Virus, oltre 500 casi 154 ricoveri soltanto a Pescara. La Lega: «Chiudere tutto e altre zone rosse»
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L'AQUILA In Abruzzo i contagi hanno sfondato quota 500. Dice l'assessore alla Salute, Nicoletta Verì, che potremmo essere nel momento cruciale in regione: «Siamo pronti a gestire bene un'emergenza che è al punto apicale, secondo le curve fatte da statistici ed epidemiologi. Mi auguro che vada a stabilizzarsi nei prossimi giorni per poi scendere. Speriamo che la linea dopo una fase orizzontale inverta la tendenza. Siamo sul fronte 24 ore al giorno per contrastare il numero di pazienti contagiati che stiamo gestendo con ricoveri in reparto, sorveglianza a casa e, purtroppo, per i casi più gravi, rianimazione». Ieri c'è stato un nuovo aumento dei casi positivi: dai 65 del giorno precedente a 79. Uno fa riferimento alla Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila, 11 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 45 alla Asl di Pescara e 22 alla Asl di Teramo. Cresce anche il numero delle vittime, arrivate a 22. Una percentuale, stando così le cose, con 529 positivi, del 4,1%, in linea con le regioni più fortunate in questo senso. C'è un altro dato positivo nel report fornito dal servizio Tutela e Prevenzione della Salute della Regione: i ricoverati in terapia intensiva non crescono in modo esponenziale, ma restano stabili mentre si cerca di aumentare la disponibilità di posti letto, attualmente a quota 120. I TRATTAMENTI Dei 529 positivi, 193 pazienti sono ricoverati in ospedale in terapia non intensiva (19 in provincia dell'Aquila, 28 in provincia di Chieti, 154 in provincia di Pescara e 16 in provincia di Teramo); 46 in terapia intensiva (5 in provincia dell'Aquila, 4 in provincia di Chieti e 8 in provincia di Teramo); gli altri 265 sono in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva da parte delle Asl (6 in provincia dell'Aquila, 46 in provincia di Chieti, 143 in provincia di Pescara e 70 in provincia di Teramo). Va aggiornato, come detto, l'elenco dei decessi: 2 uomini di Crecchio, un uomo e una donna di Ortona, un uomo e una donna di Pianella, una donna di Casoli, una donna di Paglieta, una donna e quattro uomini di Castiglione Messer Raimondo, un uomo di Chieti, un uomo di Collecorvino, un uomo di Nocciano, un uomo di Pineto, un uomo e una donna di Montesilvano, un uomo di Pescara, un uomo di Città Sant'Angelo, e una donna di Guglionesi, in Molise. Sono 7 pazienti clinicamente guariti (che da sintomatici sono diventati asintomatici) e 6 guariti (risultati negativi in due test consecutivi). Dei casi positivi, 31 si riferiscono alla Asl Avezzano-Sulmona-L'Aquila, 91 alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti, 302 alla Asl di Pescara e 105 alla Asl di Teramo. Pronto, nel frattempo, un esercito di riservisti: un gruppo di oltre 500 medici, infermieri e operatori socio-sanitari abruzzesi in pensione si rende disponibile a scendere in campo nella battaglia contro il Covid-19, nelle strutture ospedaliere, fornendo il proprio contributo a carattere puramente volontario. A renderlo noto sono il professor Raffaele Tenaglia, ex primario di Urologia all'ospedale di Pescara, e il dottor Walter Palumbo, in una lettera indirizzata al governatore Marco Marsilio. Novità per i settori agricoltura e pesca: il decreto Cura Italia prevede l'attivazione di uno stanziamento totale di 100 milioni, ma è necessaria la dimostrazione dell'interruzione dell'attività.
La Lega: «Chiudere tutto e altre zone rosse» Il Pd invoca un commissario straordinario
L'AQUILA L'area di Penne resta sotto stretta osservazione. E questo sarà uno dei temi cruciali delle strategie regionali, nei prossimi giorni, insieme alla disponibilità di posti letto per le terapie intensive. Il dibattito, anche politico, va incentrandosi sulle ulteriori restrizioni. Chiaro, a questo proposito, l'input della Lega, arrivato dal coordinatore regionale Luigi D'Eramo: « Accogliamo con favore le restrizioni ulteriori adottate di recente, ma siamo convinti non siano ancora sufficienti. La Lega ribadisce la sua posizione: chiusura totale per tutto ciò che non è essenziale- Bene hanno fatto alcuni sindaci prosegue D'Eramo - ad adottare provvedimenti che limitano ulteriormente la possibilità di uscire senza reali necessità. Ma serve uno sforzo ulteriore e decisivo. I contagi crescono, anche in Abruzzo, e il sistema sanitario fa fatica a reggere l'urto. Chiediamo al presidente della Regione Marco Marsilio di adottare tempestivamente un'ulteriore ordinanza che estenda la zona rossa, partendo dal comune di Penne e valutando la situazione in tutti i comuni dell'area vestina alcuni dei quali oggi costituiscono un'emergenza regionale». D'Eramo chiede chiusure anche in chiave preventiva, ovvero nei territorio ancora non colpiti in maniera massiva. Rifondazione, per bocca di Maurizio Acerbo e Marco Fars, chiede a Marsilio di chiudere aziende e fabbriche. Il Pd va addirittura oltre: «Questo non è il momento di tentennare: il governatore Marsilio e la Regione hanno il dovere di tutelare la salute dei cittadini della provincia di Pescara e di salvaguardare il nostro sistema sanitario. Per farlo, bisogna nominare un commissario straordinario, una professionalità che abbia esperienza a gestire questa emergenza e che possa, a sua volta, farsi coadiuvare da sub commissari capaci di gestire i singoli settori toccati da questa pandemia. Serve una persona che sia in grado di gestire la drammatica situazione che sta vivendo il nostro Abruzzo, prendendo le redini di una macchina in corso parcellizzata nella sua catena di comando, attualmente improntata su logiche organizzative che rispondono a una burocrazia regionale inadatta». Nel frattempo è operativa la stretta sui trasporti: con le ordinanze 6 e 8 Marsilio ha disposto l'adozione di misure straordinarie nel settore del trasporto pubblico. In particolare, ha osservato il sottosegretario alla Presidenza della giunta regionale Umberto D'Annuntiis, delegato ai trasporti si dato disposizione a Tua Spa ed alle società concessionarie dei servizi di rimodulare i programmi prevedendo fino al 3 aprile l'applicazione dell'orario ordinario del periodo non scolastico nonché un'ulteriore riduzione delle restanti percorrenze chilometriche fino ad un massimo del 50%, limite successivamente innalzato all'80% ai soli trasporti ferroviari.
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