I lavoratori del trasporto pubblico locale del Molise sono arrivati letteralmente allo stremo e non sono più disposti a tollerare le inefficienze e le condizioni di sfruttamento del personale che caratterizzano le 29 imprese locali che gestiscono da decenni il trasporto pubblico urbano ed extraurbano di questa Regione.
Un sistema a dir poco perverso quello presente in Molise e che per anni, nonostante si stia parlando di un servizio pubblico garantito dalla nostra Costituzione, ha visto prevalere un'intollerabile convivenza tra la politica locale e le aziende affidatarie del servizio. Non è un caso, infatti, che queste stesse imprese, ovviamente anch'esse rigorosamente locali, si siano ritrovate a spartire le ingenti risorse destinate al settore (frutto peraltro delle tasse pagate dai cittadini molisani) attraverso concessioni ereditate e sistematicamente prorogate nel tempo, senza aver mai partecipato ad una gara e ad una regolare competizione pubblica.
Imprese che peraltro stanno offrendo (si fa per dire) ai cittadini e all'utenza molisana una contropartita a dir poco indecente fatta di mezzi fatiscenti, sporchi, maleodoranti, privi di qualsiasi comfort e in qualche caso non autorizzati nemmeno a circolare (come nel caso degli euro "0" che continuano a scorrazzare per la Regione nonostante una legge dello Stato ne vieti espressamente l'utilizzo sin dal 1° gennaio 2019). E come se non bastasse queste stesse aziende, nella totale indifferenza delle Istituzioni regionali se parliamo di trasporto extraurbano e delle Amministrazioni locali se parliamo di trasporto urbano, si permettono persino l'arroganza di maltrattare il personale dipendente al quale, pur operando in un contesto assai disagevole e gravoso, vengono applicate le condizioni normative e salariali peggiori d'Italia per non parlare degli inaccetabili ritardi e omissioni nel pagamento delle retribuzioni contrattualmente spettanti e che in molti costringono i lavoratori a ricorrere a sistematici quanto anomali decreti ingiuntivi pur di assicurarsi un'entrata economica stabile.
Non è infatti a sproposito che nel denunciare la condizione del trasporto locale di questa Regione, parliamo ormai da tempo di "un caso Molise". Non potrebbere essere altrimenti visto che è l'unica regione in Italia dove in nessuna delle 29 aziende che espletano il servizio, esiste una contrattazione aziendale integrativa al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro. Una situazione talmente anomala e degradata che ha indotto tutte le organizzazioni sindacali regionali - altro fatto assolutamente inusuale - a chiedere un supporto alle rispettive segreterie nazionali che, pur avendo a che fare con diverse situazioni di criticità che investono un settore difficile e complesso come quello del trasport pubblico, non si erano mai trovate a gestire un caso del genere.
La stessa Prefettura di Campobasso alla quale ci eravamo rivolti nello scorso mese di giugno, affinché sovraintendesse ad una situazione paradossale che oltre a far emergere inequivocabili responsabilità delle imprese, denota altresì altrettante responsabilità delle Istituzioni e in primis quelle regionali, dal momento che compete all'Ente Regione programmare il servizio, definire le regole basilari, vigilare sugli aspetti legati alla sicurezza, all'efficienza e alla qualità del servizio offerto ai cittadini , ma soprattutto effettuare i doverosi controlli sulle aziende inadempienti nei confronti delle proprie maestranze.
Domenica 6 ottobre, presso il Dopolavoro ferroviario di Campobasso, gli autoferrotranvieri del Molise si riuniranno in assemblea per ribadire le ragioni di una vertenza attivata per contestare una politica regionale dei trasporti che ha di fatto relegato questa Regione a fanalino di coda del Paese e decideranno in quella sede la giornata nella quale si effettuerà la prima azioen di sciopero.