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Data: 05/05/2022
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

A24 e A25, rincari dei pedaggi congelati fino al 31 dicembre Prorogata la scadenza del 30 giugno: l'annuncio del ministro Giovannini alla Camera

Lo spauracchio dell'aumento dei pedaggi del 34% sulle autostrade A24 e A25 dal primo luglio è scampato. Almeno fino a fine anno. Lo ha detto ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Enrico Giovannini, davanti all'aula della Camera dei deputati resa un inferno dai parlamentari abruzzesi in ascolto con il coltello in bocca, soprattutto dopo l'incontro avuto con i sindaci in mattinata. «Il Governo ritiene opportuno operare per far sì che l'attuale blocco delle tariffe delle tratte autostradali A24 e A25 previsto fino al 30 giugno, venga prorogato al 31 dicembre 2022», ha detto durante l'informativa urgente in Aula.Ma non è ancora scampato lo spauracchio dei rincari record di quasi il 16% all'anno fino al 2030, per un totale del 375%: oggi il Cipess valuterà il nuovo Piano economico finanziario che contiene gli ulteriori aumenti delle tariffe. Non è scampato anche perché non sono stati ancora risolti i nodi dei lavori e della risoluzione della concessione.
I LAVORI E LA RISOLUZIONE DELLA CONCESSIONE Dopo aver ricostruito tutta la vicenda dei rapporti (e dei contenziosi) con la società, il ministro è stato più cauto sul futuro dell'arteria gestita da Strada dei Parchi. Senza sbilanciarsi sulla possibilità che lo Stato si riprenda le due autostrade, ha però ricordato come contro la società concessionaria ci siano indagini giudiziarie ma anche una contestazione per «gravi inadempienze», con una commissione di verifica del ministero che avrebbe «confermato profili di criticità e ritardi nella manutenzione». Dopo la contestazione, presupposto per la risoluzione della convenzione con il concessionario, «ora sono in corso le verifiche sulle controdeduzioni della società». In altre parole: si sta andando avanti. Come si sta andando avanti nel piano di messa in sicurezza sismica con interventi a carico dello Stato, nodo e vero punto di scontro tra ministero e Strada dei Parchi che in nove anni, insieme agli aumenti tariffari, hanno fatto saltare ogni tentativo di approvazione del Pef. Strada dei Parchi vuole realizzare i lavori direttamente, ricevendo fondi di compensazione, ma vuole realizzare i lavori direttamente anche lo Stato, con gare pubbliche. Lo ha detto chiaramente Giovannini, facendo riferimento a Maurizio Gentile, da poco dimesso e sostituito da Marco Corsini: «Il commissario straordinario ha predisposto un programma di adeguamento dell'autostrada, con gare pubbliche, con un impegno di spesa complessiva pari a 6,5 miliardi di euro, in due fasi, una prima di 5,2 miliardi da completarsi entro il 2025, una seconda per una spesa di 1,3 miliardi di euro da realizzare dopo il 2025».
LE REAZIONI DEI DEPUTATI ABRUZZESI «Siamo riusciti ad evitare l'aumento delle tariffe, ma non si risolve il problema»: così Camillo D'Alessandro di Italia Viva, uno dei parlamentari abruzzesi a pronunciare in aula parole più dure dopo l'intervento di Giovannini, «per colpevole inerzia del ministero - parlo della struttura tecnica - non c'è un nuovo Pef, nonostante un commissario ad acta, che risolva la distorsione all'origine della convenzione: il meccanismo infernale che scarica sull'aumento automatico della tariffa la copertura degli insostenibili oneri di manutenzione, concepito dal Governo Berlusconi». Poi ancora: «L'ultimo Pef imposto dal commissario e dalla struttura tecnica del ministero alla società concessionaria è irricevibile, perché ripete il meccanismo di automatico aumento della tariffa». In aula è intervenuta anche Stefania Pezzopane del Partito democratico: «Serve bloccare gli aumenti delle tariffe, semplificare la messa in sicurezza, convocare un tavolo al ministero delle Infrastrutture per trovare una soluzione definitiva. Siamo soddisfatti degli impegni assunti dal ministro Giovannini sul blocco degli aumenti delle tariffe e sui lavori di messa in sicurezza dei tratti autostradali. Siamo però preoccupati perché da 9 anni non si approva il Pef e nemmeno il commissario nominato dal Consiglio di Stato, Sergio Fiorentino, è stato in grado di farlo. L'azione di ipotetica rescissione del contratto con il gestore che scenari apre? È questa la strada? Certo è che va deciso il meglio per la nostra comunità e i costi così onerosi non possono ricadere sui cittadini. La messa in sicurezza è urgente».Intervento anche di Carmela Grippa del Movimento 5 Stelle: «La sicurezza e il diritto alla mobilità vengono prima di ogni altra cosa. Il blocco delle tariffe è un'ottima notizia, deve però essere accompagnato da decisioni coraggiose su quale futuro il Governo intende dare a questa importante direttrice. Intende forse nazionalizzarla? E a che punto è, ad esempio, l'istituzione della società in house del Mef istituita con il decreto Infrastrutture?».Durissimo il commento di Fratelli d'Italia, intervenuto in aula con Tommaso Foti e Francesco Lollobrigida. Il primo ha accusato il ministero di «superficialità» per i contenziosi persi con Strada dei Parchi, attaccando il Pd per non aver risolto il problema in passato con i suoi ministri Graziano Delrio e Paola De Micheli. Il secondo ha invece chiesto pedaggi gratuiti per le comunità locali. Antonio Zennaro della Lega ha invece parlato dei rincari come «Spada di Damocle sul territorio» e chiesto di «accelerare gli investimenti e di impegnarsi per diminuire le tariffe». Antonio Martino di Forza Italia ha ricordato la vicenda dei 110 licenziamenti previsti dalla Toto Costruzioni, collegata a Strada dei Parchi: «Una beffa, proprio ora che abbiamo bisogno della loro opera». Per Fabio Berardini di Coraggio Italia «o il Governo prende una decisione, oppure bisogna bloccare i rincari fino al 2030». Netta la posizione di Andrea Colletti di Alternativa: «Le autostrade tornino allo Stato». Critici, nel dibattito sono intervenuti anche Devis Dori dei Verdi, Renzo Tondo del gruppo Misto e Nicola Stumpo di Leu.

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