TERAMO Lunghe code segnalate quotidianamente sulla A14 da Pescara fino ad Ancona, sia a salire che a scendere. Durante l'arco dell'intera giornata ogni cantiere ha una media di 25 minuti di coda, che implica almeno due ore in più di percorrenza tra i caselli di Pescara sud e Fermo Porto San Giorgio. La serata tra venerdì e sabato è stato un vero e proprio inferno. Con il ritorno degli autotrasportatori dal nord verso sud si restava fermi per ore o si cammina quasi a passo d'uomo nei diversi tratti a carreggiata ridotta. «Il viaggio della speranza». Lo hanno soprannominato gli autotrasportatori al baracchino. E poi affermano che: «non è possibile che si impieghi più tempo a percorrere un'autostrada rispetto ad una strada statale, continuando ad applicare le stesse tariffe».
Una situazione paradossale che si trascina dal novembre del 2019, che ha avuto una pausa solo grazie al lockdown. A causare da mesi i rallentamenti e gli incolonnamenti sulla A14 non solo i tredici viadotti sequestrati dalla Procura di Avellino, - in Abruzzo ne sono otto, cinque dei quali dissequestrati temporaneamente e tre, cioè il Marinelli, il Cerrano e il Santa Maria, ancora sotto sequestro - ma anche il fatto che cantieri pronti a partire non riescono a farlo perché manca il via libera del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Progetti presentati da tempo, uno addirittura da tre mesi, infatti, sono fermi. Al centro del contendere ci sono questioni tecniche e di collaudo relative alle barriere bordo-ponte installate sui viadotti. Autostrade per l'Italia si è resa disponibile ad effettuare rapidamente la sostituzione delle strutture. Estremamente complesso, però, l'iter, che prevede ben sette differenti passaggi amministrativi. Anche durante la fase di lockdown, la società ha portato avanti, come da cronoprogramma, le attività progettuali e di rilevo sui viadotti. Gli ultimi progetti definitivi sono stata inviati alle strutture competenti del ministero tra il 23 e il 26 giugno. Su queste infrastrutture è stato necessario attendere indicazioni tecniche dal Mit, relative alla presenza di barriere fonoassorbenti.
Contemporaneamente, data la complessità dell'iter autorizzativo, Aspi, come dichiarato dall'amministratore delegato della società, Roberto Tomasi, ha avviato un confronto con il Mit e l'autorità giudiziaria per ottenere una riduzione dell'ingombro in carreggiata delle barriere temporanee. «Continueremo a fare tutto quanto è di nostra competenza», afferma il direttore di Tronco di Pescara di Aspi, Marco Perna, «per ottenere dalle istituzioni le autorizzazioni necessarie ad avviare i cantieri di sostituzione delle barriere».