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Data: 03/01/2023
Testata Giornalistica: IL CENTRO
    IL CENTRO

Viale Marconi e filovia a rischio, attesa per le sentenze della svolta. Conto alla rovescia per i verdetti sulle grandi opere che dovrebbero rivoluzionare la viabilità

Al Consiglio di Stato lo scontro Comune-associazioni, ricorso a Mattarella per la strada a 4 corsie


PESCARA Il 2023 potrebbe essere l'anno della svolta per due cantieri che, nei piani dell'amministrazione Masci, dovrebbero rivoluzionare il traffico in città. C'è attesa per le sentenze sugli appalti della filovia e viale Marconi: due grandi opere dai destini intrecciati, contestate e finite al centro di scontri giudiziari. È un futuro a rischio: le decisioni giudiziarie potrebbero rilanciare o bloccare definitivamente le opere.

GRANDI OPERE Filovia sulla strada parco e viale Marconi sono opere legate: secondo il sindaco Carlo Masci, il filobus - la prima richiesta di finanziamento risale al 1992 ma il cantiere non è finito e adesso è bloccato a causa di una sentenza del Tar adito da associazioni ambientaliste e residenti - non può restare confinato agli 8 chilometri e 150 metri tra il capolinea dei Grandi alberghi di Montesilvano e la stazione di Pescara centrale. Quel percorso, secondo Masci, deve arrivare almeno all'università d'Annunzio e al tribunale passando proprio su viale Marconi. E in viale Marconi, i lavori per una strada a 4 corsie vanno avanti da oltre 700 giorni, il doppio del previsto: ci sono ancora le transenne alle rotatorie progettate per il passaggio dei bus, i semafori sono lampeggianti e il Pd ha presentato un esposto all'Anac.

IL DOCUMENTO Non è un pensiero di Masci che filovia e viale Marconi siano interventi collegati: lo stabilisce una delibera approvata il 4 novembre dell'anno scorso, prima che l'ultima sentenza del Tar fermasse i lavori della filovia bollandoli come a rischio sul fronte sicurezza: «Il tracciato tpl al termine di via Castellamare Adriatico prosegue su un breve tratto di via Silvio Pellico per immettersi su corso Vittorio Emanuele; il tracciato prosegue», dice la delibera che disegna la mappa e il futuro possibile della filovia, «percorrendo l'intero corso Vittorio, il ponte Risorgimento, viale Marconi, rotatoria e immissione su viale Pindaro, rotatoria e immissione su via Falcone e Borsellino, rotatoria e immissione su via Tirino, rotatoria e immissione su via Lo Feudo (ingresso tribunale), per arrivare presso la stazione ferrovia Pescara tribunale». E la delibera aggiunge anche che è necessaria «la realizzazione delle sede protetta presso viale Marconi sulla quale i mezzi del tpl in questione trovano una naturale sede di percorrenza privilegiata». È la filovia in versione allungata: il secondo lotto dalla stazione centrale a Porta Nuova.

STOP DEL TAR Ma il cantiere sulla strada parco è stato fermato dal Tar con la sentenza di 61 pagine che, parlando di «criticità», «punti di conflitto» e «grave lacunosità della valutazione», solleva il caso dei pericoli che residenti, pedoni e ciclisti potrebbero incontrare sul tracciato con la filovia in transito. Ma se il filobus si ritrova bloccato ancora prima di partire, è impossibile la sua prosecuzione verso viale Marconi. Per evitare questo doppio stop, l'amministrazione Masci è pronta a impugnare la sentenza del Tar davanti al Consiglio di Stato: la discussione non è stata ancora fissata ma la decisione dovrebbe arrivare durante il 2023. Prolungare la filovia in viale Marconi, dice un'altra delibera della giunta Masci, ha un obiettivo: «Lo scopo è di ridurre i livelli di inquinamento dell'aria attraverso la creazione di un sistema di trasporto pubblico più efficiente e meno impattante dal punto di vista ambientale».

MATTARELLA Arriverà prima, forse già entro tre o 4 mesi, l'esito del ricorso che cento residenti e commercianti di viale Marconi hanno presentato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l'obiettivo di azzerare la strada a 4 corsie, due riservate ai mezzi pubblici compreso anche il filobus, e un taglio ai parcheggi. Tra i punti sollevati da residenti e negozianti, c'è anche il Piano urbano della mobilità sostenibile, «nella parte relativa alle rappresentazioni cartografiche recanti le raffigurazioni del tragitto del trasporto pubblico in sede propria»: secondo il ricorso, stilato dagli avvocati Claudio e Matteo Di Tonno, anche questo provvedimento sarebbe illegittimo e andrebbe annullato. Se il Consiglio di Stato accogliesse le contestazioni dei residenti, che insistono per la riduzione in pristino, sarebbe la fine del secondo lotto della filovia, dalla stazione di Pescara centrale all'ateneo d'Annunzio: questo perché con il ricorso al Capo dello Stato, la sentenza non è appellabile. Per sindaco e assessori, le censure dei residenti e dei commercianti sono «infondate»: in attesa del giudizio, almeno due memorie difensive sono state mandate già a Roma.


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