Data: 11/07/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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A24 e A25, lo Stato pronto a pagare Toto Tempo scaduto, nell'udienza sul contenzioso miliardario depositato un decreto per l'indennizzo: sarà svelato il 18 luglio
L'AQUILA Eppur si muove. Nel serrato contenzioso sul risarcimento danni tra Strada dei Parchi spa, ex concessionaria di A24 e A25, e il ministero per le Infrastrutture e i Trasporti, il governo fa un primo passo. C'è un fatto nuovo dietro al rinvio al 18 luglio, da parte del tribunale di Roma, dell'udienza relativa alla diffida che Sdp ha inviato al Mit guidato dal vicepremier Matteo Salvini, al premier Meloni e ai capi dicastero per chiedere, in base alla norma, una provvisionale sul risarcimento miliardario dovuto all'ex gestore in seguito alla revoca anticipata in danno della concessione in scadenza nel 2030, decisa dal consiglio dei ministri dell'ex premier Draghi il 7 luglio dello scorso anno, con affidamento ad Anas. tempo scadutoIeri nuova udienza in tribunale dopo che, il 7 luglio scorso, è scaduto il termine entro il quale il Mit avrebbe dovuto corrispondere l'indennizzo. L'Avvocatura dello Stato ha comunicato che il Gabinetto del dicastero ha adottato «un decreto interministeriale, trasmesso alla competente direzione per l'invio agli organi di controllo al fine di acquisire il prescritto visto». Si tratta della Ragioneria generale dello Stato e della Corte dei conti. Non si conosce l'entità della determinazione del Mit e dei ministeri collegati. Non si sa neppure se il corposo assegno riguardi la provvisionale oppure l'intero ammontare da risarcire. Una cifra da cui dipende il futuro di Sdp e del gruppo Toto, circa 1.100 dipendenti, e che sarà svelata il 18 luglio. Di conseguenza, il voto dei creditori relativo al concordato al 100% chiesto allo stesso tribunale dalla spa del gruppo Toto, previsto per giovedì, è rinviato. Infatti, il concordato a cui è dovuta ricorrere Sdp in seguito alla revoca in danno della concessione, impugnata, si basa sull'indennizzo, secondo stime tra 2,1 miliardi (per il ministero) e 2,4 più interessi (per i commissari nominati dal tribunale) previsto dalla legge per la cessazione anticipata, nel 2022, del contratto in scadenza nel 2030. Sullo sfondo, il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del decreto del governo Draghi a cui ha mandato gli atti il Tar del Lazio.
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