Data: 11/02/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO |
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Viale Marconi, partono le prove su altre due rotatorie per i bus Albore Mascia annuncia: «Da mercoledì aperti i rondò di via Colonna e via Marino da Caramanico»
Ma non si spegne la polemica, Pastore (Lega) insiste: «Mancano ancora parcheggi e due semafori». Gli appalti collegati sotto l'esame dei giudici Viale Marconi e filovia: attesa per le sentenze del Consiglio di Stato che potrebbero fermare i progetti PESCARA Partiranno lunedì le prove ai semafori di altre due rotatorie di viale Marconi; poi, tra mercoledì e giovedì, le rotatorie dovrebbero essere aperte al transito dei bus. Lo ha annunciato ieri l'assessore alla Mobilità Luigi Albore Mascia durante la commissione Lavori pubblici. «Continua la sperimentazione su viale Marconi con la prossima apertura dei rondò all'altezza di via Colonna e via Marino da Caramanico. Inoltre», ha assicurato Albore Mascia, «sarà acceso anche il semaforo per l'attraversamento pedonale in piazza Unione». Entro la fine di giugno, secondo quanto riferito dal dirigente Fabrizio Trisi, i lavori eseguiti in viale Marconi dovrebbero essere collaudati: quindi, tutte le transenne dovrebbero sparire.
POLEMICHE A 360 GRADI Ma le rassicurazioni dell'assessore e del dirigente non sono bastate a smorzare le polemiche: viale Marconi resta un caso politico che alimenta le discussioni nella maggioranza di centrodestra e gli attacchi dell'opposizione del Pd e M5S. Sul finire della seduta è entrato in sala il deputato Pd Luciano D'Alfonso, ex sindaco, che ha equiparato i lavori in viale Marconi a «un omicidio». La seduta di ieri, convocata dal presidente Massimo Pastore della Lega, non è bastata a fugare i dubbi sull'opera da 1,6 milioni: a breve sarà fissata un'altra commissione. LA lite Era stato proprio Pastore a chiedere la presenza di Albore Mascia in commissione per spiegare i nodi di viale Marconi, con i lavori conclusi dopo oltre 800 giorni, il doppio del previsto, ma con le rotatorie ancora vietate ai bus. Un gesto di protesta quello della Lega: «Mancano ancora i parcheggi all'ex Ricci e due semafori intelligenti. Poi, i pozzetti sono troppo bassi», ha detto Pastore. Anche Fabrizio Rapposelli, consigliere di Forza Italia, ha affermato: «I tombini prima non c'erano e non ci dovrebbero essere, lo capirebbe anche un bambino. Su viale Marconi, le domande sono innumerevoli e c'è malcontento». Rapposelli è stato protagonista di uno scambio di battute con il dirigente Trisi: «Tu fai il tecnico, non devi fare il consigliere comunale», le parole di Rapposelli all'indirizzo di Trisi e poi: «Vola basso Trisi». «E tu vola alto», la risposta sussurrata del dirigente. Trisi è finito anche nel mirino di un'allusione di Marco Presutti del Pd: il progetto di viale Marconi è stato stravolto, ha detto Presutti, «per ragioni che lei sa e poi capiremo». Il Pd è il partito che, con un esposto, ha portato il caso di viale Marconi all'esame dell'Anac, l'Autorità anticorruzione.
PARLA L'ASSESSORE Con eleganza, Albore Mascia ha ripreso la parola, calmato gli animi e detto: «La paternità dell'opera è di questa amministrazione ma non si può ignorare quello che è successo prima: l'ex amministrazione Alessandrini ha approvato il progetto a 48 ore dalle elezioni del 2019. Quel progetto prevedeva tre corsie con 7 incroci semaforizzati, la soppressione dei posti auto lato ovest e la redistribuzione dei parcheggi sul lato est, un percorso ciclabile minimo e le isole salvagente quasi come quelle di oggi. Quindi, quel progetto», ha detto l'assessore, «non è arrivato da Marte: lo abbiamo trovato e poi revisionato per migliorarlo perché i tecnici ci hanno detto che i tempi di percorrenza, dallo stadio Adriatico a piazza Unione, si sarebbero allungati».
