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Data: 06/02/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO

Abruzzo, così il Covid uccide chi è senza vaccino Mille no vax morti in un anno: ecco gli studi dell'Iss e dell'Università Cattolica

Più di mille abruzzesi non vaccinati sono morti in un anno a causa delle complicanze del Covid. Un numero enorme e da bollettino di guerra, che mostra anche come invece il vaccino abbia permesso di sconfiggere il virus: nello stesso periodo, quello dal 1° febbraio al 2021 al 10 gennaio 2022, i vaccinati deceduti sono stati 138. A dirlo è uno studio dell'Istituto superiore di sanità, secondo cui in Italia le vittime del Covid da quando c'è il vaccino sono state per l'84,4% persone non vaccinate. Lo stesso studio è stato poi utilizzato dai ricercatori dell'Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane dell'Università Cattolica per dimostrare quanto il Covid abbia impattato sulle morti in Italia: nel 2021 è stato superato soltanto dalle malattie cardiocircolatorie e dai tumori. L'84% delle vittime non era vaccinatoL'Istituto superiore di sanità, per calcolare il numero di non vaccinati tra le vittime totali, ha scelto di partire dal la data del primo febbraio 2021. Non a caso, ma perché «corrisponde alle cinque settimane necessarie per il completamento del ciclo vaccinale a partire dall'inizio della campagna vaccinale», come si legge nel report.«Dal primo febbraio 2021 al 10 gennaio 2022 sono 46.572 i decessi SARS-CoV-2 positivi. Tra questi sono 39.292 i decessi di "non vaccinati" (84,4% di tutti i decessi SARS-CoV-2 positivi avvenuti nel periodo), 1.935 i decessi con "ciclo incompleto di vaccinazione" (4,2%) e 5.345 di vaccinati con "ciclo completo di vaccinazione" (11,5%), si legge nel report sui dati nazionali. Applicando queste percentuali ai 1.204 abruzzesi morti per Covid nello stesso periodo, esce fuori che i non vaccinati deceduti sono stati 1.016, quelli con ciclo incompleto 50 e quelli vaccinati 138.I non vaccinati non erano tutti no vax: nel conto rientra anche chi è morto all'inizio del 2021 prima di riuscire a ricevere il siero anti-Covid. Tra i vaccinati, invece, viene considerato anche chi ha ricevuto la terza dose che, secondo altri studi dell'Iss, ha molte meno possibilità di morire per le complicanze del Covid rispetto a chi ha solo due dosi.L'Iss, infatti, da mesi con i suoi report dimostra l'importanza del vaccino. Nel più recente dei report epidemiologici, l'Istituto fissa l'efficacia del vaccino al 96% per chi ha la terza dose "booster", al 92-93% per chi ha due dosi da meno di 120 giorni e all'86% per chi ha due dosi da oltre 120 giorni. Altro confronto è quello sul tasso di ospedalizzazione: ogni centomila abitanti sopra i 12 anni, tra il 10 dicembre e il 9 gennaio si sono contati 35,6 ricoveri di non vaccinati in terapia intensiva contro 1,3 vaccinati da meno di 120 giorni o con la terza dose.
IL COVID TRA LE PRINCIPALI CAUSE DI MORTE «Il coronavirus rappresenta un rischio di morte molto elevato, fatto ancora più evidente se si considera che ha bruciato 10 anni di guadagni in aspettativa di vita»: queste sono le conclusioni del report dell'Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane dell'Università Cattolica che, partendo dai dati dell'Iss, è riuscito a quantificare quanto il Covid abbia impattato sulla mortalità degli italiani nel 2021. «Per coloro che ritengono ancora che la pandemia rappresenti un rischio di morte come tanti altri, è utile considerare che il tasso di mortalità per Covid-19 tra le persone che hanno un'età compresa tra i 40-49 anni, è 1,8 volte più alto di quello della mortalità causata dagli incidenti stradali, 20 volte più alto nella classe di età 60-69 anni», continua il report dell'Università Cattolica, «oppure che nella classe di età 10-19 anni il virus causa un numero di decessi 2,8 volte superiore a quello dovuto alle polmoniti, 7 volte maggiore se consideriamo la classe di età 20-29 anni». Il Covid ha ucciso soprattutto gli anziani. Mentre per i 30-49enni è stata la quarta causa di morte dopo incidenti, tumori e malattie del sistema circolatorio, infatti, secondo lo studio dai 50 anni in su è stata la terza causa dopo tumori e malattie del sistema circolatorio. Per gli ultranovantenni è stata addirittura la seconda causa, subito prima dei tumori: secondo i dati ne ha ucciso uno ogni dieci.
PERCHE' NON SCENDEIL NUMERO DEI MORTI Mentre il numero dei contagiati è in discesa e quello dei ricoveri appare sostanzialmente stabile, il numero dei morti, in Italia come in Abruzzo, continua a essere altissimo. Secondo gli esperti, i fattori che incidono sono principalmente due. Il primo riguarda l'onda lunga della variante Delta, che è stata molto più pericolosa e letale della Omicron. La Delta è infatti praticamente sparita dai campioni dei nuovi contagiati, ma uccide ancora chi si è contagiato intorno a 20 giorni fa, quando circolava ancora prima di essere scalzata da Omicron. L'altro fattore riguarda l'altissima contagiosità di Omicron che ha colpito in maniera pesante chi non è vaccinato: sui grandi numeri, è fisiologico che siano tanti i morti.

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