLPITE. Nel dettaglio i nuovi positivi hanno un'età compresa tra 5 mesi e 93 anni: la prima è una bambina della provincia di Teramo, il secondo è un anziano del Chietino. Tra le zone più colpite in Abruzzo dal Covid-19 ci sono Pescara con 64 nuovi casi, Montesilvano con altri 29, San Giovanni Teatino con 27 casi e Teramo con 24. E poi ancora Sulmona (18), Giulianova (17), Chieti (16), Spoltore (12), Francavilla (11), Carsoli (10). Gli attualmente positivi in Abruzzo sono 10.487 (+370), 383 sono i ricoverati in area medica (-6), 46 in terapia intensiva (+3), 10.058 sono in isolamento domiciliare (+373). I guariti sono invece 30.892 (+207).
PARLA L'ESPERTO. «Spero che il ritorno in zona gialla non si traduca in una nuova escalation della malattia». È l'auspicio di Parruti nelle dichiarazioni arrivate a poche ore dal passaggio dell'Abruzzo nella nuova fascia di rischio che permette una maggiore libertà alla popolazione. La prudenza non deve venire meno, così come il rispetto delle regole previste in quest'area. Al di là dell'analisi della situazione epidemiologica svelata dall'ultimo bollettino, l'infettivologo conferma che «casi di persone con insufficienza respiratoria continuano a giungere puntualmente ogni giorno in ospedale». Per questo motivo Parruti aggiunge: «Mi sento di fare un forte richiamo alla responsabilità».
LA ZONA GIALLA. Le varianti del Covid richiedono una maggiore prudenza da parte dell'intera popolazione. «Sta proprio a noi la responsabilità di far sì che il fatto che sia aumentata la contagiosità di una certa frazione di persone che portano il virus non si traduca in una immediata ripresa della sua circolazione», continua il professor Parruti. «La zona gialla è benvenuta perché tutti abbiamo bisogno di socialità, così come che l'economia riparta», continua l'esperto, «ma serve responsabilità, che deve essere strettamente individuale. La mascherina ad esempio è fondamentale, va portata bene. E poi dobbiamo mantenere il distanziamento godendoci, per quello che ci è dato, la ripresa della socialità stessa».
GLI INGREDIENTI. «Sono convinto che se ognuno farà la sua parte, a maggior ragione adesso che tutti sono consapevoli che c'è questo problema delle varianti, avremo possibilità di evitare che la situazione torni a peggiorare», aggiunge ancora Parruti. C'è quindi un rischio che l'Abruzzo possa tornare nel prossimo futuro in zona arancione? «Gli ingredienti per poter durare in zona gialla sono tre», è il pensiero dell'infettivologo. «È importante un'alta frequenza degli screening, che ci permettono di intercettare precocemente i portatori asintomatici. Dobbiamo effettuare controlli negli istituti scolastici per ridurre la circolazione del virus nelle famiglie attraverso le scuole e dobbiamo essere responsabili, come già detto, nell'uso della socialità che ci è concessa». I primi due aspetti sono più dipendenti dall'organizzazione generale contro il Covid, la terza da ciascuno di noi, ma se tutte verranno prese seriamente in considerazione, «la speranza è che possiamo mantenere tassi di circolazione bassi del Covid». A tutto ciò va aggiunta anche la somministrazione dei vaccini, che contribuirà alla battaglia contro il virus. «Però», conclude Parruti, «è una scommessa che dobbiamo vincere insieme».
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