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Data: 28/05/2024
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

A14, politica e impresa accusano: «Danni economici e d'immagine»

TERAMO Un grave danno economico e d'immagine per il territorio teramano. È la posizione pressoché univoca di rappresentanti istituzionali e dell'impresa relativamente alla situazione che insiste lungo l'autostrada A14. Cantieri, rallentamenti e code interminabili costellano tutto il tratto teramano e spostarsi verso nord o verso sud diventa un'odissea. Negli ultimi mesi sono aumentati inoltre i restringimenti per l'apertura di ulteriori cantieri e a non rassicurare sono soprattutto i tempi: se dal 1° giugno i lavori si fermeranno per riprendere a settembre evitando così di gettare nel caos il traffico estivo delle vacanze, la situazione non tornerà alla normalità prima del 2028. Viaggiatori e pendolari sono stremati e le ricadute negative sono a raggiera.Il presidente della Provincia di Teramo, Camillo D'Angelo, punta il dito contro l'assenza di una pianificazione efficace: «Un intervento necessario si è trasformato in un'opera penalizzante per l'economia del territorio. Ben vengano i lavori ma andavano programmati meglio, nei tempi e nei modi, scaglionando gli interventi e prevedendo attività di cantiere soprattutto di notte. Ritengo inoltre che questa poteva essere l'occasione per realizzare la terza corsia e migliorare tutto il tratto sotto il profilo informatico con sistemi di videosorveglianza e colonnine di ricarica per auto elettriche. Così invece restiamo nell'ordinario, senza una rete autostradale capace di rispondere alla viabilità del futuro».Daniela Torto, deputata abruzzese del Movimento 5 Stelle, interviene sui tempi: «Quando termineranno i lavori? I cittadini teramani non ce la fanno più. La Lega al governo con il ministro dei trasporti Salvini non ha risolto niente. Pubblicizzano il blocco dei cantieri come una buona notizia, per far respirare gli utenti, ma è solo un modo per rinviare il problema. Cosa hanno fatto fino ad oggi? Quando i cantieri riapriranno, dopo l'estate, i disagi per i cittadini si moltiplicheranno: possibile che non ci sia un piano, una progettualità?». Aggiunge ancora la deputata: «Non si possono attivare o aprire cantieri in questo modo. Anche molto distanti tra loro, non possono lavorare tutti insieme, altrimenti si crea un ingolfamento del traffico autostradale permanente. Ma non ci vuole un genio per capirlo. E poi questi cantieri sull'A14 non possono durare in eterno, il ministro si impegni a snellire i lavori e renderli molto più veloci», conclude Torto. Percorrere l'A14 a passo d'uomo e impiegare fino a 90 minuti per tratti che normalmente si percorrono in meno di mezz'ora «significa perdere non solo tempo ma anche Pil e produttività, senza considerare l'inquinamento che gli ingorghi causano e il disincentivo che questa situazione crea a chi vuole o deve raggiungere la nostra provincia», dice Lorenzo Dattoli, imprenditore e vice presidente di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico. «La mia azienda si trova a Martinsicuro e quindi il dramma dell'A14 lo vivo in modo diretto quasi ogni giorno: sono ormai quattro anni che ci troviamo in questa condizione e all'orizzonte se ne preannunciano altrettanti. È una situazione inaccettabile tenuto conto che questo territorio è privo dell'alta velocità e ha perso importanti collegamenti aerei. Raggiungere la provincia di Teramo e le sue aziende sta diventando sempre più difficile: bisogna spingere sull'acceleratore dei lavori», conclude Dattoli. Le ricadute economiche sono rilevanti per tutte quelle realtà produttive, turistiche e di servizi che gravitano attorno all'A14. Gianluca Grimi, presidente regionale di Assoturismo-Confesercenti, chiede risarcimenti da parte di Autostrade per l'Italia verso chi sta avendo perdite economiche: «Aspi nei suoi studi ci dice che il 30% delle attività produttive è a meno di 5 chilometri dai caselli autostradali e una parte altrettanto importante a distanza di poco maggiore. Questo dato basta da solo a far comprendere come non solo il turismo ma tutta la filiera produttiva ed economica, in presenza di problemi autostradali, viene colpita e indebolita. Ora: questa situazione sulla A14 teramana dura da anni. I pur necessari lavori sono congestionati per colpe pregresse relative alla programmazione delle manutenzioni e i danni che il territorio sta subendo, anche a livello di immagine, sono concreti, oggettivi, inconfutabili. A questo punto non bastano più le rassicurazioni, Aspi deve essere chiamata a risarcire le aziende in modalità che vadano ben oltre gli insignificanti sconti ai caselli», commenta Grimi.


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