«Le disavventure della mobilità della provincia aquilana assumono nel 2023 la sgradevole sensazione di trovarsi a vivere in una porzione dell'Abruzzo dimenticata, come dimostrano i 20 anni, 240 mesi e 7.300 giorni che la Giunta regionale ha concesso il biglietto unico, ma nel nostro territorio ancora non è stato istituito». Lo ricordano i sindacalisti della Cgil Francesco Marrelli e Domenico Fontana che si lagnano anche «del trasporto ferroviario che ha reti che rimangono quelle realizzate prima dell'Unità d'Italia e non tutto fila liscio nemmeno per il trasporto su gomma, visto che i cittadini devon fare i conti con infrastrutture non adeguate fatte da gincane o rettiliei pericolosi».

La Cgil afferma che, per quanto riguarda il biglietto unico, «la condizione tariffaria di vantaggio, ne beneficia solo l'area metropolitana Chieti-Pescara e la provincia di Teramo a Pineto. I contribuenti del nostro territorio non godono di questo diritto. In provincia, inoltre, gruppi di cittadini, pendolari e turnisti devono noleggiare, a loro spese, bus che consentano loro di lavorare all'ospedale "San Salvatore" partendo da Avezzano, in orari che l'azienda pubblica non garantisce. Condizione che è inaccettabile».

Sul tema del trasporto ferroviario Marrelli e Fontana affermano che «il capoluogo per raggiungere Roma deve passare per Terni. Una bella escursione, ma nessuna possibilità di utilizzo per i pendolari». Infine per chi vuole utilizzare l'auto propria «la relazione tra L'Aquila e Pescara è affidata alla Statale 17 che, nel tratto aquilano, assume le caratteristiche di strada urbana, con tempi di percorrenza quasi esaperanti. Superata la città, ci si affida per gran parte del tracciato a infrastruttura non adeguata alla media velocità. Non da meno è la Superstrada del Liri che da Avezzano garantisce le relazioni verso il Sud del Paese: tanti morti e nessun miglioramento».