LA FILOVIA Albore Mascia ha difeso il progetto revisionato: «I residenti di viale Marconi hanno registrato certamente un miglioramento della qualità della vita: tempi di percorrenza più brevi significano meno polveri sottili. In quest'ottica, il passaggio della filovia, che anche il centrosinistra ha sempre voluto, è fondamentale». Sulla filovia, Albore Mascia ha detto: «Quando i pescaresi, che sono degli esteti, vedranno quei mezzi saranno ancora più orgogliosi di essere pescaresi: sono bellissimi. Il nostro concetto è che la filovia deve essere realizzare per migliorare la mobilità e la qualità dell'aria».
Gli appalti collegati sotto l'esame dei giudici Viale Marconi e filovia: attesa per le sentenze del Consiglio di Stato che potrebbero fermare i progetti PESCARA Ci sono due fili che legano il caso della filovia sulla strada parco e il caso di viale Marconi a 4 corsie. Uno è amministrativo e l'altro è giudiziario. E in mezzo ai nodi ci sono le proteste.
APPALTI COLLEGATI Sono collegati gli appalti della filovia, un'opera pensata nel 1992 sul tracciato dell'ex ferrovia e non ancora completata, e di viale Marconi, giunto alla soglia della sperimentazione dopo oltre 800 giorni di lavori, il doppio del previsto. Secondo l'amministrazione Masci, la filovia da 31 milioni non può restare confinata agli 8 chilometri e 150 metri tra il capolinea della stazione di Pescara centrale e i Grandi alberghi di Montesilvano: quel percorso, per il sindaco Carlo Masci e per l'assessore alla Mobilità Luigi Albore Mascia, deve arrivare almeno all'università d'Annunzio e al tribunale passando proprio su viale Marconi con «una sede protetta sulla quale i mezzi del tpl in questione trovano una naturale sede di percorrenza privilegiata». In queste poche righe è racchiusa l'idea del secondo lotto della filovia, lo strumento che secondo Masci e Albore Mascia potrebbe abbattere il traffico e l'inquinamento.
OPERE A RISCHIO Ma tutte e due le opere sono a rischio e questo dipende dall'altro filo, quello giudiziario: entro il 2023 il Consiglio di Stato dovrebbe pronunciarsi sulla filovia; dopo la decisione del Tar che, tre mesi fa, ha bloccato i lavori a causa della sicurezza a rischio sia il Comune che la Tua hanno impugnato la sentenza considerandola «gravemente lesiva». La sentenza contestata, chiamandoli «punti di conflitto», elenca i presunti pericoli che residenti, pedoni e ciclisti potrebbero incontrare lungo la strada parco con la filovia in transito: secondo i giudici amministrativi pescaresi, è necessaria una «rielaborazione progettuale» perché, così com'è, la filovia sarebbe un mezzo pericoloso non per i passeggeri ma per gli altri fruitori del tracciato: c'è «l'obbligo di una rinnovazione sostanzialmente complessiva e globale su tutti gli aspetti più critici dell'opera in termini di sicurezza». Ecco perché, con i lavori sospesi, la decisione del Consiglio di Stato è attesa: sarà il massimo organo della giustizia amministrativa a stabilire se i lavori possono ripartire oppure no.
MATTARELLA È atteso a breve anche un altro verdetto: cento residenti e commercianti di viale Marconi hanno presentato un ricorso straordinario al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l'obiettivo di azzerare la strada a 4 corsie, due riservate ai mezzi pubblici compreso anche il filobus, e un taglio ai parcheggi. I ricorrenti vogliono la riduzione in pristino e cioè che viale Marconi torni al passato con due corsie e parcheggi su entrambi i lati. A decidere non sarà Mattarella ma il Consiglio di Stato e, se le contestazioni dei residenti e dei negozianti fossero accolte, sarebbe anche la fine del secondo lotto della filovia, dalla stazione di Pescara centrale all'ateneo d'Annunzio: questo perché con il ricorso al Capo dello Stato, la sentenza non è appellabile.
LE PROTESTE Le parole del comitato Strada parco Bene comune, presieduto da Ivano Angiolelli, fanno capire quanto decisive siano le sentenze in arrivo: «Se il Consiglio di Stato azzerasse il progetto di viale Marconi, impraticabile e pericoloso allo stato misero dell'arte, cadrebbe come un castello di carte l'intero progetto della filovia».
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