L'AQUILA L'Abruzzo tornerà in fascia arancione, forse già a partire da domenica, al più da lunedì. Con il rischio, dunque, che i ristoratori debbano rinunciare anche alla magra consolazione del pranzo di San Valentino e la prospettiva concreta che da lunedì gli operatori invernali debbano alzare definitivamente bandiera bianca, chiudendo anzitempo una stagione sciistica mai aperta. Scenario a tinte foschissime, preconizzato ieri dal governatore Marco Marsilio, che troverà sostanza oggi, all'esito della consueta Cabina di regia nazionale che valuterà gli indicatori del contagio da coronavirus. Il Covid-19 in Abruzzo corre forte, sebbene a due velocità: in maniera contenuta nelle aree interne quelle in cui avrebbero dovuto riaprire gli impianti sciistici in fascia gialla -, in modo difficilmente controllabile nell'area metropolitana pescarese-chietina e in altre zone delle due province. Un rapporto che vale, oggi, quasi 1 a 4 e che riapre un dibattito mai chiuso sull'esigenza di una valutazione su base provinciale. Marsilio ieri è stato chiaro, non bastano il blocco di ingressi e uscite a Pescara, Montesilvano, Francavilla e Spoltore e le zone rosse ad Atessa, San Giovanni Teatino e Tocco da Casauria, sanciti con ordinanze della Regione. Il rischio grande è che, senza un cambio repentino di rotta, addirittura l'Abruzzo possa finire in zona rossa nel weekend del 21 febbraio.
L'APPELLO «Le proiezioni sui dati trasmessi a Roma per il report settimanale ha fatto sapere ieri Marco Marsilio - mostrano un forte incremento dell'indice Rt, che oscilla intorno a 1,20 e comunque con un valore minimo intorno o superiore a 1,10. Con questi dati, la Cabina di Regia non potrà che classificare l'Abruzzo in zona arancione. Se l'ordinanza del Ministro verrà pubblicata sabato (come è probabile), la nuova disciplina scatterà da domenica. Purtroppo, la forte incidenza della variante inglese in alcune aree del territorio abruzzese, e in particolare nell'area metropolitana Pescara-Chieti (per la quale sono operative da oggi le misure restrittive contenute nell'ultima ordinanza presidenziale), sta facendo rapidamente risalire la curva dei contagi. A tal proposito, domani mattina (oggi per chi legge, ndr), il gruppo tecnico-scientifico regionale tornerà a riunirsi per proseguire nel monitoraggio costante dell'andamento epidemiologico, con particolare attenzione ai comuni sottoposti a discipline più restrittive e a segnalazioni di allerta. Verrà sottoposta a valutazione anche l'opportunità di prorogare o no la zona rossa per i comuni di Atessa, San Giovanni T. e Tocco da Casauria».
MAGGIORE FORZA «La virulenza e la velocità di trasmissione di questa terza ondata - ha detto Marsilio - è ben maggiore della seconda ondata che ci ha colpiti a novembre. Per arrestare la corsa del virus e la risalita degli indicatori, che altrimenti porterebbero l'intera Regione in zona rossa tra un'altra settimana, occorre intensificare gli sforzi e l'applicazione di comportamenti corretti».
IL BOLLETTINO Ieri sono stati accertati 540 nuovi casi. È il dato più alto dal 30 novembre. Sono emersi dall'analisi di 5.438 tamponi molecolari: positivo il 9,93% dei campioni a fronte del 7,18 del giorno precedente. Cinque i decessi, che fanno salire il totale a 1.538: si tratta di un 64enne di Ocre, un 95enne di Nocciano, una 55enne di Bisenti, una 66enne di Chieti, un 90enne di Ripa Teatina. Continuano ad aumentare i ricoveri e il tasso di occupazione delle terapie intensive sale a oltre il 28%: 502 pazienti (+6) sono in terapia non intensiva e 53 (+1, con 4 nuovi ricoveri) in terapia intensiva. Gli altri 10.319 (+60) sono in isolamento domiciliare. Tra i nuovi positivi ci sono anche un bambino di 5 mesi della provincia di Teramo e un anziano di 95 della provincia di Pescara. Quelli con meno di 19 anni sono 91: 5 in provincia dell'Aquila, 39 in provincia di Pescara, 32 in provincia di Chieti e 15 in provincia di Teramo. Gli attualmente positivi sono 10.874 (+67): I guariti sono 34.274 (+467). Nelle ultime ore sono stati eseguiti anche 7.852 test antigenici. Ancora un repentino incremento dei contagi tra le province di Pescara e Chieti, che da sole registrano 411 casi dei 540 emersi. La zona più colpita è di nuovo l'area metropolitana, dove il virus corre veloce, anche a causa della circolazione della variante inglese, responsabile, secondo le stime, della metà dei contagi.