Il comitato Priorità alla scuola affila le armi per la mobilitazione generale del 26 settembre a Roma dove esprimerà il proprio dissenso per un ritorno in aula in condizioni che non tutelano studenti e insegnanti. L'organizzazione, costituitasi 3 mesi fa in 60 città italiane, protesterà contro la rotta seguita dal Governo che, a detta dei manifestanti, «porterà alla deriva la scuola e il diritto all'istruzione». Contemporaneamente alle altre sedi, il nucleo pescarese del Comitato si è riunito a Villa de Riseis per evidenziare i punti principali della contestazione. La maggiore preoccupazione è rappresentata dall'insufficienza degli spazi, come precisa Francesca Carusi, referente pescarese del comitato: «È stata stabilita la regola di un metro di distanza immaginando alunni e docenti immobili come manichini ma quando ci muoveremo dovremo indossare la mascherina in uno scenario atipico e pericoloso. I mezzi di trasporto pubblico inizialmente dovevano essere riempiti al 50% della capienza ed ora si è passati all'80%, in pratica si fanno deroghe alle norme di sicurezza perché non si è stati in grado di ampliare gli spazi ed incrementare il corpo insegnante».
Il comitato chiede anche presidi medici nei plessi e un rapporto più incisivo tra il mondo scolastico e le Asl: «Chiediamo un medico o un infermiere in ogni scuola per gestire eventuali focolai. Sono stati previsti 1400 addetti in tutta Italia quando ne sarebbero necessari 9 mila. La maggior parte dei referenti Covid sono professori che non hanno competenze né tempo sufficienti. Sono pochi anche gli addetti ai rapporti con le scuole anche all'interno delle Asl: ogni responsabile dovrà occuparsi di 32 istituti. Temiamo che, in queste condizioni, eventuali situazioni a rischio sfuggano facilmente di mano». Sotto accusa anche la didattica digitale: «Non deve diventare un metodo di insegnamento - continua la Carusi - docenti e genitori chiedono che essa resti solo uno strumento didattico, salvo casi di estrema necessità». Il comitato invita le Province a reclutare con decisione edifici alternativi: «Ci sono stati tentativi di affittare locali per alleggerire il numero di classi nelle scuole stigmatizza la referente pescarese - ma al primo diniego dei proprietari ci si è fermati. Chiediamo che, in una situazione di tale emergenza, la Provincia abbia la priorità nella locazione di spazi privati». All'assemblea si sono aggiunte alcune mamme di alunni delle elementari di Borgo Marino per denunciare l'insalubrità della palestra dell'istituto, trasformata in 4 aule.