L'AQUILA Mentre l'Ufficio scolastico regionale, per bocca del direttore Antonella Tozza, invita il personale a sottoporsi, sempre su base volontaria, ai test sierologici (come da protocollo Miur), la ripartenza delle lezioni in Abruzzo è ancora nel caos. Lo hanno detto chiaramente, ieri, sia il governatore Marco Marsilio, reduce da una videoconferenza Stato-Regioni giudicata sostanzialmente infruttuosa e sia i sindacati, che temono la grande incertezza che ancora si respira su più fronti. «Le Regioni ha detto Marsilio - hanno parlato chiaro e detto per l'ennesima volta al governo che in queste condizioni non è possibile assicurare il servizio, soprattutto quello di trasporto. A farsi portavoce delle criticità sono stati i presidenti e gli assessori delle Regioni governate dal Pd, non solo quelli di centrodestra. Sul trasporto pubblico e scolastico c'è stato un ulteriore rinvio a venerdì pomeriggio, con una riunione specifica dopo la conferenza unificata che approverà il documento sulla riapertura delle scuole che è stato illustrato. Ma se il Governo non darà al Comitato tecnico-scientifico degli indirizzi precisi (invece di scaricare la responsabilità di rendere decisioni operative alle Regioni, come si è fatto quasi sempre finora), non saremo in grado di assicurare la mobilità per il numero necessario. Sempre ammesso ha proseguito Marsilio - che le rassicurazioni fornite da Azzolina e Arcuri sul personale aggiuntivo e sui banchi e le mascherine in distribuzione verranno confermate, nei tempi e nelle quantità, dai fatti». Marsilio dice che, stando così le cose, «la confusione con cui ci si avvicina al 14 settembre rende sempre più complicato l'obiettivo». Una data, a detta del governatore, su cui ormai ci si è incaponiti e che «ha il sapore di una bandiera politica». Da qui il sostegno alla proposta, già formulata anche da Anci Abruzzo, di spostare l'apertura al dopo-voto del 20-21 settembre. Marsilio ha anche sollecitato il ministro Boccia ad affrontare il tema dell'attuazione della Rete Covid: «Sono ormai settimane che il Ministero le ha approvate, ma siamo fermi e non possiamo fare i lavori per potenziare terapie intensive e pronto soccorso perché i fondi e i poteri sono nella disponibilità del Commissario straordinario. Rischiamo di perdere altro tempo e di trovarci impreparati di fronte a un'eventuale seconda ondata». Ieri sul tema scuole il responsabile della Protezione civile regionale, Silvio Liberatore, ha incontrato quello nazionale, Angelo Borrelli.
L'ATTACCO Nel frattempo anche i sindacati ribadiscono le loro preoccupazioni. «Ancora risposte insufficienti per la ripartenza» hanno scritto Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals Confsal dopo i primi due incontri del tavolo operativo di cui fanno parte rappresentanti della Regione e degli enti locali, della Protezione civile, della Croce Rossa, dei genitori e degli studenti, i dirigenti degli Atp provinciali e il direttore dell'Ufficio scolastico regionale. «Il quadro che ne è venuto scrivono i sindacati - è fortemente preoccupante. Per quanto riguarda i trasporti la situazione è al momento quella più allarmante. Arrivano segnalazioni di forti criticità in tutti i territori. Con le regole attuali, circa le metà rischierebbero di restare a piedi». Per quanto riguarda l'edilizia scolastica la situazione sembra meno drammatica di quanto si paventava. «I rappresentanti degli enti Locali ci hanno assicurato che i lavori per l'adeguamento e il reperimento degli spazio sono in corso». Sul fronte degli organici aggiuntivi «la distribuzione dei fondi nazionali per la regione Abruzzo risulta insufficiente: dei circa duemila posti in più, richiesti dalle istituzioni scolastiche, solo il 40% potranno essere coperti». I sindacati hanno espresso «una forte preoccupazione per l'enorme carico di responsabilità che rischia di essere scaricato sulle istituzioni scolastiche».