Le criticità del trasporto pubblico locale (Tpl) a Teramo si sono acuite in tempi di Covid. Oramai più di un teramano su due non paga il biglietto a bordo del pullman della Tua - ammette Aurelio Di Eugenio (Filt Cigl) - l'evasione tariffaria è alle stelle e con la pandemia va oltre il 50 per cento degli utenti. Si segnalano momenti di tensione ripetuti a bordo dei pullman tra autisti e ragazzi che non vogliono indossare le mascherine. Inoltre mancano i punti vendita per l'acquisto dei biglietti: di solito la mattina sono aperti ma il pomeriggio restano chiusi, sguarnendo le occasioni per regolarizzarsi. Infine si denuncia l'uso dei pensionati in veste di autisti a bordo dei pullman nelle linee date in concessione a privati. Teramo è troppo ingolfata di mezzi, per di più da svecchiare: nel senso che nel capoluogo si sviluppa il 70% del traffico da e per Teramo. C'è bisogno di una rivoluzione, di criteri diversi di approccio alla materia. La denuncia giunge dai sindacati ieri in Piazza San Francesco a Teramo per manifestare e scioperare sia in chiave nazionale che locale sul mancato rinnovo del contratto collettivo scaduto tre anni fa. Si protesta contro le scelte aziendali Tua discutibili: ci sono difficoltà su tutto il territorio regionale e teramano, le biglietterie sono chiuse, fa sapere Maurizio De Iuliis, nel pomeriggio (la mattina vi sono due addetti), come se il Tpl si fermasse all'una di giorno, l'utenza è in difficoltà. Ci sono delle App ma in tempi di digital divide non tutti hanno la possibilità di destreggiarsi con la nuova tecnologia. Si lamenta pure il fatto che vi sono molti lavoratori part time ad orario ridotto e la Tua invece di trasformarli in contratti migliori sta continuando ad assumere precari da agenzie interinali. Di Eugenio chiede meno auto ma più autobus, per svecchiare ulteriormente il parco circolante: E' stato fatto qualcosa ma va fatto di più. Le criticità più importanti a Teramo si riferiscono all'attribuzione da parte dell'azienda a privati di corse marginali: Molte linee della provincia sono state concesse a ditte private, molte volte del Sud, che fanno lavorare i pensionati piuttosto che i disoccupati, pertanto si verifica il paradosso che con soldi pubblici lavorino coloro che sono già in pensione: è immorale tutto ciò. Gli autisti in terza età sono impiegati prevalentemente in linee montane ma anche nei collegamenti tra la vallata del Vomano ed il capoluogo.