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Data: 13/12/2023
Testata Giornalistica: IS NEWS
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Trasporto pubblico locale, l’allarme della Cgil: “In Molise un taglio di 2 milioni di euro”. Nel mirino del sindacato l’emendamento al decreto Asset, che modificherà i criteri di riparto dei finanziamenti

CAMPOBASSO. Un taglio di circa due milioni di euro all’anno. Questo quanto previsto, secondo i calcoli della Cgil, per il Molise in materia di finanziamento del trasporto pubblico locale per effetto di un emendamento al decreto Asset, che modificherà i criteri di riparto del Fondo Nazionale Trasporti. “Si precisa – scrivono in una nota la segretaria Filt Cgil Molise Lucia Merlo e il segretario regionale Filt Cgil Abruzzo Molise Aurelio Di Eugenio – che la nostra regione è ultima in Italia come quote di riparto del Fondo Nazionale Trasporti con appena lo 0.71%, percentuale goffa che verrà ulteriormente tagliata. In particolare è stato modificato il modello di conferimento delle risorse che stabiliva il riparto garantendo in parte i servizi minimi previsti dalle Regioni. Le risorse attribuite, infatti, coprivano per il 50% i costi standard mentre l’altro 50% veniva calcolato sulla base dei livelli di servizi. Il nuovo modello non tiene conto delle differenze e delle specifiche peculiarità territoriali, ma segue uno schema che va a standardizzare le ripartizioni. Questo nuovo criterio produrrebbe un taglio di quasi 2 milioni annui al Molise dal 2025, a vantaggio delle regioni più ricche del Nord, che beneficerebbero di maggiori finanziamenti. Questo taglio metterebbe a rischio servizi e investimenti per il Tpl regionale e potrebbe produrre possibili ricadute sui livelli occupazionali. Si amplifica così il divario territoriale già esistente in altri ambiti, quali: sanità, istruzione e infrastrutture. Questo emendamento – evidenziano i sindacalisti – difatti elimina la garanzia che assicurava un’assegnazione minima e certa di risorse per ciascuna regione. Assistiamo ad un incomprensibile ostilità del Governo sulla parte più debole del Paese e se a questo aggiungiamo il disegno di legge sull’Autonomia differenziata appare fin troppo chiaro che si sta decretando la fine del Mezzogiorno. Tutto questo accade contro ogni fondamento sancito dal Pnrr e da tutta la politica dei fondi europei che costituiscono il loro principio più importante nella coesione e quindi nella eliminazione dei divari tra territori.


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