Dopo l'annuncio del neonato comitato presieduto dalla commerciante Fabiana Tenerelli, di voler inoltrare un ricorso al Tar, e dopo l'ordine del giorno del centrosinistra presentato e respinto in consiglio comunale l'altro ieri, arriva una diffida sul nuovo progetto della giunta comunale su viale Marconi. Il motivo? Secondo Augusto De Sanctis del Forum H2o, che l'ha inviata da residente di viale Marconi, mancherebbe «la Valutazione di impatto ambientale». Per De Sanctis, inoltre, il problema principale «è che mancano le piste ciclabili: è sconcertante che non ci siano». Nell'idea del governo cittadino, infatti, come in precedenza illustrato dall'assessore alla Mobilità, Luigi Albore Mascia, «si tratta di un breve tratto senza un percorso dedicato alle biciclette, dove però sarebbe possibile caricarle sui bus elettrici che passeranno sul tratto stradale, per poi scendere subito dopo e tornare sulla bicicletta».
Un progetto che ha anche diviso parte della maggioranza di centrodestra, soprattutto il capogruppo di FdI, Fabrizio Rapposelli, scettico sul progetto, dall'assessore al Commercio, Alfredo Cremonese. Nei piani del Comune per viale Marconi ci sono in particolare le quattro corsie in totale, due per i mezzi pubblici e due per il traffico automobilistico privato, nei due sensi di marcia, con una rotatoria divisa internamente da una carreggiata riservata ai bus.
RUMORI E PRICOLI Nella diffida spedita da De Sanctis - tra gli altri, al sindaco Carlo Masci e alla Regione, e, per conoscenza alla Procura della Repubblica, alla Polizia Stradale e alla Prefettura - è stato messo in evidenza che «la Via è prevista dal codice per l'ambiente per le modifiche alle strade urbane con lunghezza superiore a 1,5 km. Il percorso, infatti, copre 1,6 km e per questo ricade in maniera inequivocabile nelle categorie di opere per le quali deve essere valutato l'impatto ambientale. Ma la diffida è anche per il rumore, che a via Marconi è già critico, passando per la salute pubblica, incolumità del pubblico compresa. Aggiungo che non aver previsto, nel 2021, la pista ciclabile sulla principale strada pianeggiante di Pescara, è letteralmente incredibile visto che fin dal 1998 una legge statale ha imposto la costruzione di piste ciclabili per i progetti di riqualificazione di strade esistenti, senza tacere che da tempo nella gerarchia europea della mobilità sostenibile pedoni e ciclisti vengono prima rispetto al trasporto pubblico, in quanto assolutamente non inquinanti e non costosi».
NIENTE BICI Critiche, dopo i lavori iniziati poco meno di un mese fa su viale Marconi, erano anche arrivate dalla Fiab Pescara Bici, attraverso il presidente, Filippo Catania, per «l'assenza di piste ciclabili». Il Pd, invece, con il capogruppo in Consiglio comunale, Piero Giampietro, ieri ha voluto ricordare come «la pericolosità sulla strada nel progetto comunale è cresciuta, mentre una pista ciclabile lo renderebbe utile, sicuro e sostenibile. Voglio ricordare che nel precedente progetto della giunta Alessandrini, erano previste ben due piste ciclabili». La settimana scorsa, sulle rotatorie tagliate per dare priorità al passaggio dei mezzi pubblici, sui social è intervenuto il primo cittadino, difendendo la scelta in quanto già adottata «in diverse città del mondo».