«Scioperiamo perché non è possibile continuare con questi orari». Ad annunciare la protesta è Laura Di Prinzio, studentessa al quinto anno del Liceo scientifico F.Masci di Chieti e componente della Consulta provinciale degli studenti. Il profondo malcontento per gli studenti nasce dagli orari scolastici attualmente in vigore al Liceo scientifico e all'istituto magistrale Gonzaga, che prevedono l'ingresso in classe alle ore 09,30 e l'uscita alle 14,30. «La maggior parte dei ragazzi, in particolar modo gli studenti pendolari, lamenta notevoli difficoltà con il nuovo orario, poiché tanti alunni tornano a casa a pomeriggio inoltrato e alcune linee di trasposti non hanno coincidenze, nonostante la presenza di svariate scuole tra Chieti e Chieti Scalo richieda necessariamente la coordinazione delle partenze. La nostra preside, insieme alla dirigente del Gonzaga, ha proposto al prefetto una rimodulazione delle fasce orarie, affinché venga assicurato lo scaglionamento degli ingressi, oltre che tra i vari istituti, anche tra le classi dello stessa scuola». Tanti i ragazzi che affollano gli autobus di mattina e hanno enormi difficoltà al ritorno per gli scarsi collegamenti con i paesi pedemontani o limitrofi al capoluogo teatino. Nessuna risposta al momento e orario confermato fino a martedì. Per questo oggi all'esterno della sede distaccata del seminario regionale andrà in scena la protesta. «Sappiamo solo che martedì - dice la componente della Consulta - ci sarà un incontro tra il Prefetto e la preside ma prima che avvenga riteniamo necessario far sentire la voce di noi ragazzi ed esprimere le nostre ragioni coordinare un gruppo di studenti e presentarci in prefettura per essere accolti ed ascoltati. Eppure siamo proprio noi studenti, unitamente alle nostre famiglie, a subire i maggiori disagi dai disservizi degli orari e del mancato coordinamento dei trasporti. Finora abbiamo dimostrato di avere senso civico rispondendo in massa alla campagna di vaccinazione. Meritiamo quindi maggiore considerazione, come parte direttamente interessata, nel trovare soluzione ad una situazione che, nonostante sia passata solo una settimana di scuola, è veramente insostenibile per alunni e professori».