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Data: 04/08/2022

IL NUOVO POLO LOGISTICO AMAZON DI SAN SALVO

IL NUOVO POLO LOGISTICO AMAZON DI SAN SALVO

I 460 addetti provenienti dall’Abruzzo e dal Molise privati del trasporto pubblico e costretti ad utilizzare unicamente i propri mezzi per gli spostamenti casa - lavoro. Le due regioni intervengano rapidamente per garantire un diritto universale. La nota trasmessa dalla Cgil alle Istituzioni regionali di Abruzzo e Molise


Dal 1° di agosto è pienamente operativo il centro di distribuzione Amazon di San Salvo nel quale prestano servizio al momento 460 addetti provenienti in gran parte dall’Abruzzo e dal Molise oltre ad alcuni lavoratori che invece arrivano da più lontano e da altre regioni non proprio confinanti e per i quali sussiste il problema di trovare alloggi in affitto soprattutto in questo periodo estivo sia dalle parti di San Salvo e Vasto che nel vicino Molise.
Tuttavia in questi primi giorni di attività sta emergendo un problema importante comune a tutti gli attuali addetti del nuovo polo logistico e che attiene la sostanziale e grave assenza di trasporto pubblico necessario a soddisfare gli spostamenti casa lavoro delle maestranze impiegate h24 nello stabilimento di San Salvo con turni avvicendati e scaglionati nell’arco di tutta la giornata al pari di quello che normalmente accade nei restanti poli industriali/logistici presenti nel territorio dove però le Istituzioni Regionali garantiscono da sempre il servizio di trasporto per il cosiddetto “pendolarismo operaio”.
La Cgil Abruzzo Molise unitamente alla propria categoria regionale che segue espressamente il settore dei trasporti ovvero la Filt, ha trasmesso una nota (di seguito allegata) alle due Istituzioni regionali maggiormente interessate dal fenomeno (Presidenti della Giunte, Assessori/Consiglieri delegati ai trasporti e Assessori alle politiche del lavoro/attività produttive), chiedendo espressamente un incontro urgente al fine di individuare formule e soluzioni atte a risolvere tali disagi e ad assicurare ai lavoratori quel diritto universale alla mobilità garantito anche dalla nostra Costituzione.
E’ davvero paradossale che un colosso internazionale dell’e-commerce quale Amazon nonché le stesse Istituzioni invitate e presenti in pompa magna al taglio del nastro di lunedì scorso, non si siano poste il problema di dover garantire da subito quel trasporto pubblico in grado di ridurre ai dipendenti gli ingenti costi del carburante, preservando al tempo stesso anche l’ambiente in un contesto storico nel quale lo stesso Governo nazionale è intervenuto di recente prevedendo incentivi e bonus per chi utilizzi la mobilità collettiva.
Al momento i 500 lavoratori che si alternano sul sito di San Salvo (e che ben presto e secondo le aspettative aziendali potrebbero raggiungere il migliaio) devono necessariamente raggiungere il luogo di lavoro esclusivamente con i propri mezzi dal momento che non è stato previsto alcun servizio di trasporto dedicato e i turni di ingresso ed uscita risultano assolutamente incompatibili finanche con il servizio ferroviario verso il quale peraltro ci sarebbero ulteriori difficoltà legate alla necessità di dover raggiungere la stazione ferroviaria di Vasto/San Salvo che dista a circa 4 KM.
L’assenza di una adeguata programmazione del servizio di trasporto degli operai, è altresì illogica se si considera che già da tempo è pienamente operativo e funzionale il trasporto degli operai che prestano servizio in alcune fabbriche limitrofe (Pilkington, Denso, ecc) e dalle quali e attraverso i mezzi pubblici riescono a muoversi sia dall’Abruzzo che dal Molise raggiungendo con facilità il posto di lavoro. Peraltro e nell’eventualità che gli orari di ingresso e di uscita dei lavoratori del polo Amazon risultassero compatibili con quelli delle fabbriche limitrofe, potrebbe


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