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Data: 05/05/2020
Testata Giornalistica: ABRUZZOWEB
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Tua: Giuliante, «Pochi passeggeri in più», Fase2: «Rischio assembramenti in futuro». Corse per Roma sono per ora sufficienti'

Trasporti: presidente societa' pubblica abruzzese, «A gestire limitazioni posti su autobus e disoridini potrebbero essere volontari protezione civile».


PESCARA  - “Nella prima giornata della fase 2 dell'emergenza coronavirus, non si sono registrati problemi e disagi, a fonte dell’aumento seppur contenuto dei passeggeri a cui abbiamo risposto però con il raddoppio delle corse urbane strategiche a Pescara. A preoccuparmi è in prospettiva è semmai il tema irrisolto dei controlli a garanzia del distanziamento sociale nei mezzi pubblici, anche in riferimento ai nostri autobus, compito che il personale Tua non può assumersi”.

Un bilancio a caldo, nella giornata che ha segnato l’allentamento del lockdown e la possibilità di maggiori spostamenti, arriva dall'ex assessore regionale del Pdl, ex aennino ora leghista, Gianfranco Giuliante, presidente della Tua, la società unica del trasporto regionale in Abruzzo, che conta oltre 1.400 dipendenti.

Come previsto, rispetto alla fase vera e propria dell'emergenza si è assistito da oggi ad un aumento, seppur ancora molto contenuto di passeggeri, ma anche a qualche disagio.

A Pescara, dove la linee urbane sono affidate alla Tua, si sono registrati incrementi nelle corse tra il capoluogo adriatico verso Francavilla al Mare,  Montesilvano e Chieti,  e che arrivano in zona ospedale.

Per le altre corse extraurbane, spiega in presidente Tua, "l’aumento dei passeggeri non è stato particolarmente significativo, ma è presto anche in questo caso per avere numeri e percentuali". 

Giuliante, che con i suoi collaboratori ha nelle passate settimane messo a punto un piano alla luce della emergenza coronavirus, spiega poi che “i nostri autobus sono stati e continueranno ad essere sanificati, al pari delle officine e dei nostri luoghi di lavoro e sono ovviamente in vigore le direttive per evitare  assembramenti.

Per garantire il distanziamento sociale un autobus extra urbano con 80-90 posti può avere dunque una capienza massima del 25 per cento, nei bus urbani non possono salire più di 13 passeggeri, viste le loro dimensioni.

Ci sono dispenser con disinfettanti su tutti mezzi, adesivi sui sedili dove è vietato sedersi, e chiusura ai passeggeri dell'area a ridosso degli autisti.

I posti sono ovviamente tutti a sedere, con salita dalla porta posteriore e discesa da quella centrale, la porta anteriore non viene utilizzata”. 

Spiega poi Giliante: “per quel che riguarda le linee urbane di Pescara città abbiamo raddoppiato le corse nei tratti strategici, negli assi sud, nord ed ovest, e la misura ha funzionato, non ci sono state attese, e problemi di sorta. Una volta che un autobus è pieno, entra in servizio immediatamente quello per così dire di riserva”. 

Quello dei possibili assembramenti e della sicurezza, è però un tema che però prima o poi potrebbe diventare esplosivo, man mano che la mobiltà urbana ed extra urbana aumenterà con i progressivi allentamenti delle misure di lockdown. Con il ritorno a scuola, ad esempio, di migliaia di studenti. 

“Ho più volte fatto notare che questa non  un’ipotesi certo fantasiosa - si accalora Giuliante -: poniamo che in una fermata ci sia il doppio delle persone che può salire sull’autobus, ferme restando le limitazioni imposte dalla legge. Chi decide, chi seleziona chi può e non può salire a bordo? Il personale della Tua non è abilitato a farlo, non ha l’autorità giuridica, per far scendere dal mezzo un passeggero di troppo, non potremmo comunque dislocare il nostro personale nelle fermate, non avremmo chi guida gli autobus, come è impossibile affidare questo compito alle forze dell’ordine che hanno molte altre cose da fare ”.

Da qui una proposta: “a gestire questa delicato compito potrebbero essere i volontari della Protezione civile, abitati da un apposito dpcm del governo, qui in Abruzzo e altrove. Secondo me è una soluzione fattibile, e a costo zero”. 

C’è poi un episodio che ha fatto suonare il campanello d’allarme anche alla Tua. Quello dell’operaio dell'operaio di Gissi che era stato respinto ai cancelli della Sevel perché febbricitante, e che è tornato a casa prendendo un mezzo pubblico, non della Tua, poi per fortuna risultato negativo al tampone.

"È un episodio che potrebbe ripetersi – spiega Giuliante – e su cui poco si può fare allo stato attuale. Chi ha la febbre non può uscire di casa, è anzi un reato farlo. Ma controllare non è facile. E questa persona potrebbe entrare in un tabaccaio, in un supermercato, e salire su un nostro autobus, contaminando altre persone, se positivo. È un tema che in qualche modo va affrontato. Per ora si può solo confidare sull’intelligenza e sul senso civico delle persone”.

Va anche in questa direzione la proposta più volte avanzata da Giuliante, di studiare un ridisegno complessivo del sistema con diluzioni di orario di apertura e chiusura delle fabbriche, e di altre attività economiche, in modo tale da prevenire un eccesso di passeggeri in determinate ore di punta, per le ragione dette, difficile poi da gestire. 

Giuliante, rispondendo ad esponenti politici e sindacali che chiedono l’incremento delle corse soprattutto tra la capitale Roma e l’Abruzzo, spiega infine che “chi chiede questo dovrebbe innanzitutto considerare che la tratta per il Lazio non è ricompresa in quelle che vengono rimborsate come trasporto pubblico locale, come servizio essenziale. Siamo sul mercato come tutte le altre compagnie, e nonostante questo abbiamo mantenuto un numero per ora più che sufficiente di corse, che in questi due mesi hanno quasi sempre registrato un numero minimo di passeggeri, con autobus che viaggiavano semi-vuoti. Man mano che aumenterà l’utenza, decideremo se ripristinare la totalità delle corse del pre-emergenza. Farlo ora è inutile ed anti-economico”.


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