Il prossimo 1° giugno 2021 si svolgerà il terzo sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori del Trasporto Pubblico Locale per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro degli Autoferrotranvieri-Internavigatori.
Spiegare le ragioni delle nostre proteste ci sembra un atto doveroso, soprattutto nei confronti di chi, per i propri spostamenti, utilizza i mezzi pubblici anche in questo momento storico di estrema difficoltà per tutti.
Sin dai primi giorni dell’emergenza sanitaria, le lavoratrici e i lavoratori del Trasporto Pubblico Locale hanno dimostrato coraggio e alto senso di responsabilità, attraverso l’espletamento di un servizio che ha permesso alla cittadinanza di utilizzare il mezzo pubblico anche nei momenti più bui della pandemia.
Il diritto costituzionale alla mobilità, anche nei giorni di lockdown, è stato garantito a tutti i cittadini, nonostante il rischio di contagio fosse elevato malgrado i Protocolli condivisi, finalizzati a contenere la diffusione del Covid sui mezzi pubblici; soprattutto nei primi giorni di emergenza, le lavoratrici e i lavoratori hanno spesso operato in condizioni di sicurezza precaria a causa della carenza di sufficienti dispositivi di protezione, mascherine, gel, disinfezione del posto di lavoro. Ma non si sono mai tirati indietro!
Perché oggi siamo costretti a proclamare un’ulteriore azione di sciopero nazionale, consapevoli di creare disagi?
Perché malgrado gli sforzi, i sacrifici affrontati quest’anno dalle lavoratrici e dai lavoratori, e nonostante i diversi provvedimenti legislativi con i quali sono stati stanziati in favore delle aziende 2,8 miliardi di euro circa, le Organizzazioni Sindacali continuano a ricevere dalle Rappresentanze Datoriali proposte inaccettabili sul rinnovo del Contratto.
Le Aziende non possono continuare ad ignorare le esigenze dei loro dipendenti e preoccuparsi esclusivamente di incrementare gli utili dei loro bilanci, che forse nei prossimi mesi appariranno meno catastrofici di quanto ci si aspetti. Di contro, molte lavoratrici e lavoratori che, pur continuando a fornire il loro indispensabile contributo, sono stati sospesi dal lavoro e posti in cassa integrazione vedendo, come molti altri lavoratori nel Paese, drasticamente ridotto il proprio reddito. Una ragione in più, non la principale, perché si superi l’inaccettabile diktat delle aziende del settore, che vorrebbero azzerare le perdite salariali nel triennio 2018/2020 e negare gli aumenti contrattuali, perpetuando una perdita di potere di acquisito di stipendi quasi congelati dopo anni di stasi contrattuale.
Autoferrotranvieri e Internavigatori rivendicano con forza il loro legittimo diritto al riconoscimento economico relativo al triennio pregresso e al rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da oltre 3 anni, e chiedono che si proceda ad un reale ammodernamento delle norme contrattuali, atte a superare bassi salari e a garantire salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, unitamente al miglioramento della conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, anche attraverso una profonda riforma del settore, che favorisca le aggregazioni delle oltre 900 aziende esistenti, per uno sviluppo del settore che elimini diseconomie, inefficienze, sprechi, aumentando la qualità del servizio e del lavoro
Se l’atteggiamento delle Aziende non cambierà, la protesta proseguirà con maggiore forza e convinzione, attraverso tutte le azioni consentite nella consapevolezza che, purtroppo, il disagio maggiore, oltre che sui lavoratori del settore, per il sacrificio economico che esse comportano, si ripercuoterà come sempre sulla cittadinanza, che ne soffrirà l’impatto sulla libertà di movimento, libertà tanto attesa dopo tante restrizioni subite!
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